Capitolo 23 - Bipolarity?

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EVELYN

Mi sa che io non ho quello che vuoi,
ma vorrei stare ancora un po' negli occhi tuoi,
tipo come se fossi il flash di una polaroid.
-Frah Quintale.

«Scusami Evelyn per prima, non volevo risponderti male» disse richiudendo pieno la portiera dietro di me.
«Oh, tranquillo, pensavo fosse scontato ma ho capito male, nessun problema» dissi sinceramente.
Un po' imbarazzata per quel gesto.

«Va bene...allora, ti scriverò se riuscirò a raggiungervi, fai buon viaggio, e...buonanotte» disse con tono calmo e caloroso.
Gli occhi marroni brillavano sotto la luce del lampione.

«Grazie Daniel, buonanotte» dissi distogliendo lo sguardo.
Feci per avviarmi ma Daniel mi richiamò.

«Evelyn aspetta» Disse raggiungendomi.
Ci trovavamo fuori il viale di casa mia. Il rumore del motore acceso della macchina di Simon faceva da sottofondo, eravamo illuminati dai fari ancora accesi e dando un occhiata veloce alla macchina parcheggiata di traverso rispetto al vialetto, potevo vedere tranquillamente Wendy e Lily che facevano finta di parlare ma che stavano palesemente origliando attaccate al finestrino.

«Dimmi» dissi.
Non sapevo che piega stava prendendo, ma non mi piaceva molto.
Sperai mentalmente che non si dichiarasse.
Cavolo, era un mio amico, non volevo rovinare così l'amicizia.

«Io...sono contento di averti conosciuto, lo so che a volte parlo tantissimo mi dispiace, Simon e Cris me lo dicono sempre, io non riesco a...a controllarmi a volte». Si passò una mano tra il ciuffo castano e continuò. «volevo dirti che sto bene con te, sei una ragazza fantastica, e sebbene tu non lo ammetta a te stessa posso assicurarti che il tuo essere diversa ti rende speciale»

Mi accigliai ma me ne resi conto solo perché Daniel si agitò.
«Oh scusa, no aspetta, intendevo diversa nel senso che hai un passato da cui scappi, che stai cercando di rimetterti in piedi da sola, che anche se fai la forte davanti agi altri io lo vedo che hai bisogno di una spalla anche tu delle volte».
Quelle parole mi perforarono lo stomaco.

Cercavo di tenermi impegnata, di scappare e riuscire a non pensare a tutto quello che era successo, dovevo lasciarlo indietro perché indietro stava. Ma ogni tanto anche io ero sull'orlo di crollare, solo che, non me lo concedevo mai.  O almeno, facevo finta che non fosse così.

«Grazie...grazie Daniel, apprezzo molto le tue parole» dissi sinceramente.
«Ti verrò a prendere all'aeroporto quando atterri, ti porto a cena fuori che ne dici?»
Arrossii, ma non sapevo nemmeno io bene il perché.
«Certo, va benissimo» dissi con naturalezza.

Lo salutai e lui mi diede la buonanotte. Entrai in casa ancora con la testa che rimbombava le parole di Daniel.
Chiamai mamma ma mi accorsi che non c'era nessuno in casa.
Immaginai che fosse uscita, così presi il telefono e le scrissi del mio rientro.
Chiedendole anche a che ora pensava di tornare, in modo da sapere se chiudere la porta.

Mentre scrivevo il messaggio, salii le scale per andare in camera mia.
Accesi la luce, e una volta dentro mi sbracai sul letto.

Avevo un po' di messaggi non letti e alcuni da scrivere.
Così mi spogliai, rimanendo in intimo e mi distesi.

Scrissi un messaggio sul gruppo con Wendy e Lily.

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Solcito: La luce nelle tenebre Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu