37. Buon compleanno

403 22 21
                                    


Il suo compleanno iniziò in maniera fantastica, a mezzanotte si ritrovarono a mangiare la torta che avevano comprato e lei, soffiando sulle candeline, espresse il desiderio di passare sempre con lui i suoi compleanni.

Poi la madre la chiamò al telefono e le disse che le voleva tanto bene e che presto si sarebbero viste.

"Non sarai un po' troppo piccola per bere lo champagne?" la prese in giro lui, versandole due gocce nel calice che lei teneva in mano.

Diana non aveva mai bevuto un alcolico così pregiato e non avrebbe mai immaginato di brindare al suo compleanno con uno champagne francese.

Mise il broncio. "Ho diciassette anni".

"Appunto" ribatté lui, ridendo.

"Come se tu a diciassette anni non bevessi" rispose lei piccata, afferrando la bottiglia di Moët e versandosela da sola.

Franz scoppiò a ridere a quei ricordi e ammise: "Prendevo delle sbronze così colossali che, a pensarci ora, mi vergogno".

"Ecco" concluse lei, facendo il bis e facendo scontrare i bicchieri in un brindisi coronato dalla spensieratezza di quel momento.

Il giorno dopo, lui la svegliò portandole la colazione a letto, e l'accompagnò a scuola, dopo aver perso quindici minuti buoni a baciarsi nel garage di casa.

Quando lei rientrò a casa, trovò dei palloncini a forma di cuore vicino al divano, dove sopra c'era un sacchetto di Jimmy Choo, uno di Versace e uno di Sephora.

Diana aveva le gambe ridotte a gelatina e, avvicinandosi a quei pacchetti, trovò sopra un bigliettino:

Preparati così per stasera, andiamo a cena fuori.

ps: spero tu non abbia cucinato per pranzo.

Si diresse in cucina, trovando sul frigo un post-it su cui c'era scritto che doveva solo tirare fuori il sushi.

Diana, con le lacrime agli occhi, aprì i pacchettini e lo chiamò.

"Franz... ma sei pazzo?" sussurrò lei, mentre era commossa a vedere quel vestito nero che costava una follia e quelle scarpe che erano dei gioiellini.

"Ti piacciono, principessa?" sorrise lui al telefono.

"Sono bellissimi, ma saranno costati tantissimo" ribatté lei.

"Mi basta solo sapere se ti piacciono" rispose, sincero.

Era da un po' che aveva in mente di portarla a cena per bene. Per carità, la pizza d'asporto sul divano o sul letto era gradevole, ma voleva sperimentare il piacere di vederla vestita bene, di farla salire sulla sua macchina senza che avesse la divisa scolastica o i jeans, e portarla in un ristorante serio, ammirandola tutto il tempo tra le luci soffuse.

Diana passò il pomeriggio ad ammirare quelle scarpe nere, a punta, con un fiocchetto in tulle alla caviglia. L'aveva viste tante volte ai piedi delle modelle o sui red carpet che amava guardare, e ora erano lì, nella sua taglia, pronte per essere indossate da lei. Era un sogno.

E dentro quella busta di Sephora c'era tutto l'occorrente per una full face, con l'immancabile rosso iconico di Chanel.

Sarebbe potuta svenire. Ancora non poteva crederci che tutti gli oggetti dei suoi desideri stavano comparendo davanti a lei.

Si vestì e si truccò con cura, sentendosi una dea.

Non era abituata a rimirarsi troppo allo specchio, di solito controllava solo che fosse tutto okay, consapevole, più o meno, di essere carina.

Mi hai incatenato il cuore (In revisione)Where stories live. Discover now