capitolo 36- creation of a nebula🌶️

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⚠️TW: linguaggio esplicito/ scene di sesso

RYAN

Cancella i lividi
e i tagli che abbiamo
e  in 'sto macello ridere
so che possiamo.
-Coez

«Di cosa mi ringrazi?»
«Grazie per esserti aperto con me, di avermi raccontato la tua storia, mi dispiace se ti ho lasciato quel giorno...io, ero piccola e non capivo, dovevo starti accanto» disse abbassando lo sguardo.
Avevo ancora una mano nelle sue, le stringeva con forza, tanto che le sue nocche divennero quasi bianche.

«Non è colpa tua, anche tu avevi i tuoi problemi e io non ti sono stato vicino, e io non ho capito...eravamo piccoli non possiamo farcene una colpa»

Eve alzò lo sguardo, guardandomi intensamente, eravamo a pochi centimetri e potevo sentire il suo respiro irregolare accarezzarmi le guance.
«Hai ragione...ma adesso non me ne andrò»
Sentii una fitta alla stomaco.

Vorrei che non te ne andassi, ma devi farlo.
sorrisi.

«Grazie per avermi ascoltato» dissi sinceramente.
Eve mi accarezzò una guancia, ancora bagnata dalle lacrime di qualche minuto prima.

E in quel momento, mi accorsi che non mi ero mai liberato cosi con nessuno, nemmeno con me stesso ero stato mai tanto sincero.
Quella ragazza mi rendeva vulnerabile sotto il suo tocco.
Io, ero vulnerabile per lei.

Mi lasciai accarezzare i tagli profondi, e non volevo assolutamente che nessun'altra mano prendesse il suo posto.
Mi sentivo così...nudo.
Parlare con lei era stata la forma di intimità piu grande che avessi raggiunto.

Certo, ero stato a letto con altre ragazze, le avevo spogliate, le avevo fatte godere, avevamo condiviso le sigarette, avevamo scopato, mi ero fatto toccare.
Ma quella sensazione era...era diversa.

Le altre mi toccavano la pelle, mi graffiavano la schiena.
Lei, invece, mi toccava il cuore e mi scaldava l'anima.
Mi sentivo fuoco sotto il suo tocco, sotto il suo sguardo.
Mi sentivo pieno, completo.
E Dio potesse dannarmi all' istante, in quel momento mi era sembrato di essermi fatto la scopata più bella della mia vita, seppur, non ci eravamo nemmeno sfiorati.

«Ryan...» sussurrò. «Permettimi di starti accanto, permettimi di stringerti le mani quando ne avrai bisogno, permettimi di tornare indietro insieme, di prendere per mano quel bambino che urlava, che sono sicura sia ancora dentro di te. Permettimi, di aiutarti ad andare avanti, permettimi di conoscere Jenna e di giocare con Lydia, permettimi di riparare quello che sono sicura, ho rotto, permettimelo ti prego...» disse, fino a che un singhiozzo non le bloccò la frase.
Stava piangendo, e mi si stringeva il petto.

Mi accarezzava una guancia e i nostri nasi si stavano sfiorando.
«Non posso Eve, tu sei luce ed io buio, non permetterò mai che le mie tenebre ti oscurino, non posso lasciarti entrare nella mia vita» dissi con il cuore in gola.
La fitta allo stomaco si faceva sempre più intensa.

«Non sono Luce Ryan, non lo sono mai stata, ho un passato e dei demoni che mi vengono dietro da sempre, sto scappando anche io...solo...scappiamo insieme» disse quasi pregandomi.

«Quello che ti macchia non è il passato, ma come lo affronti, io, vivo ancora nel terrore che Paul viene a riprendersi Lydia, vivo nel terrore che può trovarci da un momento all'altro, e l'affidamento, lo daranno a lui, di certo non a me. Vivo nel terrore, che quando vado a dormire, poi mi sveglio e Lydia è sparita, che non la vedrei più ridere e crescere, e che viva nelle mani di quel bastardo. Io, non l'ho ancora superato il mio passato, ma tu sei più forte di me, tu sei andata avanti, lo stai facendo» dissi guardandola negli occhi.

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now