CAPITOLO 24

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There's a part of me I can't get back
A little girl grew up too fast
All it took was once, I'll never be the same
Demi Lovato – Warrior

Kristen prima

26 febbraio 2019

Il tempo sembra essersi fermato. Nella stanza di Damian alleggia un silenzio carico di emozioni che non riesco a distinguere. I nostri corpi sono sempre più vicini e sembrano volersi fondere in un tutt'uno. Sento le guance arrosate mentre le sue parole rimbombano nel mio cervello: non riesco a toglierti gli occhi di dosso dal primo momento in cui ti ho vista.

Neanche adesso smette di guardarmi ed io faccio lo stesso. Lo osservo attentamente, ogni centimetro del suo viso, ogni piccolo particolare. Mi soffermo qualche istante di troppo sulle sue labbra e questo gli basta per avere il consenso per posarle sulle mie.

Morbidezza. Dolcezza. Bontà. Le sue labbra sono proprio come la avevo immaginate, anzi anche meglio.

Ho lo stomaco pieno di fuochi d'artificio, farfalle, elefanti, zebre, leoni, coccodrilli che ballano allegri tutti insieme. Mi sento bene anche se non dovrei, egoisticamente mi godo questo momento. Ne assaporo ogni attimo, ne bevo fino all'ultima goccia, mi ci perdo inesorabilmente e completamente.

La sua lingua chiede il permesso di danzare con la mia e glielo concedo immediatamente. Dovremmo respirare, ma nessuno dei due si appresta a lasciar andare l'altro. Abbiamo paura di rompere la magia, di scappare da questo limbo in cui siamo bloccati insieme, uniti come non lo siamo mai stati, come non avremmo mai dovuto esserlo.

Le mani di Damian cominciano a scendere lungo tutto il mio corpo. Mi godo il suo tocco gentile, la freddezza dei suoi anelli che toccano la pelle che i miei vestiti non coprono. Sfiora i miei seni con le punta delle dita, ma non si sofferma e scende ancora ed ancora. Questi movimenti lenti e precisi sono una lenta agonia. Le nostre labbra continuano a cercasi imperterrite mentre lui è ormai arrivato all'orlo dei miei pantaloncini. Insinua una mano sotto e giocherella con l'elastico delle mie mutande. È tutto bellissimo, è tutto perfetto perché possa durare a lungo.

Basta un dito per rompere una bolla che scomparirà per sempre.

Damian si è bloccato. La sua mano è ancora sul mio fianco, sotto il pantaloncino e il suo indice disegna il marchio indelebile inciso sulla mia pelle. Sento gli occhi pizzicare e le lacrime salire velocemente.

Lui abbassa lo sguardo per vedere cosa sta toccando e quando pronuncia la lettera S, tutta la realtà torna pesante come un macigno che mi schiaccia in un colpo solo.

Mi allontano immediatamente da lui. Non so neanche come ci riesco. Mi infilo le scarpe senza allacciarle.

«Devo andare», camuffo la voce rotta dal pianto che cerco di trattenere fino a quando non sarò fuori di qui.

Non faccio in tempo ad arrivare alla porta perché Damian mi blocca abbracciandomi da dietro. Non so se per questo gesto o per la troppa tensione, ma divento come gelatina tra le sue braccia e vengo scossa da potenti singhiozzi e spasmi. Damian non dice nulla, non mi chiede niente, mi prende in braccio e mi riporta sul letto con lui.

Mi stringe, mi consola, mi accarezza e aspetta, aspetta che mi calmi e che sia pronta a parlare con lui. Questo è un lato di lui che adoro particolarmente sa quando è il momento di parlare e quando quello di tacere. Mi rifugio nell'incavo del suo collo e nel suo solito intenso profumo.

Il mio corpo sembra trovare un attimo di pace e tanto basta a lui per chiedermi: «Chi te l'ha fatta Kris?»

Inspiro profondamente e quando espiro dico rapidamente: «L'unica altra persona che mi abbia mai chiamata in questo modo.»

AMNESIAWhere stories live. Discover now