EPILOGO

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I know I needed you but I never showed
But I wanna stay with you until we're grey and old
Just say you won't let go
James Arthur – Say You Won't Let Go

Kristen

Sei mesi dopo

Non ho mai creduto in una vita dopo la morte. Ho sempre immaginato che dopo ci fosse un nulla sconfinato. Una vastità di nero, buio e silenzio assoluto.

Ultimamente ho cominciato a pensare che questa convinzione nascesse dal fatto che non avessi mai perso nessuno di importante o vicino a me.

Adesso, però, qualcosa è cambiato.

Capisco quelle persone che credono nell'esistenza di un posto in cui le anime possono vivere eternamente in pace, in cui redimersi e vegliare su chi è rimasto ancora in vita.

Capisco anche coloro che credono nella punizione di quelli che si sono comportati indegnamente, destinati ad una dannazione eterna e al non trovare mai la luce della pace.

Credo in una vita dopo la morte, perché ne ho bisogno.

Non bastano neanche cent'anni per vivere una vita a pieno, figurarsi se posso pensare che ne bastino meno. C'è così tanto da vedere, da scoprire, da sperimentare, da vivere.

Quindi ben venga la vita dopo la morte, affinché ognuno di noi possa ancora compiere qualcosa che non è stato in grado di fare nel tempo limitato che ha avuto.

Fino a qualche tempo fa, odiavo anche i funerali ed i cimiteri. Non penso che possano realmente piacere a qualcuno, ma io li ho proprio detestati ed evitati come la peste.

In realtà penso di odiare principalmente l'ipocrisia della gente, le loro false lacrime e i loro perbenismi inutili. Parole commemorative dette solo per circostanza e mai realmente pensate. Lacrime versate perché richieste dalla situazione e non perché si amasse effettivamente quella persona.

Su questo non cambierò mai idea. I funerali ed i cimiteri non mi piacciono per niente.

Eppure, avevo partecipato ad una funzione qualche tempo prima e proprio in questo momento sono davanti ad una lapide bianca di marmo.

È una giornata grigia, non che non ci sia abituata, ma questa cupezza unita al luogo in cui mi trovo, non fanno che rendere il mio animo spento e triste.

Qui giace Sean Kincaid. Amato figlio, fratello e amico.

Questo recita la scritta dorata in rilievo. In molti hanno avuto da ridire su quell'aggettivo. Nessuno, però, poteva negare alla famiglia di metterlo, perché nonostante tutte le cose che aveva fatto, rimarrà per sempre il loro bambino.

Sono passati sei mesi da quel giorno nella metro. Dal giorno in cui pensavo che avrei perso Damian per sempre.

Drew era arrivato giusto in tempo per aiutarmi a tirare via Damian dalle rotaie. L'avevo stretto a me con tutta la forza che avevo nel corpo, mentre lui giaceva svenuto tra le mie braccia.

Il mio amico mi aveva accarezzato una guancia e mi aveva ripetuto più e più volte: «È vivo Kri. È vivo. Andrà tutto bene.»

Drew era riuscito a chiamare i soccorsi che erano stati tempestivi. Avevano prestato aiuto sia a Damian che a Sean, che giaceva a terra con il coltello ancora incastrato dove l'avevo pugnalato.

Mi hanno permesso di rimanere con Damian e gli ho tenuto a mano tutto il tempo, mentre gli infermieri mi rassicuravano che avrebbe ripreso presto conoscenza.

Non posso spiegare il sollievo, la gioia e l'amore che ho provato quando i suoi occhi si sono aperti e poggiati immediatamente su di me.

«Ti amo così tanto», ho pianto ancora e gli ho dato un bacio che lui ha ricambiato. Pensavo che non l'avrei più fatto, pensavo a quanto mi sarebbe mancato quel tocco, pensavo di non poterlo baciare mai più.

AMNESIAWhere stories live. Discover now