Capitolo 29. Soul on fire🌶️

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⚠️TW: linguaggio volgare, scene di sesso

RYAN

Ne ho amata una per anni
e altre solo per un attimo,
ma dimmi infondo che differenza
ci sta nel battito?
-Ernia

Mi chiusi in camera con Katrine, e accontentai il 'piccolo me' in mezzo alle gambe.
Piccolo per modo di dire, perché non era poi così piccolo.
Non ero il tipo che si vantava delle misure, anzi.
Però a me stesso, dovevo ammetterlo.

Chiusi la porta a chiave dietro di noi, per evitare spiacevoli inconvenienti.

Quando mi girai verso il mio letto a una piazza e mezza, trovai Katrine già nuda con le gambe larghe.
Aspettava solo me, e quello era l'invito.
Prima di tuffarmici dentro, presi dal portafoglio il preservativo e dal cassetto una benda.
Mi avvicinai a lei e le tappai la bocca con la fascia.

Infilai il preservativo e diedi inizio alle danze.
Katrine aveva la bocca aperta, e sebbene fosse completamente tappata da quel pezzo di stoffa, lei faceva mugolii su mugolii, sembrava voler a tutti i costi farsi sentire.

La azzittì dandole spinte più forti, ma in questo caso, lo scricchiolio del letto, non aiutava.
Dopo dieci minuti interminabili, tra sudore e gemiti, venni.
Finalmente vorrei dire.

Mi faceva male il cazzo per quanto era gonfio, e essermi svuotato così su di lei, mi diede una sensazione di piacere mista a fastidio.

Ero stremato, ma sapevo che non potevamo finire lì.
Lei non era venuta.
Ero stronzo è vero, ma anche un galantuomo.

Quindi, guardai il 'piccolo me', ormai fuori gioco, rannicchiato su se stesso, e la diedi vinta ai preliminari.

La presi con forza, aveva i capelli biondi scompigliati e un sorriso malizioso in volto.
Sapeva cosa stavo per fare.

La misi davanti a me, con le cosce larghe, lei appoggió la testa sulla mia spalla e feci scivolare la mia mano sul suo ventre, dopodiché, le stuzzicai i clitoride e con foga e poco preavviso infilai due dita dentro, era già larga e bagnata, e non trovarono nessun cenno di disapprovazione.

Diedi qualche spinta, facendo battere il palmo sul clitoride, mentre facevo fuori e dentro con l'indice e il medio.
Tempo due minuti, e mi aveva fracicato il letto.
Sapevo benissimo quali erano i suoi punti di debolezza, infondo, scopavamo da quattro anni.

Lei si lasciò andare su di me, stremata e bagnata, io mi spostai, aggirando la pozza formatasi sulle lenzuola e allungai una mano sul comodino per prendere le sigarette.
Ne estrassi una con i denti e la accessi, spuntando il fumo verso il soffitto.

Katrine non disse una parola e si sdraiò vicino a me. Sapevo che cosa voleva, ma in quattro anni, non lo avevo mai fatto, e mai lo farò, con nessuna.

Abbracciarla, o anche solo sfiorarla, adesso, avrebbe significato creare un legame più profondo, e no, non volevo assolutamente crearlo, né con lei, né con nessun' altra femmina sulla terra.

Finita la sigaretta, la spensi nel portacenere che tenevo con l'altra mano.
Katrine si era addormentata vicino a me; così mi alzai e la spostai delicatamente per toglierle le lenzuola da sotto.
Lei mugolò ma si riaddormentò subito dopo.

Le accartocciai, formando una palla gigante.
Mi infilai le mutande, i pantaloni e aprii la porta.
Rimasi immobile due secondi prima di riuscire a parlare.

Evelyn era fuori la mia porta, con i pugni piantati nei fianchi, mi guardava accigliata.

«Che c'è?» dissi.
«Che c'è? Credi che non si senta quello che fai? Io dormo proprio qui» disse, indicando la porta alle sue spalle.
Bene.
Anche nella camera di fronte l'avevo.
Tra tutte, non poteva scegliersene un' altra?

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now