capitolo 57- i will hold your hand

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EVELYN

Dormire in posti piccoli e abbracciarsi,
per convincere i tuoi sogni e i miei incubi a mischiarsi
-Nitro.

Entrammo nella sua cameretta.

Ryan non capiva di cosa si trattasse o che volessi fare, pensava che dovessi dirgli una frase per aiutarlo, non che avremmo dovuto fare effettivamente qualcosa.

«È importante che tu mi ascolti, e ti fidi di me. Ti fidi di me Ryan?» chiesi mentre guardavo i disegni attaccati al muro.
Lo avevo fatto sdraiare sul letto, dandogli qualche secondo per mettersi comodo.

«ti ho dato il mio cuore in mano Eve, e lo rifarei altre tremila volte»

Sorrisi a quella dichiarazione.

Mi girai verso di lui.
Aveva gli occhi chiusi come gli avevano chiesto, le mani lungo i fianchi e sembrava un tronco di nervi.
Mi misi seduta vicino a lui nel letto.

«rilassati Ryan, sono qui» dissi sussurrando.
«Evelyn» deglutì, ma non aprì gli occhi.
«dimmi»
«mi stai facendo eccitare, questa cosa non funziona»
Scoppiai a ridere.

«rilassati, sennò non funzionerà mai» dissi tra le risate.
Ryan prese un lungo respiro.
Ma non vedi espirare.
Aprì gli occhi e mi guardò come un cane bastonato. «puoi...puoi dirmi esattamente che faremo? È che...» cercò di dire.

Lo azzittì mettendogli l'indice sulle labbra.
La sua espressione divenne subito maliziosa e lo tolsi prima che pensasse cose strane.
«ti spiego: il punto non è quanto dolore hai subito, quanti traumi ti tolgono il respiro, quanto hai sofferto, il punto è come affronti tutte queste cose»
«non ci sono molti modi di affrontarla Eve, si affronta male, come potresti mai prendere con leggerezza?» mi chiese sul serio confuso.

«la leggerezza arriva dopo, la devi affrontare di petto e fa male, cazzo se fa male, devi guardare in faccia il mostro»
«Mh»
«ascoltami e basta, ma non sarà semplice, ti richiederà uno sforzo mentale non da pochi, devi essere pronto»
«va bene»

Spensi la luce della camera e rimanemmo al buio, solo i raggi della luna entravano dalla finestra semi- aperta, e mi davano la giusta atmosfera per provare a entrare nel suo passato.

Ryan era ancora disteso, così mi misi comoda vicino a lui e gli presi la mano.
Gliela portai sul petto, al centro dello sterno, feci una piccola pressione.
«adesso respira, e concentrati su di esso» dissi.
Ryan iniziò ad alzare e abbassare il petto.
Aveva il respiro irregolare, ancora.
E il suo cuore batteva all'impazzata.

Il silenzio della casa aiutava a concentrarci.
Chiusi gli occhi.
«respira dal naso e espira dalla bocca»
Così fece. Mi ascoltava attentamente.

«immagina un bel posto, il tuo posto preferito, sei felice e spensierato.»

Gli lasciai qualche secondo per immaginare.

«quando ti senti pronto, ricomincia a respirare normalmente, non distogliere il focus dal tuo posto preferito. Immagina che sei lì a correre o a giocare»
«è normale che la menti vaghi, quando ti rendi conto che stai pensando ad altro, ritorna lentamente e gentilmente al tuo ricordo felice» dissi.

Ryan aveva ripreso un respiro regolare, adesso era più pensate, capii che si stava realmente impegnando.
La mia mano sulla sua faceva ancora pressione sul suo petto.

«adesso cambia focus, ti ritrovi seduto a terra, in uno dei momenti peggiori della tua infanzia, tuo padre è in piedi davanti a te e sai cosa ti sta per fare, tu cerchi di non urlare, ma di sottofondo senti Lydia che ha fame e sta piangendo, sai cosa sta per succedere, ma non farlo accadere»

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now