Capitolo 49-Friends see each other in times of need

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⚠️Tw: attacchi di panico

WENDY

La tua mano nel buio,
guarisce la mia solitudine.
- Cesare Cremonini

Mi alzai in piedi e guardai Lily comunicando con lo sguardo. 

Lei si diresse in bagno da Yuri e Katrine.
Io da Ryan che ancora cercava di aprire la porta. 

Gli misi una mano sul braccio e lui mi guardò confuso.

Deglutii.
Adesso che cazzo gli dico.
«Vieni con me, il problema non è qui» dissi seria.

«Wendy, Evelyn mi ha pregato di aprire questa porta, aveva le lacrime agli occhi e sto cercando ancora di aprirla» disse facendo forza sulla maniglia.

«Lo so, è solo per rifugiarsi, ti prego Ryan vieni con me, dobbiamo andare di sotto» 

Mi guardò più confuso di prima.
Diede un'occhiata a Evelyn che era ancora per terra con le ginocchia al petto.

Mi guardò senza capire e annuì. 

Ci avviammo tutti verso il piano inferiore.
Più ci avvicinavamo, più la musica aumentava. 

Guardai Katrine e Lily
«Fate uscire tutti e togliete la musica»
Katrine era spesata e Lily le fece cenno di seguirla. 

«Voi seguitemi» Dissi a Yuri e Ryan. 

Il cuore mi batteva nel petto mentre passavo per il salone. 

Non c'era tempo per le spiegazioni.
Avrebbero capito quando lo avrebbero visto; o forse no, ma non avevo assolutamente tempo.

Mentre mi avvicinavo al sotto scala deglutii. 

Non avevo mai visto quella stanza ma solo immaginarla mi metteva i brividi. 

«Che cazzo è?» disse Yuri mentre mi abbassavo per entrare sotto il sottoscala e alzavo un tappeto pesantissimo. 

Non risposi e lo arrotolai fino a scoprire la botola che portava al piano sottorraneo. 

«Wendy dove cazzo stiamo andando?» chiese Ryan. 

Avevo il batticuore e mi sudavano le mani.
Non potevo avvicinarmi.
Avevo gli occhi già pieni di lacrime a rivivere tutte le scene che Evelyn mi aveva raccontato con grande fatica. 

«Ryan, prova ad aprirla» dissi. 

Uscii da quel piccolo buco sotto le scale e ci feci entrare Ryan; che piegato con la schiena in avanti faceva fatica anche solo a stare lì.
Guardò la botola senza capire e provò a tirare la maniglia verso di lui. 

Mi stavo per sentire male. 

Si aprii. 

Cazzo, cazzo, cazzo. 

«Ma che cazzo è» disse Ryan.
Yuri si avvicinò a lui e si affacciò di sotto. 

C'erano solo delle scale che scendevano e si vedeva in fondo il pavimento. 

Indietreggiai. 

Controllare che fosse chiusa lo facevo sempre.
Ma controllare e sapere, di non essere sicura che fosse chiusa mi faceva venire un magone. 

Adesso non sapevo cosa fare, la musica non era smessa e sebbene si sentisse poco non riuscivo a pensare. 

«No!» urlai a Ryan mentre metteva un piede sulla scala per scendere.

Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now