Capitolo 42- between a promise and the heart

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EVELYN

Un treno fischia la nostra partenza
e ci lascia una dolce astinenza.
-Holden

Posai le valigie a terra, mentre cercavo con lo sguardo Daniel tra tutte le persone in aereoporto.

Continuavo ad allungare il collo e guardarmi intorno, fino a che Wendy vicino a me, non mi diede una spallata.
«Eccolo!» disse indicando un punto poco più distante.

In quel momento Daniel mi vide, e iniziò a fasi strada tra valige e bambini.
«Daniel!» dissi sventolando un braccio.

Si avvicinò mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
«Principessina, mi sei mancata!» disse stringendomi in un abbraccio.
Sorrisi e lo ricambiai.

«Eve, Lily ed io torniamo a casa, scrivimi quando arrivi al ristorante» disse Wendy prendendo in mano la mia valigia, me l'avrebbe portata a casa lei.
Poco dopo salutò Daniel. 
«E fa' la brava» continuò parlandomi all'orecchio e dandomi una pacca sul culo.
Le sorrisi e scossi la testa.
Salutammo entrambe e ci avviamo verso l'uscita dell'aeroporto.

«Dalla a me» disse Daniel allungando una mano verso la mia borsa.
«Non fa niente, non è pesante»
«Sei bellissima»
Lo guardai confusa.
Mi spiazzò quell'affermazione. Non me l'aspettavo.

Lui mi guardava divertito.
«Dopo tre ore di volo, non credo, ma grazie comunque» risposi dolcemente.

Avevo una semplice maglietta bianca e dei jeans scuri, nulla di troppo elegante, aveva insisto per venirmi a prendere e portarmi a cena fuori, nemmeno il tempo di una doccia, quindi, si doveva accontentare.

«Allora, dove mi porti?» chiesi.
«Vedrai» rispose sorridendomi.
Mi aprì la portiera del taxi e salimmo.

«Dov'è la tua macchina?» chiesi mentre cercavo di capire la strada guardando fuori dal finestrino.
Era già buio, le luci di Shell illuminavano i marciapiedi.
«Dal meccanico» rispose con un' alzata di spalle.

«Allora come è andata?» mi chiese subito dopo.
«Bene! Ci siamo divertiti un sacco.»
Riabbassai subito lo sguardo, pensando a quello che avevo fatto con Ryan.

«Sono contento, una vacanza tutta amiche non poteva andare male no?» mi chiese guardandomi.
Daniel allargò le gambe, adesso il suo ginocchio stava toccando il mio, sembrava essere alla ricerca di un contatto.
Non mi spostai.

«Ah, con noi c'erano anche Ryan, Katrine, Yuri e David, quei ragazzi che abbiamo incontrato qualche volta al pub...ricordi?»
Daniel sgranò gli occhi, lo vidi deglutire difficilmente ma si ricompose subito.
«Ah sì, ricordo... e come mai?» si accigliò.
«È una lunga storia, ti spiego al ristorante»
Non mi domandai sul perché della sua reazione, effettivamente era stata una coincidenza strana.
Difficile da credere anche per me.

«Va bene», disse continuando a fissarmi. «Ah ecco, siamo arrivati!» esclamò guardando fuori dal finestrino.

In quel momento il taxi si fermò e Daniel scese per aprirmi la portiera.
Feci una riverenza ironica e alzai lo sguardo sul palazzo enorme davanti a me.
Non era un ristorante era un castello.

«Daniel...hai detto che era una cosa tranquilla» dissi con la bocca schiusa.
«Per me, questo è tranquillo» disse porgendomi la mano per farmi avanzare.
«No, no, no, non esiste, non sono vestita adeguatamente!» dissi scuotendo la testa e allargando le braccia.
«Sei sempre bellissima, anche con addosso un pigiama, vieni dai, entriamo» mosse la mano nella mia direzione.
Alzai gli occhi al cielo e la presi.

Solcito: La luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora