40. Come nuovo

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Era passato un mese e tra lei e Markus sembravano due idioti a parlare con lui, che non accennava a svegliarsi.

Diana ogni tanto piangeva ancora, scoraggiata, ma poi si tirava su e continuava ad andarlo a trovare tutti i giorni, studiando arroccata su quella sedia scomoda.

Markus l'andava a prendere ogni giorno fuori scuola, passavano a casa, lei prendeva il pranzo e poi lui la portava in ospedale.

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"Non c'è bisogno di venirmi a prendere ogni volta a scuola, Markus... Jan è in carcere e credo di non correre nessun pericolo, non voglio essere un peso" le disse, allacciandosi la cintura dopo essere salita su una due posti abbastanza bassa con il logo Mercedes.

"Mi ammazzerebbe se sapesse che ti lascio prendere i mezzi pubblici" ghignò lui, immaginandosi già l'amico mettergli le mani sul collo se lui avesse fatto una cosa simile. Franz aveva un senso di protezione smisurato verso quella ragazzina e Markus non l'avrebbe tradito in quel modo.

"Oddio, non sono una bambina" annunciò lei con un sorriso. Quei due erano più simili di quanto si lasciassero dire e parlare con Markus le faceva smettere di pensare per qualche secondo a Franz su un letto d'ospedale, in coma. Era la cosa più vicina a un amico che avesse in quel momento.

"Decisamente no" esordì Markus guardandola di sfuggita, fermo al semaforo rosso. Quello stronzo del suo amico aveva avuto decisamente l'occhio lungo, se Franz non fosse stato cotto di lei e quel bastardo non fosse stato il suo migliore amico e la persona più importante che aveva, non si sarebbe fatto scrupoli e ci avrebbe provato immediatamente. Diana era di una bellezza mozzafiato e aveva l'innocenza di chi non sa di esserlo.
Subito dopo si sentì in colpa per quello sguardo che le aveva lanciato e, morsicandosi la lingua, aggiunse: "Ma già dovrò farci i conti per averti lasciata da sola in quel superattico ogni sera, quindi se non voglio rimetterci le penne è meglio che io ti venga a prendere".

"Ti difenderò dicendogli che in quell'appartamento ci sono talmente tanti allarmi che non mi avrebbe potuto rubare nemmeno una task force di hacker" sorrise lei, ignara del pensiero malizioso che aveva avuto Markus.

"Spero di non aver bisogno di essere difeso, gli sto portando avanti l'azienda" ammise lui. E si stava impegnando come se fosse sua, a quello stronzo voleva bene come a un fratello e forse qualcosa di più.

Diana scese dalla macchina e sentì squillare il telefono. Era la mamma, rispose mentre entrava in camera di Franz.

Dopo che le aveva raccontato di Jan e di come avesse anche tentato di spararle, era diventata più attenta e protettiva e la chiamava sempre, ascoltandola con attenzione e andando da lei anche solo per prendere un caffè veloce.
Diana era davvero felice di avere una spalla su cui contare e, spesso, nonostante si fosse ripromessa di essere forte, tra le braccia della mamma lasciava andare le lacrime che avrebbero esorcizzato la paura di non vedere più Franz.
E Adelaide le accarezzava la schiena e i lunghi capelli castani, come i suoi, pensando che non avrebbe mai più lasciato la sua unica figlia da sola. Il suo pasticcino aveva bisogno di una madre, e lei era stata fin troppo assente, beandosi del fatto che Diana fosse di una bontà unica e che non le avesse mai fatto pesare la cosa, non creando nessun tipo di problemi.

"Si è svegliato?" chiese premurosa Adelaide, che aveva iniziato a volere bene anche a Franz per il modo in cui si comportava con la figlia. Era di una premura senza eguali e una madre non avrebbe voluto niente di più per la propria bambina.

"No" sospirò Diana, accarezzandogli dolcemente la mano sinistra e risalendo fino all'avambraccio, da dove partiva il tubicino della flebo.
"Mi fa stranissimo vederlo così. Di solito è sempre iperattivo, controlla in continuazione l'orologio e risponde a un milione di telefonate incastrando impegni sull'agenda. Nel tempo libero va in palestra o fa boxe, e anche quando sta con me ha la mente attiva su una quantità spropositata di idee e progetti... vederlo così mi fa male. Non è nella sua natura, è come aver ingabbiato un uragano" ammise lei, guardandolo profondamente.

Mi hai incatenato il cuore (In revisione)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin