Capitolo 63- Lily in danger

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EVELYN

Io con le mani dentro
I tuoi pensieri attillati
a dilatare il tempo
-Mecna

Mi fiondai fuori dal letto e misi di corsa le scarpe da ginnastica senza i calzini.
Non ci stavo capendo niente.
Giravo e rigiravo come una trottola in cerca delle chiavi della macchina e, una volta individuate sotto un libro sulla scrivania mi precipitai giù per le scale.
Inciampai in un gradino ma ritrovai l'equilibrio quasi subito.

Avevo il cuore che stava per esplodere dal petto.
Appena spalancai la porta, l'aria fredda mi graffiò la faccia.
Si insinuò sotto il mio pigiama leggero e sentivo a poco a poco il sangue nelle vene gelarsi.
Non mi ero messa nemmeno un giacchetto, dovevo solo correre, raggiungere Lily.

Non sentivo freddo, non sentivo niente in verità.
Non mi preoccupai del telefono che stava squillando, né delle vesciche che iniziavano a farmi male
nelle scarpe, né del freddo. Niente.

Correvo, dovevo correre, più veloce.
Per fortuna non distanziavamo tanto, ma io ero più vicina a casa di Lily, mentre Wendy era poco più lontana.

Arrivai nel suo giardino e mi fiondai a bussare alla porta.
«Shonda! Mary!» chiamavo la sorella e la madre disperatamente.
Non sapevo cosa fosse successo, ma qualsiasi cosa era non mi piaceva per niente.

«Mary! Sono Evelyn, apri per favore!»
Erano forse le due di notte, il vicinato avrebbe chiamato la polizia per farmi smettere di urlare.

«Shonda apri!»
La paura iniziò ad attanagliarmi la gola.
I miei pugni sulla porta iniziavano a diventare più deboli a mano a mano che non ricevevo nessuna risposta.
Le lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi.

«Shonda ti prego...» dissi quasi sussurrando, come se fosse una preghiera.

Mentre tornavo alla realtà, e iniziavo a sentire il freddo che mi aveva circondata, mentre guardavo le mie dite ghiacciate che facevano male solo a
muoverle, due braccia forti mi abbracciarono da dietro.

Il calore mi si propagò in tutto il corpo.
L'odore di tabacco mi arrivò pungente alle narici, mi lasciai cadere su di lui, mentre, quasi sfinita cercavo di far tornare il respiro regolare.

Ryan non disse niente, mi abbracciava e mi aveva abbassato il braccio che era ancora sospeso nel tentavo di bussare un'ultima volta.

Appoggiò il mento sulla mia testa e mi abbracciò più forte, incanalando l'odore dei miei capelli.
Sta cercando di scaldarmi.
Un sorriso mi uscii spontaneo.
Ci sta riuscendo.

«Evelyn! Hanno aperto?»
Wendy correva verso di me, mentre scendeva alla
velocità della luce dalla macchina di Yuri.

Mi girai di scatto sentendo la sua voce e Ryan mi lasciò andare.
Il freddo mi bloccò di nuovo il respiro.

«Non mi hanno riposto, cosa sai? Che sta succedendo?»
Da dietro Ryan sbucò Yuri.
«Mi è arrivato un messaggio, diceva che dovevamo tutti trovarci qua se volevamo indietro Lily» disse in preda al panico.

«Vogliamo indietro?» ripetei incredula.
Ommioddio.
Il cuore perse un battito, o forse anche due.
«Il mittente? A che ora ti è arrivato? E tutti chi?» chiesi guardandomi intorno.

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now