60. Dolore

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Diana, dopo aver girovagato con la macchina, aveva sentito gli occhi appannarsi di nuovo.

I fanali delle macchine sembravano improvvisamente dei fasci di luce indistinti sotto il velo delle lacrime.

Accostò in un parcheggio di un negozio, cercando di fermare il pianto che l'aveva colta, squarciando l'apatia di quei primi momenti.

"Mamma" si ritrovò a dire al telefono.

"Diana! Che succede? Stai piangendo?" si allarmò Adelaide, rispondendo mentre era sull'autobus affollato, al ritorno dal lavoro.

"Sei a casa?" chiese Diana.

"Sto tornando adesso, pasticcino. Non mi far preoccupare, che hai fatto?".

"Vengo da te, te lo dico di persona".

Si asciugò le lacrime con un moto di stizza e ingranò la retro, uscendo dal parcheggio.

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Diana si accasciò sul divanetto a due posti beige della mamma, con il trucco colato irrimediabilmente.

Adelaide ascoltò il fiume di parole che provenivano direttamente dal cuore della figlia, tra un singhiozzo e l'altro.

"Non credo ti abbia tradito, era lì davanti a te, l'ha cacciata dall'ufficio..." cercò di minimizzare.

"Lo so... non è un tradimento. Non sono triste per quello. Non ha iniziato lui" singhiozzò.

"Però?" incalzò la madre. C'era dell'altro.

"Si è tirato indietro dopo qualche secondo, come se prima avesse voluto togliersi lo sfizio, vedere se gli fosse piaciuto. Ho percepito che non era un semplice bacio per ripicca quello di Annette e che il suo non era solo fastidio perché lei aveva oltrepassato i suoi confini. Era infastidito perché, probabilmente, avrebbe voluto di più e non poteva... non so se mi spiego" buttò fuori lei.

"Diana... io vedo solo che ti ama, che ha occhi solo per te, che sei importante per lui... Non c'ero, non posso sapere come sono andate le cose ma forse è una tua suggestione..."

"Ne sono abbastanza certa. Mi ama, questo lo so. Ma era come se nell'aria ci fosse proprio una scintilla inesplosa tra quei due, un bacio che poteva essere e che non è stato perché c'ero io e c'era Markus" ribatté Diana, con le lacrime che continuavano a scendere sul suo viso.

"Vieni qua, abbracciami" le disse la madre, e lei affondò il naso nel maglioncino della madre, ispirando l'odore di pulito che emanava.

Adelaide cercava di tenere incollati, con un abbraccio stretto, i pezzi della figlia che sentiva sgretolarsi piano piano tra le sue braccia.

Le accarezzò i capelli, lasciando che il silenzio le avvolgesse e che il dolore di Diana defluisse un po' tramite quelle lacrime che ormai non avevano più il mascara da sciogliere.

Si tirò su, andando in bagno a sciacquarsi il viso.

Quella consapevolezza l'aveva distrutta.

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Franz aveva percorso tutta Berlino in macchina, cercando di intravedere quella dannata Audi A1 color perla in qualche parcheggio.

Se solo avesse saputo l'indirizzo della madre sarebbe stato decisamente più semplice, ma non lo sapeva.

Diana al telefono non rispondeva e forse capiva quella scelta ma lui aveva paura che fosse successo qualcosa.

Era uscita dall'ufficio scossa e nel mentre si era fatto buio.

Mi hai incatenato il cuore (In revisione)Where stories live. Discover now