A quel punto sono sobbalzato, 8 aprile 2020

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Mettetevi comodi, infilate anche gli occhiali se non ci vedete bene, perché quello che state per leggere non solo ha dell'incredibile ma a tratti addirittura dell'impossibile. Io stesso stento a credere a quello che sto scrivendo.Ricordate che ieri vi ho raccontato del problema dei guanti e del gel igienizzante? Ci ha pensato Gianni, il mio versatile compagno di bevute che pare guadagnare punti sia nei confronti di Laura che in quelli di Antonia minuto dopo minuto.Pesante sia geloso? Sì, lo ammetto, sono un po' geloso.Ma fosse solo questo.Gianni, non credo per farsi bello (non ne è il tipo) è arrivato stamane con n°2 scatole di guanti, di quelli che si indossano al supermercato per prelevare la frutta, e tre taniche da 10L di gel igienizzante. E fin qui tutti contenti. Direte voi, dove sta il problema?Già, dove potrebbe stare? Sta nel fatto che Gianni i guanti li ha rubati al supermercato dove lavora Nunzia, tra l'altro proprio con l'aiuto della stessa Nunzia che alla cassa ha fatto finta di nulla. Me lo ha riferito mentre mangiavamo un panino in pausa pranzo senza farsi sentire da Laura e Antonia. In ogni caso, se a sentire del furto mi si è accapponata la pelle non è nulla a confronto a quando ho notato l'etichetta sulle taniche da dieci litri con il logo della Medi Orobica.Gianni mi ha spiegato di essersi procurato l'igienizzante attraverso uno dei tanti parenti intrallazzoni di Alberto di cui nemmeno ricorda il nome, ritirando il tutto presso un garage a Villa Plana. Io non gli ho detto nulla ma per tutto il pomeriggio i pensieri sono stati per le due miss Perniciotti, senior e junior, e alla sera non ho resistito: concluso il giro di consegne a tempo di record, prima di rincasare, ho ripercorso con il mio Fiestino la strada che facevo avanti e indietro due volte al giorno fino a qualche mese fa. Fuori dalla porta di metallo della Medi Orobica c'era ancora parcheggiato il Fiorino. Si sentivano giusto le vibrazioni del compressore. Ho fatto scivolare la porta di lato, quel tanto da permettermi di entrare. Gli occhi sono immediatamente finiti sul tavolo dove confezionavo blister insieme ad Anna. Nell'ufficio di Milegna il monitor del computer nascondeva una testa. L'unica a zona che aveva subito radicali cambiamenti era quella dove fino a poco tempo fa c'erano gli scaffali con i medicinali, adesso sostituiti da una decina di botti di legno con tanto di rubinetto sul davanti. Nessuno si è accorto del sottoscritto almeno fino a quando ho sentito una mano sulla spalla.A quel punto sono sobbalzato.

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