14. Punizione

490 29 25
                                    


Diana si immobilizzò. Franz, scuro in volto, era seduto sul divano con le braccia allargate sullo schienale e le gambe incrociate mentre le lanciava sguardi di fuoco.

"Fai bene ad avere paura, ragazzina" tuonò lui.

Deglutì, non sapendo nemmeno cosa rispondere.

Franz si alzò in piedi, imponente e minaccioso e, guardandola negli occhi, slacciò la cintura e con un gesto fulmineo la sfilò dai passanti dei pantaloni eleganti e la ripiegò in due tra le mani.

"Oddio" sussurrò Diana.

Non si aspettava niente di tutto questo, era spaventata ma anche curiosa.

L'avrebbe usata su di lei?

Era davanti alla porta e sarebbe potuta scappare ma i suoi piedi erano incollati al pavimento e, forse, non voleva nemmeno andarsene.

"Ti hanno vista tutti, ragazzina" disse lui con voce graffiante.

Ecco.

"Anche lei, signore?" le uscì dalla bocca. Subito dopo si morse la lingua, aveva una cintura, anche se di Hermès, in mano e lei lo provocava?

"Non fare l'impertinente, piccola peste" la rimproverò, aspro.

Da dove le usciva tutta quella voglia di giocare? Pensò lui.

Non era un gioco.

Era incazzato davvero.

"Gliel'ho detto al mio fidanzato che ci avrebbero visti" si giustificò, ridimensionandosi, "ma non ha sentito ragioni".

"Potevi uscire dalla macchina, o non metterti la gonna" tuonò infastidito Franz. Sentiva la bile mandargli a fuoco lo stomaco, bruciandolo lentamente dall'interno.

"Mi obbliga a mettere la gonna, e se fossi uscita mi avrebbe punito domani" sussurrò Diana, per dargli una spiegazione anche se, razionalmente, lo sapeva, avrebbe solo dovuto rispondergli che non erano fatti suoi quello che facesse con il fidanzato.

"E stasera ti punirò io. Vieni qua, ragazzina" ordinò Franz, sottolineando volutamente il verbo.

"Non devo togliermi le scarpe?" cercò di prendere tempo lei per pensare.

"Al diavolo le scarpe, vieni qua e siediti su di me, è un ordine" sbraitò lui scandendo le parole e mettendo entrambi i piedi a terra.

Dio, se era imponente, pensò Diana in visibilio.

La coscienza le ricordò che aveva una cintura in mano e che l'avrebbe usata su di lei probabilmente.

Ma almeno è di Hermès, le rispose il diavoletto sulla sua spalla.

Mosse i piedini leggiadri e lui la guardò per tutto il tempo estasiato.

Salì a cavalcioni su di lui e Franz ebbe una scossa di piacere sia per il modo in cui aveva obbedito, sia per averla sentita addosso.

Ghignò.

"Baciami, di tua spontanea volontà. Tradiscilo con me" gli uscì involontario dalle labbra dando adito ai suoi peggiori pensieri sporchi.

Lo eccitava da morire sapere che quella dea innocente stesse tradendo il suo ragazzo con lui. Lo faceva sentire proprio potente e invincibile.

Lei aprì la bocca, incredula.

Nel mentre sentì una fitta di eccitazione al basso ventre.

"Non me lo far ripetere, tradiscilo, avanti, lo so che lo vuoi, tradiscilo con il tuo papino" gli uscì con voce roca.

Mi hai incatenato il cuore (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora