-Non posso credere che siamo qui su. È una follia. E vostro padre? E nostro padre!? E nostra madre? E Edward? E Richard?
-E Minhyuk, e Momo e Jihyo e le gemelle... Jeongyeon, calmatevi. Se vi siete pentita, prenderemo una nave per tornare. I soldi non mi mancano.
-È una follia! Avete derubato Edward!
-Non l'ho derubato. Quei soldi glieli ha dati nostro padre.
-Nostro padre... Cosa penserà quando non ci vedrà più? Voi siete la sua adorata figlia. Nostro padre? Che dico? Vostro padre e mio zio.
Nayeon roteò gli occhi. -Dovevate dirmelo che soffrite di panico da oceano.
Jeongyeon sospirò. -Mi dispiace, non ne avevo idea. Ma... Se ci dovessero trovare?
-Ci troveranno insieme. Cosa possono farci?
-Ucciderci?
Nayeon rise di gusto, anche se in parte aveva paura che potesse accadere. -Abbiamo qualche giorno per scappare dove nessuno ci troverà.
-Lo spero.
Era martedì ed erano passati esattamente tre giorni dal loro incontro. Non si erano più viste ed improvvisamente Nayeon si era presentata a casa Johnson dicendo a Jeongyeon che dovevano affrettarsi. Fortunatamente Richard non era in casa in quel momento. Forse Nayeon aveva studiato tutto. Preparando velocemente una valigia, Jeongyeon andò sulla carrozza della famiglia Im e Jimin le portò al porto.
-Andiamo a dormire. Che ne ve pare?- domandò Nayeon tranquillizzandola con il suo dolce sorriso.
Jeongyeon fece un piccolo sorriso ed annuì. -Andiamo.
🖤
Svegliata avvolta dalle braccia di Nayeon, Jeongyeon si accorse che era riuscita ad addormentarsi nonostante tutte le paure. Stava per darle un bacio sulla fronte ma si fermò a mezza strada. Sua cugina... Era scappata con sua cugina. Al tempo capitava spesso che i cugini si innamorassero ma per le famiglie nobili era uno scandalo. Loro erano uno scandalo. Il loro amore era uno scandalo. Jeongyeon rimosse le braccia di Nayeon dalla sua vita e si alzò lentamente. Certo, dormire in due in un letto così stretto non era stato il massimo. Tra l'altro avevano addosso anche il corpetto. Quella cosa era scomoda e Jeongyeon continuava ad odiarlo nonostante fossero passati quattro anni e mezzo da quando aveva iniziato ad indossarlo.
-Jeongyeon?- La voce dolce di Nayeon la fece voltare. La ragazza si era seduta e si stava stropicciando gli occhi. Jeongyeon la trovò semplicemente adorabile ma qualcosa di lei le diceva di fermarsi. -Siamo arrivate?
-Non so. Quanto dista Londra da Busan?
-Non stiamo andando a Busan. Ricordate quanto ci impiegammo per il Giappone? Inoltre, è più semplice per loro trovarci nella terra d'origine di nostro padre.
-Vostro padre.- Nayeon odiava che lo ripetesse. -Dove stiamo andando allora?
-In America. Sapete... Nostro padre non nutre grande stima per l'America e così io. Non credo che si aspetterebbe di trovarci lì. Inoltre, l'America è grande. Non riuscirà a trovarci. Ci impiegheremo circa dieci giorni.
-Dieci giorni su questa nave?- domandò Jeongyeon, il panico riflesso nei suoi occhi.
-Non preoccupatevi. Non è così male.- disse Nayeon sorridendole.
Quel sorriso che aveva cercato di evitare e si era imposta di odiare la stava tranquillizzando. Jeongyeon non capiva cosa le stesse succedendo. Se era tutto sbagliato, perché Dio stava permettendo che ciò accadesse?
🖤
Mina andò ad aprire per via degli insistenti colpi alla porta. Richard entrò in casa come un fulmine.
-Mina, dov'è Jeongyeon?
La ragazza inarcò un sopracciglio. -Non è qui, signor Johnson.
-Come non è qui? Non è neanche a casa Morris. Potrei parlare con i signori Im. Non so dove sia.
Mina annuì un po' preoccupata ed andò a chiamare i padroni di casa. Fu solo Tzuyu a scendere e sembrava abbastanza preoccupato. -Cosa significa che non sapete dove sia Jeongyeon?
-Signor Im, non era in casa ieri quando sono tornato. Pensavo che fosse dalla signora Nayeon o da voi ma... Non è qui né lì.
-Richard, il vostro compito era quello di proteggerla!- urlò Tzuyu. -Vi siete preso un impegno! Dove eravate ieri!?
-Stavo parlando di affari, signore.
-Affari... Affari... Quali affari vuole concludere qualcuno che non riesce neanche a proteggere sua moglie!? Prendete la carrozza ed andiamo a cercarla. Non può essere lontana. Sarà sul Tamigi. E perché mi avete avvertito solo oggi?
-Pensavo che sarebbe tornata.
-Pensavate!? Andiamo!
Tzuyu prese il cappotto ed uscì di casa seguito da Richard. Si misero entrambi sulla carrozza e andarono verso il centro della città.
🖤
Sana stava leggendo un libro, ignara di tutto quello che stava accadendo. Mina improvvisamente andò nella libreria e fece un inchino. -Signora Im, il signor Morris è qui e vuole parlarvi. Vostro marito è uscito. Dice che è urgente.
Sana chiuse il libro ed uscì confusa. Cosa voleva Edward? Andò verso l'ingresso e lo vide lì con il volto pallido, le dita delle mani tese e un'espressione tutt'altro che tranquilla.
-Edward...
-Signora Im, vostra figlia Nayeon è scappata. Non la trovo da nessuna parte.
-Cosa significa che è scappata?
-Sono andato a cercarla ovunque. Sono andato dalla signora Jeongyeon ma non era lì e la mia domestica mi ha detto che era passato da noi il signor Johnson perché anche Jeongyeon sembrerebbe essere scappata.
-Anche Jeongyeon?
La preoccupazione di Sana aumentò. Non solo era scomparsa sua figlia ma anche l'unico ricordo che aveva di sua sorella.
-Mobilizziamoci. Edward, prendete la carrozza. Mina! Il cappotto!
Mina corse immediatamente a prenderlo e l'aiutò ad indossarlo. Sana si mise sulla carrozza di Edward e i due partirono per la città. Il cuore della donna batteva forte. E dire che all'inizio non le importava poi così tanto di Nayeon. La sua preferita era sempre stata Momo e le piaceva abbastanza Jihyo. Nayeon, invece, non le somigliava affatto e la odiava per questo. Era semplicemente la fotocopia di suo marito. Ma alla fine la ragazza così bella e ben educata l'aveva conquistata. E Jeongyeon... Anche lei la odiava ma poi l'ha amata con tutta se stessa. A volte sembrava che amasse più lei che le sue stesse figlie.
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Scandal|2YEON|IT
FanfictionIl signor Im portò la bambina lontana da quel posto. Jeongyeon era praticamente cresciuta in quell'orfanotrofio e, mentre gli altri bambini venivano adottati, lei rimaneva lì perché nessuno voleva una bambina tanto esile. Le sue braccia non sarebber...