Capitolo 56- Eyes that sparkle

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Mi ci vollero due secondi per riprendermi e non scoppiare in lacrime.
La guardai intenerita, mentre aveva ancora quel mignolo all'aria.
Lo attorcigliai con il mio.

«Me lo ha insegnato Tyan» disse con la vocina sottile.
Mi esplose il cuore.
«Hai un fratello fantastico» dissi con gli occhi pieni di lacrime.

Finii di colorare il sole, mentre un senso di protezione e affetto mi dilaniava dall'interno.
Quella bambina era più simile a me di quanto pensasse, e questo mi causava una stretta al cuore.
Pensare che in parte, avevamo subito le stesse violenze.

Forse il fatto che fosse così piccola da grande l'avrebbe aiutata a prendere consapevolezza delle sue paure.
Un cuore così puro e piccolo, già macchiato.
Avrebbe resistito?

«Ragazze? I pancake sono pronti!» strillò Ryan dalla cucina.
Ci alzammo in fretta da terra, e Lydia mi prese per la mano allargando un sorriso a trentadue denti.
Anzi, a trenta, le mancavano un paio di denti davanti.
Sorrisi, e mi lasciai portare in cucina.

Lydia si nascose dietro le mie gambe, mentre Ryan metteva i pancake nei piatti.
«Che succede? Cosa avete combinato?» chiese con tono da finto severo.
Sorrisi.

Lydia uscì con le braccia distese. «Guarda Tyan, sono grande così adesso, ho i tatuaggi come te» disse ridendo.
Ryan scoppiò in una risata rumorosa. Di cuore.
Gli ridevano gli occhi, e credo anche l'anima, questo forse, era il momento in cui lo avevo visto più sinceramente felice.

Ryan prese Lydia in braccio e ridendo gli studiò tutti i disegni che le avevo fatto.
La appoggiò seduta sull'isola della cucina e parlavano divertiti di una coccinella uscita decisamente male.

«E questi chi sono?» chiese guardando i tre omini disegnati su una gamba.
«Tu, Eve e io» disse Lydia indicando con l'indice.

Ryan mi rivolse uno sguardo. Uno dei più sinceri che gli avevo visto fare.
Non capii immediatamente la sua espressione, ma i suoi occhi mi stavano dicendo: -grazie-
Ricambiai lo sguardo.

«Allora? Questi pancake?» dissi entusiasta.
Cercando di smorzare le lacrime di gioia che combattevano per uscire.

Quel pomeriggio lo passiamo tutti e tre insieme, da soli.
Mangiammo i pancake, e mentre li gustavamo, Ryan ci distrasse con una risata.
Lydia e io lo guardammo confuse.
Lui indicò i nostri piatti, e entrambe abbassammo lo sguardo.

Entrambe avevamo spezzettato i pancake a piccoli, piccoli pezzi.
Risi di gusto quando capii che non lo facevo solo io.

Passammo il resto del pomeriggio a guardare 'barbie la principessa e la povera', dopo aver sentito tutte le lamentale di Ryan che voleva vedere 'Cars' finalmente lo avevamo convinto, in più, ci fece anche le pop corn.

Ryan passò la maggior parte del tempo a lanciarle in aria e a riprenderle con la bocca, quando Lydia si accorse di questo gioco, non c'era stato modo di dirle che era pericoloso e che era meglio non farlo.
Lei diceva: «Tyan lo fa, quindi anche io»
Vidi Ryan passarsi una mano sul viso, arreso alla sua stessa cavolata.

Lydia e io disegnammo per il resto del tempo, e mi aveva portato a vedere tutte le sue bambole.
Per movimentarci collegammo il telefono alla cassa bluethoot e ci mettemmo a ballare come matte nel salone, sotto lo sguardo divertito di Ryan seduto su uno sgabello in cucina.

Per cena io e Ryan cucinammo insieme, o meglio, aveva messo me e Lydia a formare delle polpette con il macinato, mentre lui si occupava del sugo.
Due o tre le tirammo addosso a Ryan prima che si girasse a guardarci in malo modo.

Cenammo tutti e tre seduti a tavola, il mio cuore era esploso almeno un centinaio di volte, era la giornata più spensierata che avessi mai passato.
Quelle ore mi diedero la sensazione di avere una famiglia.
Dove non esistevano mostri, passato, stanze degli orrori, incubi, notte insonni, attacchi di panico...non c'era più nulla, avevamo formato una piccola bolla per tenere tutto questo fuori, e stava funzionando, e avrebbe funzionato anche a lungo andare.

Ma il passato devi affrontarlo, devi affrontare le tue paure, o troveranno il modo di raggiungerti, sempre.
E fa' scoppiare quella tua bolla di finta serenità come se fosse sapone.
Devi affrontare quel mostro che ti grava sulle spalle, o da lì, non se ne andrà piu.

«Aiutami» mi disse Ryan sdraiato sul divano.
Ero stesa su di lui, con la testa poggiata sul suo petto, mi stava accarezzando i capelli.
Ci eravamo messi a guardare la televisione.
Lydia dormiva in camera sua, era crollata poco dopo cena, esausta da questa giornata di giochi e novità. Non avevamo nemmeno fatto in tempo a dirle di lavarsi per togliere i disegni.

«A fare cosa?» chiesi.
Il rimbombo della mia voce si fece strada nel suo petto.
«Aiutami ad affrontare il passato come hai fatto tu Eve, puoi?»
Guardava il soffitto, notai che deglutì come se quello che mi aveva chiesto pesasse come piombo sul suo sterno, sembrava avesse paura non tanto di affrontarlo, ma come.

«Possiamo provarci...Ryan non è semplice, richiede un grande sforzo e...» cercai di spiegare.
«Facciamolo» mi interruppe. «Facciamolo Eve, non posso vivere con quest'ansia.
Oggi ho finalmente assaggiato quel minimo di spensieratezza e leggerezza che non ho mai avuto, mai in vita mia, e me ne sono innamorato, mi sono innamorato di questa idea, di avere una vita realmente felice dopo un passato di merda, dopo paranoie di merda che ti logorano da dentro, e io ci credo che non mi sono solo illuso, io ci credo che esiste la felicità che ci meritiamo lì fuori»

Sussultai, ma non mi mossi dalla mia posizione, guardalo negli occhi avrebbe significato dargli una speranza.
Io non avevo di certo la palla di vetro, come potevo sapere se con lui avrebbe funzionato?

«Che ci...?» chiesi.
«Che ci, sì. Perché se questa felicità significa perderti di nuovo allora non la voglio, voglio condividerla con te, voglio passare giornate intere a cucinare per te  e poi a scoparti sull'isola della cucina, voglio portare Lydia al parco con te e non preoccuparmi più di quest'ansia che mi sta addosso, ma voglio che ci sia tu al mio fianco.» disse.

Ryan si tirò su, costringendomi a farmi alzare dal suo petto.
Appoggiai il viso tra le sue mani e lo guardai.
Avevo un mix di emozioni dentro.
Non capii bene che tipo di sensazioni avessi, so solo che le farfalle nello stomaco stavano ballando un valzer, il mio cuore, aveva preso fuoco almeno tredici volte.
Sorrisi, uno dei tanti più sinceri avuti nella giornata.

Gli accarezzai il volto e lo vidi vacillare, appena appena, forse per la dichiarazione che si era reso conto di aver appena fatto.

«Proviamoci, ce lo meritiamo un finale migliore, ti aiuterò io» dissi.
Ryan mi annientò con quegli occhi verdi smeraldo.
Mi trapassarono le ossa.
Una scintilla si fece strada nelle sue iridi, e il sorriso mi diede l'occasione di osservare da vicino quella fossetta.
Non si aspettava che accettassi, era incredulo ma felice allo stesso tempo.

«Bene, vieni con me» dissi alzandomi e tendendogli la mano.

~~~~~~~~~~~~~~~~spazio autrice~~~~~~~~~~~~~

Splendoriiii☀️
Vi auguro una buona pasqua e una buona pasquetta.
Passate questi giorni con chi amate, godetevi ogni istante e siate felici ❤️

Questo capitolo un po' così...a metà tra l'essere leggero e essere pesante.
Forse, uno dei più belli.
È un capitolo che mi ha regalato emozioni. Mi ha fatta ridere e commuovere.
Osservare e conoscere meglio la piccola Lydia. Guardare Ryan amare la sua famiglia, spensierato e finalmente felice.
Ascoltare Evelyn in tutta la sua dolcezza, nella sua premura e nell'amore che prova per Ryan e la vita.

Amo questa bolla di felicità che si sono creati. Amo vederli crescere e capire finalmente cosa significa non avere paura.

Ora Evelyn lo insegnerà anche a Ryan...pronti a vedere come?
Non vedo l'ora che leggiate il resto.
Vi amo splendori❤️
Buone feste ❤️☀️

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now