Era morto.

Avevo appena visto qualcuno...morire.

Brandon mi disse qualcosa ma le mie orecchie non sentivano più nulla. Fischiavano come se lo sparò fosse passato di fianco. Mi sentii soffocare e mi feci largo tra i presenti con un conato in gola e il desiderio di fuggire da lì. Riuscii a trovare una porta e scappai dalla sala. Il respiro affannato, le gambe che tremavano e quella scena che continuava a ripetersi e ripetersi. Hayden mascherato che consegnava la pistola e il ragazzino che moriva.

Mi attaccai ad una parete con i polmoni che bruciavano e la testa che mi girava. 

Dio, avevo appena assistito ad un omicidio.

E lui...lui aveva consegnato l'arma. 

Poi, mi ritrovai a fissare il buio. Il respiro affannato e la fronte sudata. Era tutto buio e silenzioso ma percepii di essere sdraiata e sotto a qualcosa di caldo.

Ero nel mio letto.

Dio, pensai, l'avevo sognato ancora. Quando avrei smesso di farlo? Quando avrei dimenticato?

Mi tolsi le coperte e l'aria colpì il mio corpo caldo. Avevo bisogno di bere. Ormai era una prassi che succedeva ogni sera. Mi sedetti sul letto e mi passai una mano tra i capelli, si erano aggrovigliati maggiormente a furia di muovermi. Sospirai e cercai il telefono per avere un po' di luce. Lo toccai, erano quasi le tre di mattina. Quello però che mi bloccò era la notifica di un messaggio.

Immediatamente pensai ad Hayden. Gli avevo scritto per ringraziarlo di quel regalo, quell'album che sfogliavo da due giorni prima di andare a dormire. Lo stesso messaggio che non aveva mai ricevuto risposta.

Quando però sbloccai il telefono vidi che il messaggio fosse di Donna e risaliva attorno a mezzanotte.

Dovevo smetterla di crederci, mi faceva solo sentire più stupida. Mi alzai e facendomi luce mi diressi fuori dalla stanza e poi giù in cucina.

L'acqua fresca mi aiutò un po' a riprendermi e mi stropicciai gli occhi. Ero stanca ma sapevo che non sarei riuscita a riaddormentarmi subito.

«Ehi...»

Alzai la testa e trovai Dave assonnato contro lo stipite della cucina.

«Ehi.»

Sembrava essere diventata una routine. Io mi svegliavo e lui mi sentiva, poi andavo a dormire con lui. Sembrava aiutarmi a non pensarci.

«Ancora non ne vuoi parlare?» domandò, la voce bassa per non svegliare nessuno.

Mi morsi il labbro e negai. Non potevo farlo. Era troppo pericoloso.

Sospirò e fece un cenno con la testa, «dai, pulce. Andiamo.»

Sorrisi teneramente e alla fine lo seguii. Gabriel dormiva come un sasso e non si accorse di nulla mentre mi sistemavo nel letto con Dave.

«È giusto che tu sappia che appena si farà vivo, gli farò il culo.» mormorò alle mie spalle, tenendo un braccio attorno alla mia vita.

«Okay.»

Sinceramente, se lo meritava. Tuttavia, non glielo avrei lasciato fare. Se Hayden doveva vedersela con qualcuno, quel qualcuno ero solamente io

⚜️

Ero in ritardo. Ero in maledetto ritardo e se non arrivavo in classe entro tre minuti potevo benissimo evitare di presentarmi perché la professoressa Cameron non avrebbe fatto entrare nessuno.

It's a ClichéOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz