4. Una pelle nuova.

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Mi guardai attorno e ricordai il mio passato.

Mi resi conto che quello mi aveva resa me stessa.

Una me migliore e da migliorare.

Ma mi sentivo sola, ed era quella la mia sfida.

La sfida era affidarmi a me stessa, per cacciar via la solitudine.

Un viaggio solo per me stessa.

"Quando dipingi un affresco, devi dargli il tempo di asciugare."
Il grillo parlante me lo ripeteva spesso.
Diceva che io fossi un muro bianco da dipingere, un blocco di marmo da scolpire, un tronco da intagliare.
Usava spesso questi paragoni perchè sapeva quanto amassi l'arte.
Era per quella mia passione che amavo l'Italia.
Nonostante tutto ciò che mi circondava mi ricordasse la mia infanzia, Londra mi era insipida; o forse proprio per quello.
Non avevo molti bei ricordi della mia infanzia, e non erano neppure cosi nitidi.
Ricordavo bene al contrario il caos di quella città, la morte di Savannah, le furiose litigate dei miei genitori, i piatti rotti, gli insulti, le valige già pronte... una cosa è certa: non sono mai stata figlia dell'amore vero, e sinceramente, allora stavo iniziando a credere che neppure esistesse.
Mi recai a passo veloce verso l'entrata di quella libreria sfilando il cartello all'ingresso, e mi ritrovai al cospetto di una donna dall'aspetto colto, sulla quarantina, con dei chiari capelli raccolti sulla nuca con delle forcine.
L'atmosfera era assolutamente pacata e tranquilla, le luci soffuse, ed alcuni lettori stavano sfogliando dei libri.
《Salve, ho visto che siete alla ricerca di dipendenti.》
La donna lasciò cadere sul petto i suoi sottili occhiali da vista tenuti da una cordicella colorata, e posò lo sguardo su di me.
《Oh, certo cara. Posso sapere il tuo nome?》《Andrea...Andrea Ellis》risposi imbarazzata.
《Non è un nome che si sente spesso da queste parti. Io sono Elisabeth Smith》
《Sono nata in Italia, ed ho pendolato un po' tra Roma e Londra durante tutta la mia vita. Molto piacere di conoscerla!》accennai un inchino e sorrisi cercando di mascherare l'immotivata agitazione.
《Wow! E dimmi Andrea, ti piace leggere? Che titolo di studi hai?》
《Si signora Smith, amo la letteratura, e sono diplomata.》
《Benissimo, allora se sei d'accordo ti terrei in prova per circa una settimana, ti spiegherò un po' il da farsi, dopodiché potremmo parlare del resto. Torna domani nel primo pomeriggio.》
Tornai a casa soddisfatta.
Non avevo mai lavorato prima d'allora, e quell'idea mi eccitava.
Mi gettai sul morbido letto della mia stanza osservando l'enorme poster dei Sum 41 attaccato ad una delle ante del mio armadio, immediatamente sentii bussare alla porta.
Sarah fece capolineo nella stanza prendendo posto sul mio letto.
《Sono ufficialmente una studentessa universitaria!》《Oh, magnifico!》
《Dobbiamo festeggiare, stasera andiamo a ballare! Ci stai?》
Risi e sghignazzai.《La vita notturna non fa per me.》
Lei fece una smorfia di disapprovazione.
《Mi stai offendendo, volevo offrirvi qualcosa da bere.》
Sbuffai scocciata.《D'accordo, ma resto per poco tempo.》
Mi stampò un bacio sulla guancia.
《Grazie. Pronta tra un ora!》
Uscì di fretta dalla stanza.
Feci una doccia veloce e mi rivestii, l'idea di frequentare dei locali notturni non mi entusiasmava un granché.
Dopo un ora Sarah si ripresentò nella mia stanza, e con un'espressione perplessa si portò le mani al capo.
《No, no, no! Ti prego, dimmi che non hai intenzione di uscire in jeans e maglione!》
《Cos'hanno che non va?》aggrottai le sopracciglia osservando il mio abbigliamento allo specchio.
Sarah sbuffando non si sprecò neppure nel rispondermi, si diresse verso la sua stanza e tornò da me con abitino in pizzo nero senza spalle, davvero molto corto, ed un paio di tacchi del medesimo colore.
《Prova questi.》
Strabuzzai gli occhi;《sei seria?》
Portò in avanti le mani.
《Si! Avanti datti una mossa, voglio uscire!》disse alzando la voce; probabilmente, passare un'intera settimana rinchiusa in quattro mura per lei era troppo.
Indossai quell'abito, scettica, e mi sorpresi.
"Mi sta bene per davvero, forse un po' troppo corto, ma decisamente niente male!" pensai tentando invano di allungarlo verso il basso.
Non ero abituata a vedermi in quel modo, tuttavia...
"Il serpente che non fa la muta, muore."
E se quella fosse stata la mia nuova pelle?

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