CAPITOLO 13

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Please, stay where you are

Don't come any closerDon't try to change my mindI'm being cruel to be kindAdele- Love In The Dark

Kristen prima

1 dicembre 2018

Fuori dalle calde mura di casa, impazza una tremenda tempesta di neve. Forti raffiche di vento fanno svolazzare i fiocchi ovunque. Le strade sono ricoperte da un manto bianco e spesso. Non c'è un'anima viva per strada e, per questo, io e le mie amiche abbiamo deciso di non andare a lezione e rimanere a casa. Abbiamo sparato il riscaldamento al massimo e ci siamo messe ad addobbare la casa per Natale.

Quando ero bambina amavo questo periodo dell'anno. Non vedevo l'ora di passare il tempo con mia madre a preparare i dolci e a bere quantità industriali di cioccolata calda. Mio padre smetteva di viaggiare in giro per tutta l'Inghilterra per lavoro e portava me e mio fratello al cinema ogni fine settimana. Adoravo andare in giro per i mercatini di Natale e comprare addobbi sempre nuovi per l'albero.

La cosa per cui andavo matta, però, era la riunione di famiglia il giorno della vigilia. Passavo il tempo a guardare le mie nonne preparare leccornie di ogni tipo mentre i miei nonni e i miei zii parlavano di sport e di attualità.

Era tutto perfetto, tutto magico visto con gli occhi di una bambina.

Crescendo, però, quel filtro di felicità cominciò a scomparire, lasciando spazio alla realtà. Da quando avevo dieci anni nulla mi era più sembrato bello e divertente come prima. Cominciai a rendermi conto che le nonne erano stanche di passare tutto quel tempo in piedi a preparare. I nonni e gli zii avevano discussioni sempre più accese. Mio padre aumentò i turni di lavoro e non aveva più tanti giorni di vacanza a Natale e mia madre non aveva più tempo di preparare dolci. Persino i mercatini di Natale cominciarono ad annoiarmi e decorare l'albero mi pesava quasi quanto studiare.

Solo qualche anno più tardi ho capito che la causa di tutto quella negatività che vedevo in una festa bella come il Natale, non era dovuta alla crescita, perché effettivamente a dieci anni si è ancora bambini. La realtà è che io, contrariamente a tutti gli altri, ero cresciuta troppo in fretta.

Qualcuno si era insinuato nei miei pensieri, facendomi rendere conto che non avevo più tempo per essere una bambina come tutti gli altri. Sapevo cose e facevo cose che nessuno avrebbe dovuto sapere o fare a quella tenera età.

«Kri è tutto okay?»

La voce di Anastasia mi riporta alla realtà, allontanandomi da quei pensieri lugubri sul mio passato. Sorrido alla mia amica per rassicurarla. Devo esserle sembrata strana perché mi sono fermata nel mezzo del corridoio con lo scatolone degli addobbi in mano.

«Allora cosa state aspettando? Portate qui quella scatola entro oggi o facciamo l'albero per Natale dell'anno prossimo?» grida Roxanne.

Io e Ana scoppiamo a ridere prima di raggiungerla nel salone, dove troviamo la riccia intenta a montare l'albero.

«Forse abbiamo leggermente esagerato.»

A mala pena riusciamo a capire quello che dice, visto che ha la testa infilata tra i rami del grosso albero che abbiamo comprato. Ha ragione a dire che abbiamo fatto un acquisto un po' azzardato, ma Ana è stata molto convincente e non abbiamo saputo dirle di no.

Dopo una buona mezz'oretta l'albero è quasi completato. Mi allontano qualche istante per aver una visione completa di quello che abbiamo realizzato. Le mie amiche hanno un sorriso stampato sulle labbra da quando abbiamo cominciato. Vederle così felici, contagia anche me. Mi accorgo, per la prima volta dopo tanto tempo, di avere di nuovo dentro di me quella gioia che porta il Natale. Seppur un'illusione, non mi dispiace sentirmi in questo modo.

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora