Capitolo 40- live to the fullest

392 12 11
                                    

WENDY

La tua voce si fa strada nel frastuono,
stavolta giuro che non mi affeziono.
-Tananai

Presi i vestiti dal mio armadio, rigorosamente piegati e li misi insieme a quelli che mi avevano dato Evelyn e Lily.
Entrai nella stanza di Katrine e di mala voglia glieli appoggiai sul letto.
Avevo esagerato dovevo ammetterlo, ma si meritava delle amiche infondo.
Sebbene, io amica, non ci volessi essere, era più un atto di tregua il mio.

«Che stai facendo?» mi chiese Yuri appena chiusi la porta di Katrine alle mie spalle.
Mi fece saltare, stava sempre in mezzo ai piedi.
«Niente» risposi superandolo.

«Non credo che finire di tagliuzzare l'armadio di Katrine sia "niente"» disse seguendomi.
«L'armadio l'ho tagliato tutto, non ci è rimasto più niente» dissi entrando nella mia camera e cercando di chiuderlo fuori.

Bloccò la porta con una mano e entrò con me.

Sbuffai e iniziai a prendere i vestiti che dovevo indossare per l'escursione.
«Dove andate?»
«Ma che vuoi? La smetti di seguirmi?» dissi infastidita.

In quei giorni non aveva fatto altro che seguirmi, dalla discoteca alla serata total White, quando aveva menato il tizio con cui stavo ballando, a ogni volta dentro casa, lo ritrovavo ovunque.
Non era più successo niente tra noi, sebbene, ci fosse stata opportunità, e dovevo ammettere che il mio corpo voleva rifarlo.
Lui, non io. Non ci sarei ricascata.

«Senti Tigre» disse Yuri avvicinandosi al mio viso.
Non mi feci intimorire e sostenni lo sguardo.

«Io non riesco a starti lontano e fidati che ci sto provando. Ma il cazzo di odore che lasci in tutta casa mi sta mandando fuori di testa, ti vedo passare e penso solo a come sbatterti in ogni angolo di questa fottuta casa; quindi tu adesso mi dici dove stai andando, perché io, verrò con te»

Sentii il battito accelerare, mentre il fiato mi accarezzava le guance, feci finta che la sua vicinanza non mi stesse stordendo.
Ma come facevo a fingere di non sentire la fitta nella mia intimità? Come facevo a fingere che la reazione del mio corpo in sua presenza non fosse vera?.
Mi piaceva averlo intorno, mi piaceva in verità, sapere di fare questo effetto su di lui.

«Stiamo andando al Teide» dissi sollevando il mento.
Le nostre labbra già vicine, si sforarono.
«Perfetto, comunico a Katrine e David, ci vediamo giù tra dieci minuti» disse in modo sensuale, come se mi avesse appena detto esplicitamente come e in che posizione voleva scoparmi.

Uscì dalla mia stanza, e solo nel momento in cui sentii la porta sbattere rilassai le spalle.
Mi vestii in fretta, infilandomi i pantaloncini attillati e una canottiera che lasciava poco all'immaginazione.
Bussai alla porta di Evelyn e Lily, avvertendole che stavano vedendo anche gli altri con noi, e che ci saremo viste di sotto tra pochi minuti.

Scesi in salone, trovando Katrine con il mio leggings e la maglietta di Evelyn addosso.
Mi guardava male mentre beveva un succo.
Non dissi niente e lei nemmeno, infondo, avevamo capito entrambe.
Anche se mi guardava male, lo vedevo il suo -grazie- e lei vedeva il mio: -prego-.

Aspettammo che fossero tutti pronti e con lo zaino in spalla andammo a visitare il vulcano più alto della Spagna.
Ridemmo e scherzammo nel tragitto, mentre camminavamo sotto l'afa di Tenerife, eppure, tutti insieme così, sembravamo ottimi amici.
Prendemmo la funivia e poi ci facemmo il restante cammino a piedi.

«Hai sentito Ryan?» chiesi con il fiatone, camminando vicino ad Evelyn.
«Non mi risponde, gli ho scritto di aggiornarmi per qualsiasi cosa» rispose.
«Va bene, facci sapere»
«Ma sì, tanto domani torniamo a casa e lo vedo, ci parlerò» disse Evelyn aumentando il passo e superandomi.

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now