capitolo 53- lightness

300 13 9
                                    

RYAN

Lascia un posto per me,
tra le tue tenebre. 
-Sercho, Ultimo

Ero sotto shock.
Che cazzo vuol dire. 

Rimasi con il biglietto tra le mani senza avere la lucidità di dire nulla o fare qualcosa. 

Quindi ce l'ha con me. 
Wendy aveva ragione, ce l'aveva con uno solo di noi e la stava facendo pagare agli altri. 
E quel qualcuno ero io. 

«Che cazzo vuol dire» dissi spostando lo sguardo sui loro volti. 
Mi guardavano inermi, senza dire una parola. 
L'avevano già letta tutti. 

Katrine mi guardava con il suo solito sguardo, quello di chi sapeva benissimo che da lì a poco avrei mandato all'aria tutta casa. 

Yuri si alzò e mi si avvicinò cauto. 
«Dici che è lui?» mi chiese. 

Deglutii e chiusi gli occhi. 
Non c'erano dubbi. 
«Sono sicuro» dissi serrando la mascella. 

Wendy aveva gli occhi spalancati e vicino a lei, Lily con la stessa identica espressione. 
«Cosa intendete? lui chi?» chiesero. 

Iniziai a fare avanti e indietro per il salone, cercando di sbollentare e rimanere lucido. 

Ryan non puoi distruggere casa di Evelyn, calmati. 
Adesso sai chi è. 

«Mio padre» dissi mentre mi passavo una mano nei capelli ricci. 
Cercando di pensare a un modo per andarlo a prendere e ucciderlo una volta per tutte. 

«Perché?» chiese Lily.  
«Perché mi odia, rivuole indietro Lydia, vuole fare il padre adesso e sta cercando di portarmela via in qualsiasi modo»

«Già ci abbiamo pensato che fosse Paul, l'avevamo scartato perché nessun indizio ci ricollegava a lui, perché ora sei sicuro?» mi chiese Katrine

«Perché ce l'ha con me Katrine, su questo cazzo di foglietto c'è il mo nome, deve essere per forza lui» dissi in preda all'agitazione. 

Sentivo le vene esplodere, le mani iniziavano a tremare, e la voglia di spaccare qualcosa saliva sempre di più. 
La rabbia accecante mi stava stringendo il petto e la gola.
Il senso di impotenza verso quell'uomo invece, mi stava divorando. 

«Ragionaci bene Ryan, adesso riposati, domani ci vediamo qui e proviamo a capirci qualcosa in più» disse Wendy. 

Annuii sovrappensiero. 
Presi un lungo respiro e salutai tutti in fretta. 

Dovevo tornare a casa da Lydia, dopo aver ricevuto quella minaccia non potevo lasciarla sola.

Jenna era una brava nonna, ma non sarebbe stata in grado di difenderla se quel coglione ci avrebbe trovati. 

Accesi la macchina e misi in moto in fretta. 
Dovevo raggiungerla. 

Mentre guidavo presi il telefono, -una cosa che non facevo mai-, ma era strettamente necessario. 

Era tardi ma chiamai ugualmente al telefono di casa. 

Il telefono fece uno squillo a vuoto. 

Un altro. 

Iniziavo a vedere offuscato. 

Un altro a vuoto. 

Ributtai giù il groppo in gola che sentivo. 

Un altro a vuoto. 

Jenna ti prego rispondi. 
Rispondimi

Pesai mentre acciaccavo l'acceleratore. 

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now