6. Pura estetica.

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E ditemi che senso ha.

Com'è possibile volersi senza conoscersi.

Come in una fantasia, in un'allucinazione, in una situazione irreale.

Un corpo, per quanto impeccabile esso sia, pura estetica, nessuna essenza.

O forse l'essenza sta proprio in esso: nel corpo e nella voglia irrefrenabile di possederlo.

L'attrazione fisica è una carogna, eppure non mi sentivo sporca dentro.

Ciò che stava accadendo, non era solo accaduto.

Era stato deciso.

L'avevo cercato io, il suo corpo semi nudo disteso su di me. Il profumo della sua pelle mi ricordava il mare, e le sue labbra erano il paradiso.
Prendevo avidamente tutto ciò che lei offriva.
Era provocante, prepotente, eccitante e dolce...e poi ancora provocante.
Era un mix perfetto, che mi stava mandando fuori di testa. I nostri corpi sembravano perfettamente coordinati, quasi non ci fosse neppure un pizzico d'imbarazzo. Le sue mani scivolavano espertamente sul mio corpo e si impossessavano di esso. Le sue labbra erano sulle mie, poi sul mio collo, poi sul ventre, all'interno delle mie gambe e poi ancora, malignamente sulle mie labbra.
Le sfilai gli ultimi pezzi di stoffa che la dividevano dalla nudità completa, e mi regalai qualche attimo per ammirarla, per poi riprendere subito dopo nel nostro eccitate gioco.《Mi vuoi?》mi sussurrò all'orecchio morendo il mio lobo mentre con una mano mi scompigliava i capelli, e con l'altra stimolava la mia natura dall'esterno dei miei slip.
《Si》, fu l'unica cosa che riuscii a rispondere tra i gemiti.《Dillo!》《Ti voglio.》
Entrò dentro di me con cautela, scostando il mio intimo, ed intensificò l'andatura pian piano, mentre muovevo i miei fianchi a ritmo delle sue dita.
Graffiai sulla sua schiena e sembrò piacergli.
Venni, in un orgasmo magnifico, perfetto quasi quanto lei, dopodiché mi spostai sul suo corpo sotto la sua espressione eccitata, ancora magnificamente sorridente.
Potevo farne ciò che volevo.
Scrutai, baciai, morsi ogni singola parte del suo corpo, muovendomi al suo interno. Il collo, il seno, i fianchi, la pancia... e quando fui abbastanza sicura arrivai ad assaporare la sua entrata con movimenti alle volte lenti e più spesso decisi. Mi fermai solo quando arrivò al culmine, ansimando ed aggrappandosi alle coperte.
Mi sdraiai stremata accanto a lei riprendendo fiato.
Mi fissò, intensamente.
《Ed il tuo nome invece qual è?》sorrise ed io mi sentii sciogliere.
《Mi chiamo Andrea.》
Volevo baciarla, ma non sapevo se in quel momento fosse una buona mossa.
《Sei brava, Andrea!》
Arrossii appena ringraziando, e fu lei a baciarmi.
Si sollevò dal letto rivestendosi sotto i miei occhi perplessi.
《Resta qui! È tardi, non è sicuro.》
Mi guardò sconcertata, ridacchiò socchiudendo gli occhi.《Non sei una da scopate occasionali, vero?》
《È così evidente?》
《No, sono io che ho un po' d'esperienza alle spalle.》
Continuò a rivestirsi.
Non volevo assolutamente andasse via da li.
《Sul serio, resta qui se ti va.》《Grazie ma preferisco tornare a casa.》
Mi serviva un pretesto per avere un po' più di tempo.
Osservai il pacchetto di sigarette che Sarah aveva lasciato per sbaglio nella mia stanza, iniziai a capire quale utilità avessero.
Mi sollevai, ne afferrai un paio e gliene porsi una; Sarah mi avrebbe perdonata.
《Almeno il tempo di una sigaretta》sorrisi, e lei istintivamente fece lo stesso annuendo con la testa ed afferrandola.
Mi rivestii in fretta e la invitai ad uscire sul piccolo terrazzo.
L'aria era rigida, la vista da li non troppo bella, e lei sembrava infreddolita con solo quel abitino addosso .
Le passai una delle mie ampie felpe da appartamento che lei indossò divertita; sembrava ballarci dentro.
Accesi entrambe le nostre sigarette e mi persi a fissare il vuoto.
《Parlami di te》le chiesi.

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