La guardia di finanza alla Medi-Orobica, 9 gennaio 2020

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Stamani, ore otto e trenta, il portone di metallo della Medi Orobica era spalancato.

Ad attendere noi dipendenti non c'erano come di consueto la signora Perniciotti e la figlia Milena, bensì la Guardia di Finanza. Ha voluto e annotato le nostre generalità senza fornirci spiegazioni.

Poi, verso le nove, è arrivato anche il commissario Milesi dal quale sono riuscito a rubare qualche chiarimento.

Avevo già scritto che la dottoressa Giulia è stata contattata per avere informazioni sul sottoscritto. Beh, sembra che le forze dell'ordine non si siano solo limitate a interpellare la mia analista ma abbiano fatto una ricerca a 360° nella mia vita alla ricerca di luci e ombre. E più ombre che luci sembra siano quelle trovate alla Medi Orobica, le cui due sprezzanti proprietarie pare siano intrallazzate in un losco traffico internazionale di medicinali riciclati, venduti attraverso internet su circuiti alternativi. Di più non ha potuto dirmi.

Però una novità c'è: sono arrivati i risultati tossicologici eseguiti sulla salma del dottor Galletta. È stato effettivamente avvelenato, nel sangue è stata rivenuta un'alta dose di una molecola di nome Primon32 (o un qualcosa di simile). La buona notizia è che nulla c'entra con il Defragrazolo, il campione di farmaco che gli avevo lasciato sulla scrivania l'ultima sera che è stato visto vivo. Questo non mi scagiona, però alleggerisce un poco la mia posizione.

In ogni caso il commissario Milesi vuole risentirmi quanto prima per ulteriori chiarimenti, anche perché sulla mia testa pende sempre la denuncia della signora Ginevra Dovis la quale mi incolpa di averla indotta a somministrare al figlioletto Piermario ingenti dosi di Goloso per chissà quale mio tornaconto.

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