CAPITOLO 59

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I still hear your voice when you sleep next to me
I still feel your touch in my dreams
Forgive me my weakness, but I don't know why
Without you, it's hard to survive
Cascada- Everytime We Touch

Damian oggi

Due giorni.

Guardo questo bigliettino con scritto un semplice grazie da due giorni interi.

In cuor mio forse, spero che quella singola parola di inchiostro possa prendere vita e diventare la voce della mia Kris.

Questa volta, però, sono più che deciso a non desistere, a non perdere ancora la speranza. Sono pronto a parlare con lei anche se sarò costretto a farlo attraverso una stupida porta.

Suono il campanello e Ana viene ad aprimi, ma oggi ha un sorriso a trentadue denti, che non vedevo da un po'. La guardo stranito e lei mi fa cenno di entrare.

«Come va oggi?» chiedo ancora perplesso dalla sua espressione.

«Giudica tu stesso.»

Mi indica la cucina. Faccio un paio di passi e lancio un'occhiata all'interno, dove una Kristen decisamente diversa, mi guarda a metà tra la paura e il sollievo.

Rimango paralizzato davanti a lei, mentre cerchiamo di capire l'una lo stato d'animo dell'altro attraverso i nostri sguardi.

Dio, quanto mi erano mancati questi occhi.

Faccio un passo verso di lei che sposta immediatamente lo sguardo sui miei piedi, facendomi bloccare.

«Sei uscita...»

Potrebbe risultare un esordio inutile, ma dirlo ad alta voce lo rende vero.

Mi prendo un lungo momento per analizzare ogni parte di lei. Ha il corpo interamente coperto e non posso accertarmi che i suoi lividi siano del tutto guariti. La caratteristica che però salta subito all'occhio e la sua netta diminuzione di peso. Era già dimagrita molto a causa dell'incidente, poi è riuscita a tornare in normopeso, ma adesso sembra essere ritornata al punto di partenza.

Faccio un altro passo verso di lei che questa volta scatta in piedi e aggira il tavolo, interponendolo tra noi.

«Scusa – alzo di nuovo lo sguardo sul suo viso – non volevo spaventarti. Non mi avvicinerò se non vuoi, ma...»

Le parole mi muoio sulle labbra, mentre lei afferra un foglio e una penna e comincia a scrivere qualcosa.

Mi daresti un po' di tempo da sola con Ana? Poi parliamo

«Certo. Io vado un attimo in bagno.»

Lei annuisce, le do le spalle e dico ad Ana che sto andando su e che Kristen ha bisogno di lei.

Anastasia mi fa una piccola carezza sul braccio e sussurra: «Abbi un po' di pazienza.»

«Tutta quella di cui ha bisogno.»

Una volta al piano superiore sto per dirigermi in bagno, quando noto la porta della soffitta aperta. Vorrei non far vincere la curiosità, ma ne ho accumulata così tanta che mi ritrovo all'interno ancor prima di averci pensato troppo.

La mia bocca si spalanca davanti alla moltitudine di fogli attaccati alla parte e sul soffitto. Ci sono date, scarabocchi, frasi senza un apparente filo logico.

E poi mi accorgo della linea del tempo disegnata su una lavagna.

Parte più o meno dal 2018 fino ad oggi. La maggior parte degli eventi segnati mi riguardano e quando riesco a mettere insieme i pezzi, mi scoppia il cervello.

AMNESIAWhere stories live. Discover now