«Forse mi confondi con Brandon.» ribattè annoiato.

«O forse tu non ricordi quando mi hai bruciato quel pentolino che mi aveva regalato la mia cara amica Ophelia.»

«Avevo nove anni e quel pentolino era già rovinato.»

«Sei bugiardo proprio come quell'altro.»

Trattenni un sorriso dietro alla mano notando Hayden sgranare gli occhi incredulo.

«Quell--»

«Io starei zitto se fossi in te, ragazzo.» intervenne il nonno.

Alla fine sua nonna ci riscaldò due porzioni di lasagna fatta in casa. Era squisita ma non volevo chiederne ancora per risultare ingorda perciò mi limitai a ripulire per bene il piatto vuoto.

«Vuoi?»

Guardai il piatto di Hayden con una striscia intatta di lasagna.

«Sicuro? Non ne hai mangiata molta.»

«Prendi.»

Mi passò il suo piatto e felice terminai anche la sua porzione.

Nel pomeriggio, dopo aver fatto una breve passeggiata in quel quartiere molto silenzioso e pacifico, Hayden sparì con suo nonno in garage mentre io rimasi con Dorothea in soggiorno a sorseggiare del tè caldo.

Stavo osservando le foto sul camino. Alcune di color seppia ritraevano Dorothea e Jeremy da giovani, c'era anche un collage con tante piccole foto e riconobbi alcuni punti più famosi di New York.

«Questi sono i suoi figli vero?» chiesi, indicando la foto di due bambini, quello con gli occhi blu che aveva il braccio sopra le spalle dell'altro. Vestiti per bene e con i capelli a caschetto in ordine.

«Steven e Walt, si.» rispose, affiancandomi.

Assomigliavano molto ad Hayden e Brandon. Vagai con lo sguardo alla ricerca di una loro foto da piccoli, ma trovai solo una di Brandon su un'altalena, probabilmente all'età di quattro o cinque anni. E al suo fianco c'era una donna, molto bella, era sua madre. La riconobbi perché era lo stesso disegno che avevo visto nel diario di Hayden.

«Questi sono Brandon e Helen, sua madre,» disse indicando la foto che stavo osservando, «purtroppo è venuta a mancare diversi anni fa. Era una donna meravigliosa, troppo per uno come Walt...»

Le lanciai un'occhiata stranita e lei accennò un sorriso triste, «non dovrei parlare così, sono i miei figli ma...non sono stati ottimi genitori. Brandon ha avuto la fortuna di avere Helen affianco ma Hayden...lui è diverso.»

«Una volta mi ha raccontato che sua madre gli ha fatto portare via il cagnolino che gli aveva regalato Helen, e lo ha trovato...morto in strada.» mormorai, ancora scioccata da quella storia.

«Mi piacerebbe dire che è l'unica volta che si sia comportata da, perdona il francesismo, vera stronza, ma non è così,» rispose con occhi duri fissando ora le foto dei suoi figli, «...non so quanto sai di Hayden, ma la sua vita non è così brillante e perfetta come può apparire da fuori.»

Mi morsi il labbro e sospirai, «lui si sta aprendo, con calma. Ma l'ho sempre immaginato.»

Lei mi guardò incuriosita.

Mi sedetti sul bracciolo della poltrona e bevvi un sorso di tè prima di parlare, «ho sempre seguito Hayden per la musica e quello che scrive è sempre stato...cupo e particolarmente profondo. Quel tipo di musica non puoi farla se affronti solo cose belle nella vita.»

Ripensai alla confessione fatta in spiaggia e mi sentii ribollire il sangue dalla rabbia e il dolore.

Sorrise piano e poi andò a sedersi sul divano accavallando lentamente le gambe.

It's a ClichéWhere stories live. Discover now