Capitolo 17- watch your back as you go

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RYAN

I giorni restano, restano, restano
e tu non torni più
e ho preso un sacco di stupidi lividi
sopra la pelle, sotto la pelle, sotto alle stelle
e la voglia di, voglia di, voglia di andarmene via da qui, per non vederti più dentro gli occhi blu
di una sconosciuta che sta al posto
tuo che non sei tu.
-gazzelle

Jeb.
Destro.
Gancio sinistro.

Con una mano gli stingevo il collo e con l'altra tiravo pugni. Il sangue era schizzato ovunque, e quel bastardo era ancora cosciente, lo vedevo dal sorriso che aveva sul volto; il che, mi faceva ancora più incazzare.

Gancio sinistro.
Un altro.
Gancio destro.

Dovevo prendergli il naso o il mento per metterlo k.o.
Ma in verità mi stavo divertendo a vederlo soffrire e sputare sangue dalle gengive.
Così impari a vedere la droga alle minorenni. Bastardo.

«Ryan!»
Qualcuno mi chiamò, ma non distinsi bene le voci, sentivo tutto ovattato e ogni tanto vedevo nero, avevo preso qualche pugno prima di riuscire a stenderlo.

Dio mio. L'avrei ucciso.

«Che c'è Ryan? È più facile portarle a letto da drogate» disse, sputacchiando sangue ovunque.
Un altro cazzotto sulle gengive.
Ma in quella città avevano tutti a che fare con la droga?

«Cory, spero che prima o poi drogheranno tua figlia» dissi.
Non mi ero nemmeno reso conto delle parole che mi erano uscite dalla bocca, ma in qualche modo doveva soffrire.
Dovevo fargli male, o avrebbe continuato a drogare le minorenni che trovava in giro.

Cory rise, mostrandomi i denti insanguinati.
Feci per tirargli un altro pugno, sulla mandibola stavolta.

«Ryan!» Una voce fin troppo familiare mi chiamò, tra tutte, la sua l'avrei riconosciuta sempre, soprattutto quando diceva il mio nome.
Lasciai il braccio a mezz'aria mentre con l'altra mano tenevo il collo di Cory.

Mi girai verso il locale lì davanti e notai una flotta di gente intente a guardarmi.
Che sono? Un animale da circo?

Tra tutte, una ragazza bassina, con i capelli lunghi e le guancia arrossate attirò la mia attenzione.
Rimasi un secondo a guardarla, e non mi ero accorto di aver allentato la presa sul collo di Cory.

Lui mi spinse via, si alzò di scatto, e mi tiro un pugno sul sopracciglio.
Il sangue caldo iniziò a calarmi sulla palpebra.

«Allora sei in grado di combattere, iniziavo ad annoiarmi» dissi.

Cory mosse la mano per sferrarmi un gancio sullo stomaco.
Prevedibile. Parai il colpo senza sforzi.
Gancio sinistro

Mi stava per arrivare un pugno sulla guancia, ma dalle sue movenze mi resi conto che non sarebbe riuscito a farmi niente.
Comunque, lo schivai.
Gancio sinistro.

«Ryan! Smettila!»
Merda.
La sua voce mi distraeva.

La guardai di nuovo, stava venendo verso di me.
È per caso impazzita?
Proprio ora che iniziavo a divertirmi.

Cory saltellava a destra e a sinistra come un grillo impazzito, per lo più tirava pugni all'aria.

Bene, fine dei giochi.
Sferrai un gancio destro sul suo mento. Cadde a terra in un secondo.

Lo guardai disteso soddisfatto mentre mugolava dal dolore.

«che diavolo stai facendo?» disse Evelyn davanti a me.
I pugni chiusi lungo i fianchi e la fronte corrugata.
Oh oh, la mia Chérie si è incazzata.

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now