Oddio. Stava per succedere davvero.

La porta dell'auditorium si chiuse alle mie spalle e realizzai di essere dietro al palco. Nel backstage.

La donna mi disse di lasciare la borsa sopra un tavolino e poi mi indicò la strada da percorrere per arrivare sul palco.

Cristo santo.

Col cuore a mille, camminai a passo robotico seguendo le indicazioni. Arrivai vicino agli alti tendoni neri che erano le quinte e osservai il pianoforte al centro del palco in legno chiaro.

Presi un profondo respiro, mi feci coraggio e misi il piede sulle assi che cigolarono al peso. Quattro teste, due donne e due uomini, in basso davanti alla prima fila di sedute, erano i professori. Era la commissione che decideva chi meritava il posto e chi no. 

Guardai negli occhi coloro che avrebbero potuto rovinarmi il sogno, il mio futuro. 

«Buongiorno, Makayla.»

A parlare fu la zia di Hayden. Cindy. Non credevo ci fosse anche lei ma sapevo che non avrebbe fatto favoritismi. O ero meritevole, o non lo ero.

«Buongiorno a tutti.» sorrisi nervosamente.

Non avevo idea di cosa dovessi dire o fare. Ma, a quanto pare, non molto perché un uomo calvo dall'espressione neutra mi disse di accomodarmi al piano e iniziare a suonare il primo pezzo da programma.

Mi sedetti, presi un profondo respiro e poi feci l'unica cosa che sapevo fare: suonare.

⚜️

«Allora! Com'è andata?!»

«C'era qualche bel figo?»

«Malcolm! Smetti di pensare sempre a quello.»

«Già, soprattutto perchè credevo che io mio cazzo ti bastasse.»

«Mi basta, ragazzone, ma--»

«Possiamo parlare della mia audizione?»

Io e Brandon eravamo seduti su una panchina a Central Park ed ero in videochiamata con i miei amici. Ovviamente con loro doveva essere sempre tutto molto caotico.

Dopo aver terminato la mia audizione, ed essere uscita da lì con le gambe gelatinose e una forte tachicardia, avevo trovato Brandon fuori ad aspettarmi un bellissimo mazzo di fiori. Mi ero commossa ed ero scoppiata a piangere, liberandomi anche di tutta quella tensione che aveva mangiato vivo il mio corpo. 

Gli avevo anche detto che non avrebbe dovuto comprare quel mazzo siccome avevo fatto solo l'audizione e nulla era certo, ma lui aveva ribattuto di stare zitta e che i fiori fossero da parte di Hayden. A quel punto ripresi a piangere per la seconda volta come un'idiota.

«Si parla sempre di te e mai di cazzi, però

«Ora ti butto fuori dalla chiamata.» lo minacciai.

Mi fece il verso e ruotai gli occhi.

«Ignoralo, amica,» disse Donna, «forza, racconta

«È andata bene,» mi morsi il labbro, «almeno lo spero. Non mi hanno bloccato e ho fatto tutti pezzi che bisognava portare.»

«Ti hanno fatto domande

«No, ma mi hanno sorriso quando ho finito. Quindi deve significare che non ho fatto schifo, no?»

«Non ero presente ma so che non hai fatto schifo.» disse Malcolm.

Rimanemmo a chiacchierare ancora per un altro po' fino a che Brandon non decise di andare a mangiare qualcosa. Approvai immediatamente la sua idea.

Mentre ci dirigevamo verso un bar che conosceva lui, provai a chiamare Hayden un paio di volte ma non ricevetti mai risposta. Cercai di tranquillizzarmi dicendomi che magari stesse dormendo. 

It's a ClichéWhere stories live. Discover now