12. Friends with benefits.

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Sapevo di essere troppo, in ogni senso.
Troppo poco emotiva, troppo versatile, troppo poco influenzabile...
Io mi adattavo.
L'unica cosa di cui non avevo paura, erano le novità.
Ed inoltre avevo uno spiccato senso umanitario soprattutto nei confronti di chi davvero mi interessava.
Dopo la morte di Jhon, avevo iniziato a fare volontariato in un centro sociale.
Sonia amava questo mio lato, ma Jasmine sembrava esserne confusa.
Mi svegliai e sgranai gli occhi per ripulire la vista offuscata. Sorrisi:
quella notte ero riuscita a farla restare.
Era ancora accanto a me, a pancia in giù, aggrappata ad un cuscino, la sua espressione era quasi infantile.
Mi sollevai e mi trascinai sull'uscio della porta per accertarmi che Sarah ed Alex non ci fossero. Per fortuna erano già a lezione.
Sentii Jasmine dimenarsi tra le coperte mugugnado, mi avvicinai a lei accovacciandomi sulle mie gambe.《Buongiorno cara!》
Faticò a reggere la luce del giorno, e strizzando un occhio biascicò:《come ci sei riuscita?》
Scostai un ciuffo di capelli che le cadeva fastidiosamente sul volto.
《Sono forte, cosa vuoi farci?》
Rise e si portò ancora le coperte sul volto.
Mi infilai una maglia ampia sull'intimo dirigendomi in cucina e preparai la colazione.
Dopo pochi minuti lei mi raggiunse, ancora semi nuda e mi attirò a se.
Cercai di bagnare la gola secca e le labbra. La ragazza si divertiva molto a provocarmi.
Mi lasciò un dispettoso bacio sulle labbra e subito dopo prese le distanze dandomi le spalle.《Faccio una doccia!》,disse ancheggiando in direzione del bagno.
In un sospiro mi portai le braccia sui fianchi e tornai al mio lavoro.
Entrai nella mia stanza e subito il caos risaltò ai miei occhi. Iniziai con pazienza a ripulire tutto.
Odiavo il disordine, odiavo i letti disfatti, la polvere, l'odore di chiuso e gli oggetti fuori posto. Ordinavo maniacalmente ogni giorno la mia stanza e quel giorno, dopo aver accuratamente spolverato i libri esposti sulla mensola in alto a destra, ne impugnai uno. Lo fissai intensamente, lo aprii e sventolai le sue pagine.
Da esse volò via un piccolo bigliettino; sopra c'era segnato un numero.

Flashback
《Adriana Collins, è una brava ragazza...》

Uscii dalla stanza impugnando il mio cellulare, mi diressi in cucina e li ci trovai Jasmine.
Era già abbigliata, fumava una sigaretta di fronte la finestra accarezzando con una mano la lunga chioma ancora umidiccia.
Il mio sguardo si incantò sulla sua figura.
...le sue labbra...
Mi chiesi se fosse una Dea. Era magnifica, e dovevo ammetterlo: mi stavo prendendo una cotta, non tanto per lei quanto per la sua immagine, come una provincialotta adolescente.
L'idea mi fece ridacchiare.
Continuava a giocherellare con i suoi ciuffi corvini tra le dita.
《Non vorrai mica restare così per molto? Fa freddo, potresti ammalarti. Vieni, ti aiuto ad asciugarli.》
Poggiai il foglio tra le mie mani sul tavolo da pranzo e la trascinai in bagno sotto la sua espressione stupita.
Non commentò neppure, spense la sigaretta e si lasciò fare.
Mentre pettinavo la sua chioma notai un'espressione pensierosa sul suo volto.《Andrea!》richiamò la mia attenzione.
《Si?》
《Precisiamo una cosa: è solo sesso》esordì.
Storsi le labbra,
《non mi pare di aver chiesto altro. Non sono una ragazzina che elemosina attenzioni, Jasmine. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda.》
Le mie parole sembravano confonderla e ne comprendevo persino i motivi. Ma per me lei non era semplicemente uno strumento sessuale fuori da quel letto: desideravo un legame, seppur non amoroso. Volevo condividere con lei qualcosa di più di un letto e di meno di una vita.
"Friends with benefits", tradotto: scopamiche. Al momento eravamo esattamente quello.
《Ora vado, ti chiamo in settimana》si allontanò prendendo l'uscita, dopo avermi lanciato uno sguardo sagace ed un ultimo bacio all'angolo labbra: doveva proprio piacergli quel'angolino. Un bacio non amichevole e non romantico, ma tremendamente audace.
Appena andò via fissai ancora pensierosa il numero sul tavolo, ed appena fui abbastanza sicura ed ispirata lo digitai e pigiai il tastino verde.
《Si, pronto! Chi parla?》
Risentire la sua voce fu un tonfo allo stomaco.
《Adriana, ciao! Sono Andrea Ellis. Ricordi?》,quasi balbettai.
《Andrea... oh si! Chi non muore si risente!》la sua allegria mi rassicurò, temevo di averle dato disturbo con quella chiamata.
《Sono in città! A Londra intendo. Volevo chiederti se ti andava di vederci per scambiare due chiacchiere.》
《Certo, ma tra tre giorni parto per Birmingham, quindi non so... credi di avere del tempo domani?》
Sorrisi soddisfatta,《certo!》

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