16. Ti cammino accanto.

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Le persone che avevo incontrato fino ad allora mi avevano sempre considerata una buona confidente.
La questione era che mi incuriosiva vedere quanto il mondo fosse vario.La mia storia ad esempio la immaginavo come un lungo percorso in cui non smettevo mai di camminare. A volte mi fermavo per raccogliere chi inciampava, altre volte io stessa finivo di faccia a terra. Alcune volte qualcuno cambiava strada, ed altre volte qualcuno si univa alla mia e strada facendo, mi raccontava di se.

Il suo appartamento aveva il suo stesso profumo, inebriante, iniziavo a farci l'abitudine.
Inizialmente non prestai molta attenzione ai dettagli, non ne ebbi l'opportunità data la nostra foga quella notte.
Iniziai a comprendere ancora allora a pieno quali fossero i reali effetti dell'alcol, e ce n'era uno in particolare che mi piaceva parecchio; vi lascio immaginare quale.
Appena la porta d'entrata si spalancò Jasmine mi attirò a se con prepotenza ed iniziò a baciarmi come mai prima. Presa dal momento la spintonai all'interno della stanza aiutandola a sollevarsi sul tavolo in legno che si trovava al centro della sala da pranzo, e con un gesto veloce mi liberai della mia maglietta e mi sollevai su di lei che mi fissava con uno sguardo infuocato.
《Devo farti bere più spesso!》
Il suo tono era estremamente malizioso mentre mi sfilava il resto degli indumenti dal corpo.
《Non ci riuscirai di nuovo》,la sfidai sorridendo e lasciando scorrere le mie mani sul suo addome e poi sui suoi seni, mentre lei stava lentamente tracciando ogni piccolo angolo del mio collo con le sue labbra.《Dici?》
Non capii esattamente come, ma in pochi istanti mi trovai sotto di lei, che con un'occhiata fuggente incominciò a percorrere la lunghezza del mio corpo. Le mie mani erano sulla sua schiena, notavo la pelle d'oca estendersi su tutto il suo torace. Le sfilai l'intimo soffermandomi un po' più a lungo sulle natiche, che attirai con forza a me udendo un forte gemito lasciare la sua bocca. Lei percorse tutta la lunghezza del mio corpo, accarazzenzolo, baciandolo, mordendolo, fino a trovarsi faccia a faccia con il mio slip, che spostò su di un lato prima di iniziare a giocare con ciò che nascondeva. Brividi acuti percorsero il mio corpo quando sentii il contatto con le sue labbra, la sua lingua.
《Siamo impazienti?》,domandai ansimando e l'unica risposta che ebbi fu un'occhiata sagace ed una mano che furtivamente si diresse a stimolare uno dei miei seni.
Quel tavolo in legno ci fu testimone per lungo tempo ancora dopo quell'orgasmo, eppure il mattino dopo mi risvegliai in camera, sul suo letto. Notai il soffitto color rosa pesca, i mobili bianchi al suo interno, il letto a due piazze su cui mi trovavo posto al centro della stanza, ammetto che inizialmente mi chiesi dove fossi finita, poi realizzai. Mi sollevai pigramente dalle coperte avvertendo un forte dolore alle tempie che mi massaggiai. La vidi sfocatamente, in intimo, accanto alla finestra che fumava una sigaretta.
Un ghigno beffardo apparve sul mio volto mentre mi stennacchiavo.
《Wow! Ho appena dormito nel tuo letto o mi sbaglio?》, la canzonai.
《Credo che se ti avessi lasciata tornare a casa in quello stato, stamattina ti saresti svegliata in Italia》rise di gusto.
Posai i piedi sul freddo pavimento e con lentezza mi sollevai.
《Posso utilizzare il bagno?》chiesi con cortesia, e lei annuì.《Seconda porta a destra.》
Mi incamminai per il piccolo appartamento e le foto appese alle pareti mi risaltarono subito agli occhi: Jasmine con quella che sembrava la sua famiglia, con un gruppo enorme di amici, alcune foto che sembravano scattate durante le sue esibizioni, ed infine, mi soffermai su una foto di lei con quella che sembrava la sua vecchia compagna. Era davvero una bella ragazza! Il visino pallido dagli occhi color nocciola era contornato da lunghi capelli rosso naturale, le graziose labbra sottili erano poggiate sulla guancia di Jasmine, che perfetta come al suo solito aveva un'accessorio in più sul volto:un sorriso tremendamente aperto. Sentii la porta cigolare ed il mio sguardo si rivolse esattamente a lei.《Di la verità, ci pensi ancora?》,le domandai. Jasmine era sveglia, infatti capì, con indifferenza si appoggiò al famoso tavolo di legno e si versò del succo in una tazza.
《Sai cosa succede quando nasci insieme ad una persona, e vivi con lei tutta la tua vita?》mi chiese seria, ma non riuscii a capire dove volesse andare a parare così mi limitai a fissarla con un'espressione dubbiosa.
《I miei genitori e quelli di Miriam si frequentavano assiduamente e noi siamo cresciute insieme, abbiamo fatto le stesse scuole, abbiamo condiviso progetti, sogni e quando capimmo che non ci bastava iniziammo a condividere anche il letto》prese un sorso, poi continuò,《Può anche avermi spezzato il cuore, ma non posso cancellarla senza cancellare i ricordi di una vita intera.》
Fu la prima volta che vidi Jasmine con un'espressione malinconica. Mi avvicinai senza pronunciare parola e le fasciai il collo con le braccia, lasciando un bacio sulla sua guancia; mi sembrò sorpresa. Entrai nel bagno e mi lavai il volto, poi uscii di fretta.
《Devo andare, i miei coinquilini saranno in pensiero! Non ho detto a nessuno che avrei passato la notte fuori.》
Indossai in fretta i capi del giorno precedente e scrutai nella mia borsa in cerca del cellulare. Lo tirai fuori e controllandolo rimasi spiazzata: non c'era nessun tipo di chiamata, Sarah ed Alex non mi avevano neppure pensata, c'era solo un messaggio. Il numero non era salvato nella mia rubrica, eppure lo conoscevo bene.

"Cerco ancora i tuoi occhi tra quelli della gente."

Un mattone sembrò sprofondarmi nel petto, Jasmine se ne accorse.
《Va tutto bene?》mi domandò con tono caldo.
Scossi la testa,《si, tutto ok!》
Eliminai il messaggio.
"Al diavolo!"
pensai scoccando un bacio sulle labbra di Jasmine che mi fissava perplessa, prima di prendere la porta d'uscita.

Infinity in a instantWhere stories live. Discover now