Capitolo 11- a visit not of pleasure

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EVELYN

perché quando ti svegli
e non hai mai nessuno intorno,
sei disposto ad accettare
anche la compagnia di un mostro.
-Silent Bob

Arrivate all'entrata dell'ospedale sentii il cuore in gola. Dio, lo avrei ucciso se lo avessi visto e al contempo mi faceva paura il pensiero di rivederlo.

Per fortuna avevo vicino le mie amiche che ogni tanto mi prendevano per il braccio come per dirmi -tranquilla, ci siamo noi-

Notai fuori dal parcheggio una BMW con i finestrini oscurati. Per un attimo ebbi il presentimento che fosse Ryan, ma scossi la testa per cacciare via quel pensiero.
Anche se lo fosse stato, per come si era comportato quella mattina sicuramente non sarei stata amichevole.

Entrammo nell'ospedale e l'odore di disinfettante mi arrivò alle narici.

Sentii il batticuore mentre Wendy chiedeva alla segretaria la stanza di Carter Roswell.

Seguimmo l'infermiera che ci portò dritta davanti a una stanza con la porta chiusa.
«se gli parlate vi sente» disse dolcemente, come se quella fosse una visita di piacere.

Annuimmo ed entrammo.
Carter era sdraiato sul letto.
Sentii risalirmi la merenda quando vidi il suo viso.
Aveva dei tubicini nel naso e un macchinario che controllava il battito del suo cuore.
Era incosciente, dei mazzi di fiori erano appoggiati sul comodino vicino al letto, pensai fossero dei genitori.

Mi vennero i brividi a pensare che mi avesse fatto una cosa tanto orribile...

Mi avvicinai a lui titubante, stando attenta a non sfiorarlo accidentalmente con nessuna parte del corpo.
Aveva gli occhi chiusi e un livido nero gli contornava il lato destra della faccia.
Non volevo sapere come stava messo più giù.

«possiamo staccargli il respiratore?» disse Wendy a bassa voce.
«Wendy!» la ammonimmo io e Lily.
«che c'è? Sarebbe il minimo se non fosse stato per Ryan chissà cosa ti avrebbe fatto» disse guardandolo disgustata.
Alzai le spalle, infondo aveva ragione.

Sentii un magone nel petto, sembrava quasi mancarmi l'aria lì dentro.
Presi un respiro e dissi alle ragazze di voler uscire, loro lo fecero senza esitare.

Una volta fuori dall'ospedale respirai profondamente l'aria calda, cercando di calmare i battiti del cuore.
Quello che provavo era un misto tra terrore e rabbia.

«l'ha ridotto proprio male» disse Lily.
«sì, e gli sta bene» continuò Wendy.
«per mandarlo in coma non mi aspettavo di certo che gli avesse fatto due carezze» dissi.

Ci avviammo verso la macchina.

«allora cosa vuoi fare?» mi chiese Wendy.
«non lo so, per ora lascerei stare la polizia, mi sembra già ridotto abbastanza male, quando si riprenderà, se farà qualcosa andrò subito a denunciarlo, ma ne dubito» dissi appoggiandomi allo sportello della macchina.

Notai la BMW nera ancora parcheggiata.
«è quella la macchina di Ryan?» chiesi non distogliendo lo sguardo dai finestrini oscurati.
«sì, mi sembra sia quello il modello che aveva quando ti ha seguita in macchina con Carter» disse Wendy con la fronte corrugata, mentre si sporgeva per vedere all'interno dell'auto.

Feci per avanzare, qualcosa mi diceva che era proprio Ryan, ma mentre camminavo la macchina si mise in moto, e con un'inversione decisamente poco prudente uscì dal parcheggio di corsa.

Tornai dalle mie amiche allargando le braccia.
«magari non era lui» disse Lily alzando le spalle.
«e perché scappare così allora?» chiesi retoricamente, guardando il punto in cui l'auto si era allontanata.

Lily alzò le spalle e Wendy mi distrasse dai miei pensieri.
«andiamo dai, stasera beviamo una cosa con Cris e Simon, dovrebbe esserci anche Daniel» disse salendo in macchina.

La seguimmo e alzai gli occhi al cielo.
Dovevo farci l'abitudine a trovarmi Daniel ogni volta che uscivano. Infondo erano tre amici e decisi che mi sarei sforzata di essere gentile e non fargli vedere quanto poco mi interessasse la sua vita.

Arrivata a casa salutai le altre e ci accordammo che ci saremmo viste alle otto, ci sarebbe venuto a prendere Simon.

Entrai in casa e vidi mamma immersa in una lettura sul divano, la salutai con bacio.
«che leggi?» chiesi sbirciando la copertina.
«Freud, l'ho trovato in salone, e mi interessava»
Capii che era il mio libro del college,'l'interpretazione dei sogni'.
Sorrisi.
«è un bel libro, interessante da leggere» le dissi dandole un altro bacio sulla guancia.

«Ceni a casa?» mi chiese prima che potessi fare le scale per salire nella mia camera.
«no mamma, esco con le altre, anzi, forse veniamo a dormire qui»
«va bene bimba, ricordati le chiavi» disse rivolgendomi un sorriso dolce.

Le sorrisi e mi diressi in camera.
Mi sdraiai sul letto perdendo tempo a parlare con Wendy e Lily su cosa avessero indossato quella sera.

Io avevo già optato per un vestito molto tranquillo. Infondo stavamo andando al Restore, il nostro solito pub a cinque minuti dal centro, non avremo fatto neanche tardi.

Persi tempo facendomi un lungo bagno, fino a che mi accorsi che si era fatto tardi, ovviamente.

Mi vestii di fretta, scesi le scale di corsa e notai mamma con un vestito molto carino e addirittura truccata.

La guardai con la fronte corrugata.
«Stai uscendo?» Mi chiese.
«sì, e anche tu vedo» dissi scrutandola.
Mamma abbassò lo sguardo quasi imbarazzata.

Il telefono squillò nella borsa
«siamo qui fuori» disse Lily al di là del telefono
Riagganciai e diedi un bacio veloce a mamma.
«quando torno dovrai raccontarmi tutto» dissi.
«va bene, tu stai attenta» sorrise e ci salutammo.

Mi precipitai fuori di corsa, salendo in macchina, salutai tutti.

Mi precipitai fuori di corsa, salendo in macchina, salutai tutti

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Solcito: La luce nelle tenebre Where stories live. Discover now