Capitolo 64-Mysteries at St. Hydrew's Church

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RYAN

Ti costruirei un mondo da metterti in tasca
Così potrai scappare se un giorno ti stanca
-ultimo

«Lily? Lily mi senti?» Evelyn era in vivavoce, ma dall'altro capo del telefono nessuna risposta.
La guardavamo inveire contro lo schermo.

«Evelyn...» le poggiai una mano sulla spalla.
Con tutto che aveva la mia felpa stava ancora morendo di freddo.
Dovevo portarla a casa in fretta.

Evelyn alzò gli occhi grandi che si incastrarono nei miei.
Ci volle solo questo per farmi tremare il cuore.
Essere guardato così da qualcuno...essere guardato così da lei.
In tutti gli anni in cui eravamo stati separati non facevo altro che pensare a quegli occhioni.

Evelyn riattaccò il telefono.
«Andiamo, prima ci sbrighiamo, prima arriviamo» disse Yuri prendendo Wendy per la mano e superandoci.

Salii in macchina di Yuri e mi sistemai dietro con Evelyn.
Mi feci più vicino a lei e lasciai che si accucciasse sul mio petto mentre le accarezzavo i capelli.
«Tranquilla Solcito, Lily stara bene»
La sentii sospirare e mi si strinse il petto vederla soffrire e essere impotente.

«Siamo sicuri di non chiamare la polizia eh?» chiese Wendy torturando un ciondolo che teneva in mano.
«Ci penseremmo io e Ryan, chiamare la polizia sarebbe inutile, non ci soccorreranno comunque in tempo» rispose Yuri guardando la strada.

Erano le 3:30. Ci stavamo dirigendo alla chiesa di St. Hydrew, era presto, ma avevamo finito di recuperare i nostri oggetti personali e stavamo cercando di arrivare il prima possibile per cercare di capire cosa ci dovessimo aspettare.

«Secondo voi perché dobbiamo portare gli oggetti personali?» chiese Evelyn togliendo dei pelucchi dal suo peluche.
Lo avevo visto spesso poggiato sul suo letto, a quanto pare, glielo aveva regalato Deisy da piccola.

Io avevo in tasca un calzino di Lydia, era più piccolo del mio palmo, era il primo calzino che aveva indossato una volta nata.
Yuri aveva posto nel cruscotto un braccialetto.
Mi ero scordato anche della sua esistenza, era un bracciale fatto di perline celesti, ce lo aveva regalato Katrine a me, David e Yuri quando ci conoscemmo, per suggellare la nostra amicizia.
Inutile dire che nessuno se lo mise mai, ma, a quanto pare, a Yuri stava a cuore.

«Non ne ho idea» scossi la testa.
«Chiunque sia, è un sadico bastardo, conosce quasi tutto di noi, a quanto pare. È ovunque e vuole renderci più vulnerabili e umiliarci dandogli i nostri oggetti personali» costatò Wendy.

«Mh, abbiamo un piano almeno?» chiese Evelyn togliendosi una pellicina dalle labbra.
Abbassai la sua mano e la strinsi forte.
Lei mi guardò per ringraziarmi in silenzio.
Quasi come se non si fosse accorta di quanto l'agitazione stava prendendo il sopravvento in quella piccola testolina.
Avrei voluto fermarle i pensieri.

«Non sappiamo cosa ci aspetta, andiamo e appena vediamo qualcuno che non è Lily lo massacriamo di botte» disse Yuri con le mani strette sul volante.
Sapevo che in macchina aveva una mazza da baseball, era il momento di tirarla fuori.

Arrivammo poco dopo.

Le strade erano deserte, il buio della notte incombeva su di noi e faceva un freddo glaciale.
Per fortuna avevo obbligato Evelyn a prendere un giacchetto più pesante per coprirsi quando ci eravamo fermati a casa sua.

La chiesa si ereggeva alta con i massicci pilastri in marmo.
Dalle finestre di mosaico potevamo ben vedere che le luci all'interno erano spente.

Ci avvicinammo cauti alla grande porta in legno.
Nessun suono. Anche il vento aveva smesso di soffiare, come se stesse trattenendo il respiro con noi.
La porta era chiusa.

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now