«Hai puntato una pistola contro Makayla.»

Avrei potuto dire tante cose, e capii lo pensò anche lei, ma quella fu la prima che il mio cervello elaborò. 

«Mi ha colta di sorpresa,» disse cauta, «non mi aspettavo di trovarla lì.»

Lei non ci sarebbe dovuta essere, infatti, ma mio padre era un pezzo di merda.

Mi stropicciai gli occhi e mi voltai stringendo il bordo del ripiano e fissando fuori dalla finestra sopra al lavello.

Perchè non potevo vivere un solo giorno di pace?

«Eri da lei?»

Strinsi i denti, «perchè ti importa?»

Da quando Makayla mi aveva confessato di averla vista, avevo pensato tante volte a quello che avrei potuto provare se mai l'avessi rivista. Avevo anche pensato se avrei mai sentito i sentimenti di prima ma avevo escluso immediatamente quell'opzione. Quello che provavo per Makayla era qualcosa di unico e raro, non l'avevo mai provato prima, nemmeno per Juliette. 

Per questo, non ero stato in grado di darmi una risposta, ora però ce l'avevo: rabbia.

«Hayden...» sospirò.

«No. Perchè ti importa?» mi voltai di scatto, «perchè sei qui? Perchè hai mentito a tutti? Perchè hai mentito a me

«Era meglio così.»

«Meglio così?» sbottai, «che razza di persona decide di fingersi morta e pensa che sia meglio così?!»

«Capisco la tua rabbia--»

«No, tu non capisci! Ti ho cercata per mesi! Non comprendevo come il tuo corpo potesse essere sparito nel nulla, perciò mi sono detto che fossi viva. E ti ho cercata. E mi sono fatto anche sparare. Poi sì...mi sono arreso ma perché non sapevo più dove guardare. Inoltre, speravo che se tu non fossi morta, mi avresti contattato. A quanto pare, ho riposto troppa fiducia.»

Accusò ogni parola che sputai con amarezza e rabbia. Non si scompose più di tanto ma potei vedere quello smeraldo farsi annacquato. Distolsi gli occhi sentendo un'altra fitta e mi tirai indietro i capelli con forza. Per quanto fossi arrabbiato con lei, non volevo vederla piangere o farla soffrire perchè in fondo ero felice che fosse viva e speravo che stesse bene, con la sua nuova vita--qualunque essa fosse.

«Chi ti ha aiutata?» domandai monocorde, fissando a terra.

La scena di lei sdraiata a terra, il sangue che usciva a fiotti dallo stomaco, le mie mani sporche del suo sangue e le lacrime salate che si posavano sulle labbra, erano uno dei ricordi più dolorosi che avevo.

«Un amico.»

La fulminai con lo sguardo, «se pensi che mi accontenterò di risposte del genere hai sbagliato alla grande. Non so perché tu sia qui, ma ora mi racconterai ogni virgola di quello che è successo quel giorno e di tutti i mesi successivi.»

«Hai ragione,» sospirò, «devo spiegarti tutto.»

Incrociai le braccia e mi appoggiai al bancone dietro di me. 

«Parla.»

Makayla

Felice.

Ero davvero felice. Mi svegliai non vedendo l'ora di farlo. Di iniziare un giorno che sarebbe stato diverso dagli altri perché finalmente si era avverato quello che desideravo da tempo.

Io e Hayden insieme.

Non mi ero dimenticata di quanto fossi stata male, ma in quei giorni nei quali avevo avuto modo di pensare ai possibili motivi per cui Hayden l'avesse tenuto per sè, avevo deciso che se avessimo parlato e fosse uscita la verità, non mi sarei tirata indietro. Questo era quello che volevo e adesso non si poteva far altro che migliorare.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now