Armando Lupini è un ventottenne che dal diploma è perennemente alla ricerca di un posto di lavoro.
Su suggerimento della sua analista e in concomitanza con l'assunzione presso una piccola azienda farmaceutica a conduzione famigliare decide di tenere...
La Medi Orobica è chiusa, il motivo? È presto detto: nel week end è scesa talmente tanta pioggia che il seminterrato è totalmente allagato.
Abbiamo passato la giornata a traslocare scatoloni di medicinali sugli scaffali. Penso sia tutta roba divenuta oramai invendibile e con tutta probabilità destinata a tornare dritta dritta dal distributore. Vedremo.
In ogni caso, da domani, siamo tutti forzatamente in ferie fino a nuovo ordine.
Novembre 12, martedì
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Oggi, essendo a casa, ne ho approfittato per andare all'ospedale. Niente di preoccupante s'intende. Il dottor Galletta mi aveva solo prescritto gli esami del sangue e delle urine per un problema di cui magari parlerò più avanti.
Così stamani, alle sette e mezzo, ero già in fila fuori dal CUP. Per fortuna non c'era la "troppo cordiale" impiegata della volta scorsa e le operazioni di pagamento e accettazione sono state abbastanza veloci. Il problema si è presentato al centro prelievi.
A parte un'infermiera dall'accento dell'est che mi ha letteralmente distrutto il braccio nell'intento di infilarmi la vena, a gestire la raccolta dei campioni di urina c'era un tizio sulla sessantina, con pochi capelli e il camice bianco slacciato, che dopo avermi consegnato una provetta lunga e stretta di quelle utilizzate per il prelievo del sangue, ed esserci sincerato per ben tre volte che non avessi evacuato la mia vescica dopo la mezzanotte, mi ha intimato di andare in bagno, calarmi i pantaloni e fare il mio dovere senza sporcarla.
A quel punto gli ho chiesto conferma se dovessi davvero riempire quel minuscolo e stretto recipiente di vetro. Lui, con una smorfia supponente, ha ribattuto che quello era, quindi mi ha spedito in bagno invitandomi a procedere. E così ho fatto.
Quando però ho riconsegnato la piccola provetta con la mia urina a un'infermiera questa ne è uscita con un papale papale: ― Non avrai mica pisciato in una provetta del sangue?
Risultato? Il tipo in camice bianco, visibilmente imbarazzato, tentando di mettere una toppa, mi ha suggerito di andare al bar, bere un tè e tornare dopo un paio d'ore a riempire il contenitore corretto.
L'infermiera all'accoglienza, storcendo il naso, molto più semplicemente, mi ha invitato a ripresentarmi domani.
Novembre 13, mercoledì
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Giornata un po' fredda tipicamente autunnale. Per lo meno ha smesso di piovere.
In mattinata, dopo essere passato di nuovo in ospedale a depositare le mie urine, questa volta senza intoppi, mi sono recato in paese per un paio di commissioni. Ho letto il giornale e bevuto un caffè al bar del Beppo. Quando sono rientrato a casa verso mezzogiorno la mamma era in fermento in quanto la signora Perniciotti aveva chiamato dicendo di rientrare in ditta il prima possibile.
Così, alle quattordici, ero di nuovo a spostare scatoloni bagnati e a spalare acqua fuori dal seminterrato.
Alla sera la situazione è tornata alla normalità ma siamo informaticamente isolati. Domani dovrebbe passare il tecnico dell'ADSL.
Novembre 14, giovedì
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Stasera ha telefonato Pentesilea. Pare che Nunzia si stia riappacificando con il suo ex marito. Ottima notizia, direi. La Penti voleva sapere se sabato mattina posso aiutare il comitato "No Taglio Alberi" a distribuire volantini fuori dalla scuola elementare. Le ho dato la mia disponibilità, sa essere piuttosto convincente quando vuole!
Lavoro: clima di guerra!
Siamo ancora senza internet e di conseguenza senza la possibilità di emettere documenti di trasporto e quant'altro. Per fortuna sono rimasto fuori tutto il giorno a presentare a medici e farmacisti uno sciroppo della tosse per bambini con un simpatico cane sull'etichetta.
