Lentamente mi tirai indietro e lo guidai con me. Inarcai la schiena quando sentii il marmo sotto essa e avvinghiai le gambe dietro al suo bacino.

Entrambi sapevamo che dopo quella giornata non ne avevamo più molte per noi. Anzi, quasi nessuna. Una volta tornata a casa, sarei partita con i miei amici poi avrei passato del tempo con la mia famiglia mentre lui sarebbe tornato a New York con Brandon. Lui sarebbe partito quattro giorni prima rispetto l'inizio delle lezioni e insieme avremmo trascorso solo mezza giornata. Sarei tornata a New York, per poi starci definitivamente, e lo avrei visto per poche ore.

Morsi le sue labbra e le succhiai come se fossero vitamine per il mio corpo. La mia mano si muoveva sul suo addome e poi si infilò nei boxer, massaggiandolo dalla base fino alla punta umida e turgida. Gli procurai un gemito di gola che mi fece arrossire e me lo registrai per bene nella mente.

«Dimmi cosa vuoi, amore.» sussurrai, sfiorando le labbra con le sue in un gioco di provocazione.

Provò a baciarmi ma non glielo lasciai fare e mi ritrovai a sorridere. Allora, decise di baciarmi la mascella e poi scendere verso il collo. Chiusi gli occhi beandomi delle sue labbra e nel mentre, continuai a massaggiare la sua lunghezza d'acciaio.

«Ti voglio,» mi leccò un lembo di pelle, «ti voglio prendere su quest'isola e poi voglio quei dannati pancake.»

«Anche io voglio i pancake.» ridacchiai.

«Solo quelli?»

Sorrisi, «prima il resto.»

Sollevò la testa dal mio collo e mi baciò rapidamente.

«Apri bene le gambe, bellissima.» ammiccò prima di abbassarsi i boxer ed entrare in me facendomi gridare dal piacere.

⚜️

«Duecentodieci...duecentododici. Ecco, è questa la casa.»

Donna fermò la macchina e la parcheggiò davanti al marciapiede essendo libero un posto. La casa in questione mi era stata consigliata dai nonni di Hayden. Una volta saputo che sarei andata a Charleston con i miei amici, mi avevano detto che conoscevano dei proprietari con una villetta fronte mare che avrebbero dovuto vendere tra pochi mesi. Questa coppia gentilissima ci aveva permesso di stare per quei quattro giorni senza spendere un centesimo perchè eravamo amici di Dorothea e Jeremy.

«Wow. E' proprio bella.» disse Donna, studiandola dall'esterno.

«E si affaccia sul mare.» aggiunse Malcolm.

Il mare era ad un centinaio di metri. Bastava attraversare la strada ed eri nell'immensa spiaggia.

Mentre entrammo, mandai un messaggio ad Hayden avvertendolo del nostro arrivo sani e salvi. Ci eravamo lasciati la sera prima, dopo il volo, mi aveva accompagnata a casa e io avevo cercato di non piangere sapendo che la volta successiva che lo avrei rivisto lui sarebbe poi partito per la Stanford. Lo avevo abbracciato forte e avevo stretto i denti mentre mi sussurrava che sarebbe andato tutto bene e di pensare di divertirmi con i miei amici.

«Davanti a questa finestra mi farete tante foto.» annunciò Mal, indicando una bow window che si affacciava sulla strada e di conseguenza sul mare.

C'erano due stanze da letto al piano di sopra e due bagni -uno al piano inferiore e l'altro al secondo- scegliemmo tutti di dormire nella stessa stanza e nello stesso letto.

«Si fa a rotazione per dormire al centro.» avvisai mentre lasciavo cadere il borsone dalla spalla al bordo del letto.

«Concordo.» dissero in coro.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now