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1760, Inghilterra

-Vedrà, signor Im, non se ne pentirà. Sarà un'ottima serva.

-Serva?- domandò il signor Im. -Pensavo che stessi adottando una bambina.

-È così.- disse l'uomo aggiustandosi gli occhiali sul setto nasale mentre continuava a camminare verso la stanza in cui si trovava la bambina.

-Dunque, perché l'avete chiamata "serva"?

-Pensavo che sarebbe stata più utile come tale che come figlia. Chiamatela come voi preferite. Per noi è semplicemente uno scarto di troppo.- Arrivarono davanti alla stanza e l'uomo estrasse dalla tasca la chiave. La infilò dentro e aprì la porta, rivelando una ragazzina stesa in un letto. -Coraggio, alzati!- urlò l'uomo. La figura esile si alzò e guardò con i suoi occhi innocenti i due uomini davanti a lei. -Ti è andata bene. Ti hanno adottata.

La ragazzina non fiatò. Guardò semplicemente l'uomo vestito per bene. Sembrava un gentiluomo.

-Ciao piccola, come vi chiamate?

-Jeongyeon.- disse a bassa voce la bambina.

-Jeongyeon, vi va di avere una famiglia? Una mamma, un papà e dei fratelli?- La bambina annuì. -Allora venite con me.

La ragazza fissò la mano che le era stata porta. Non sapeva cosa fare. Stringerla? E se l'uomo fosse peggio del proprietario dell'orfanotrofio?

-Muoviti! Non farmi fare brutta figura! Dai la mano al signor Im.

-Signor Kim, vi prego.- lo rimproverò il signor Im.- Sulla faccia di Jeongyeon apparve un sorriso. Si avvicinò al signor Im e gli strinse la mano. Il signor Im notò quanto era piccola e fredda. -Andiamo, i vostri fratelli vi stanno aspettando. Arrivederci signor Kim.

Il signor Kim si rimosse il cappello. -Arrivederci e tornate quando volete.

Il signor Im portò la bambina lontana da quel posto. Jeongyeon era praticamente cresciuta in quell'orfanotrofio e, mentre gli altri bambini venivano adottati, lei rimaneva lì perché nessuno voleva una bambina tanto esile. Le sue braccia non sarebbero state utili ai lavori nei campi. Fortunatamente il signor Im non sembrava un contadino. Aveva un bel abito e un papillon marroni e una camicia bianca. Era molto elegante e sembrava anche ben istruito. Il signor Im sollevò Jeongyeon da terra e la piccola ebbe paura ma l'uomo la mise sulla sua carrozza e poi salì anche lui.

-Andiamo a casa, Jimin.- disse al cocchiere. Il viaggio fu abbastanza lungo. Si trovavano a Chichester, Sussex, e dovevano arrivare a Londra, città natale del signor Im. Circa quattro ore di carrozza e Jeongyeon si era addormentata. -Jimin, portala dentro.

-Sì, signor Im.

Jimin la prese in braccio e seguì il proprietario di quel maestoso palazzo, entrando in casa. Jeongyeon aprì gli occhi e Jimin la mise giù sorridendole.

-Famiglia! Venite qui!

Nel giro di due minuti tutti si riunirono nell'ingresso. La signora Im guardò con sguardo sospetto la bambina.

-Chi è lei, signor Im?- domandò sua moglie.

-Lei è Jeongyeon, la mia nuova figlia.

Il dissenso fu grande, sia da parte della signora Im che dei ragazzi.

-E questa da dove è uscita?- domandò Momo, la più grande dei fratelli, aveva diciannove anni.

-Questa è vostra sorella, Momo.- la corresse il padre. -E viene dal Sussex.

-Dal Sussex?- domandò Chaeyoung, la più piccola di soli otto anni.

-Perché è nostra sorella ora?- domandò innocentemente Dahyun, la gemella di Chaeyoung.

-Perché non ha né madre né padre. Ha vissuto in un orfanotrofio.- spiegò il signor Im.

-Vedi se dobbiamo portarci i poveracci in casa.- si lamentò la signora Im, Sana.

-Signora Im, non sia scortese, Jeongyeon sarà una bambina educatissima.

-Educatissima? Viene dalla strada. Scommetto che ha anche la tisi.- Alla battuta di Minhyuk lui, Sana, Momo e Jihyo scoppiarono a ridere.

Jeongyeon abbassò gli occhi. Aveva le lacrime che le scorrevano sulle guance e nessuno l'aveva notato. Ma cosa poteva aspettarsi? Avevano ragione. Probabilmente avrebbe portato loro qualche malattia.

-Perché piangete?- le domandò una ragazzina avvicinandosi a lei.

Jeongyeon si asciugò le lacrime con la manica. -Non sto piangendo.

-Non li ascoltate. Ai miei fratelli piace scherzare. Lo fanno anche con me. Quanti anni avete?

-Dodici.- disse a bassa voce la ragazza.

-Dodici anni!? È un'infante. Non abbiamo già abbastanza persone di cui occuparci, signor Im?

-Signora Im, Jeongyeon non è meno abile di Nayeon. Hanno la stessa età, vi voglio ricordare.

-Abbiamo la stessa età! Finalmente qualcuno con cui giocare!- esclamò la  ragazzina che le aveva domandato perché piangesse. -Io sono Nayeon.

Jeongyeon non era sicura che si sarebbe trovata bene lì. Come al solito era solo un peso.

-Voi come avete detto che vi chiamate?- domandò Jihyo.

-Jeongyeon.

-Pulce?- domandò Minhyuk ridendo insieme al resto della famiglia meno che Nayeon e il signor Im.

Dahyun e Chaeyoung erano troppo innocenti per capire la cattiveria dietro a quella battuta.

-Condividerete la camera con Nayeon.- le disse il signor Im.

Jeongyeon era grata di condividere la camera con qualcuno che non l'aveva trattata male.

-Venite Jeongyeon! Vi mostro la nostra camera!- urlò emozionata la ragazza prendendola per il braccio.

-Nayeon! Non toccatela!- la rimproverò la madre.

-Chissà che malattie ha.- disse Momo.

-Lavatela.- disse la madre per poi tornare in cucina.

-Sapete lavarvi da sola?- domandò il signor Im.- Jeongyeon annuì. -Momo, mostratele il bagno.

-Con piacere.- disse la ragazza con un ghigno. -Seguitemi, Pulce.- Jeongyeon seguì la ragazza sulle scale. Andarono al secondo piano dove si trovavano diverse stanze. -Il bagno è quello. Avete mai visto il sapone in vita vostra?- Jeongyeon scosse il capo. Momo entrò nel bagno e glielo mostrò. Era una tavoletta rosa all'aroma di fragole. -Questo si mangia dopo essersi lavati. Aiuta a rinforzare l'organismo. Così non prenderete malattie.

Jeongyeon annuì. Non voleva prendere una malattia. Momo uscì e la piccola osservo la tavoletta.

🖤

-Jeongyeon! Ci siete?- domandò il signor Im bussando alla porta. Preoccupato, la aprì, e vide Jeongyeon tenersi la pancia. -Cos'avete? Non state bene?- Il signor Im guardò poi a terra. Vide che la saponetta era stata morsa. -Non l'avrete mangiata!?

Dall'orlo della porta si sentirono delle risate.

-Se avevate fame bastava chiederlo.- disse Minhyuk.

-Non posso credere che abbia mangiato il sapone...- disse Momo ridendo.

Nayeon, intanto, guardava Jeongyeon dispiaciuta perché non si sentiva bene.

Scandal|2YEON|ITDove le storie prendono vita. Scoprilo ora