Pasquetta parte 2, 13 aprile 2020

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Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Devo riconoscere che Gianni ha davvero una mira eccezionale. Sapevo delle sue levatacce della domenica mattina per raggiungere un qualche campo della bassa nella bruma invernale per sparare a quattro fagiani insieme al padre, è capitato sovente che il sabato sera lasciasse il gruppo prima della mezzanotte proprio per questo motivo, ma vedendolo all'opera oggi, qualora decidesse di abbandonare la carriera di cartongessista, avrebbe un futuro certo in ambito sportivo o in alternativa come cecchino nelle squadre speciali dell'esercito.

Gianni è arrivato poco prima delle tre insieme al suo pastore tedesco, Lady Gaga (sì, proprio come la popolare cantante), la miglior scusa per uscire di casa senza il rischio di incappare in multe di vario genere. In spalla aveva un fodero in pelle che ha mollato sul divano estraendo un fucile che brillava tanto era stato tirato a lucido. Come un cecchino professionista degno del migliore Bruce Willis in The Jackal si è limitato a un paio di movimenti per caricarlo, togliere la sicura e montare il mirino prima di spostarsi in cucina e posizionarsi dietro le tende della finestra socchiusa. A quel punto ha coperto l'occhio sinistro con una benda, mi ha fatto cenno di fare silenzio e ha puntato il ventenne chitarrista sull'altro palazzo.

Bang, lo sparo è riecheggiato in casa sommandosi al frastuono che c'era all'esterno. Poco dopo la chitarra si è zittita.

Oltre le tende della cucina, sul balcone dirimpetto, abbiamo scrutato il ventenne imprecare con la corda della chitarra saltata. Anche il batterista al piano di sotto aveva smesso di sfogare il suo talento sulle pentole.

Gianni ha ritirato la canna in casa e si è tolto la benda.

― Niente male ― mi sono complimentato aprendo il frigorifero ― vuoi una birra?

Gianni ha fatto un cenno di assenso soddisfatto: ― smonto il fucile e arrivo ― quindi è sparito in salotto dove l'ho raggiunto con un paio di birre. Ci siamo spostati sul balcone e ci siamo sollazzati osservando i due musicisti sconfitti brontolare sul lato opposto della via.

Il discorso è presto finito su Laura, sui suoi modi psicotici e sull'invito a cena. Quindi, dopo un'oretta, Gianni ha deciso di tornare a casa, più che altro perché Lady Gaga dava segni d'insofferenza. E qui il colpo di scena, appena ha messo fuori la testa dal cancello un nuovo sparo ha centrato il cane del mio amico che di reazione si è imbestialito e ha aggredito la guardia giurata che aveva appena parcheggiato la propria autovettura sul lato della via e si stava dirigendo verso casa

E da lì, come al solito, un gran casino.

La guardia giurata è stata azzannata a una gamba. Ha provato a tirare fuori la pistola ma qualcuno dall'alto ha sparato di nuovo centrando un lampione della luce e il vigilante si è rifugiato in auto.

Nel giro di dieci minuti è arrivata l'ambulanza che ha portato via la guardia zoppicante, e il commissario Milesi che appena mi ha visto non solo la faccia ma anche la mascherina ha cambiato colore.

Per fortuna che Gianni mi aveva allungato la carabina facendomi segno di farla sparire altrimenti altro che denuncia se il commissario ci avesse beccato con quell'arnese. Nell'immediato l'avevo lasciata nel vano cantine, il problema è che quando sono tornato per riprenderla era scomparsa.

E adesso?

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