CAPITOLO 18

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How can you miss someone you've never met?
'Cause I need you now, but I don't know you yet
But can you find me soon because I'm in my head?
Alexander 23 – IDK You Yet

Kristen oggi

I know, I know you know you're scared
Your heart, your mind, your soul, your body
They won't, they won't, they won't be careful
But I guess that you don't know me

Sono sdraiata sul prato su una collina apparentemente sconosciuta. Ammiro le nuvole con le loro strane forme. Non capisco da dove provenga la musica ma mi godo la voce calma e il ritmo dolce. Vorrei pensare a qualcosa ma la mia mente sembra svuotata da qualsiasi pensiero, tranne uno.

«Eccomi qua.»

Lo sento, lo percepisco accanto a me, ma non mi posso girare verso di lui. Maledizione! Sta diventando una tortura.

'Cause if I want you, and I want you, babe
Ain't going backwards, won't ask for space
'Cause space is just a word made up by someone who's afraid to get too close

In quel momento la canzone sembra capire esattamente come mi sento. Lo voglio solo più vicino. Tanto da capire chi è e perché tormenta il mio sonno.

«I want you close», canticchia accanto a me.

«So chi sei. Io lo so», mi convinco sperando che la mia mente mi permetta di girarmi.

«Ti manca ancora qualche pezzo, Kris. Non sei ancora pronta.»

Mi viene da piangere. Non è possibile. È un dolore psicologico ma anche fisico. Sto contorcendo ogni parte del mio corpo per poterlo guardare, ma è una battaglia persa in partenza.

«Vieni più vicino», allungo una mano nello spazio tra di noi.

I want you close.

La sua mano tocca la mia e le nostre dita si incastrano. È così famigliare.

And close ain't close enough.

«Non sei abbastanza vicino», piagnucolo.

«Kri! Kri, svegliati!»

La voce di Roxanne mi sveglia interrompendo il mio sogno. Quando apro gli occhi sono ancora più triste. Il buio avvolge ancora la stanza. Riesco a scorgere l'orario e sono appena le quattro. Dormo pochissimo, sì e no, quattro ore a notte. So di aver dormito per tanto tempo, ma mi sento sempre sfinita. Il solito mal di testa che accompagna tutte le mie giornate mi perfora le tempie.

Mi accorgo di avere le lacrime agli occhi e che la mia amica è preoccupata da morire. Cerco di mettere a fuoco tutto quello che mi circonda per infondere un po' di sicurezza a quegli occhi celesti che mi scrutano apprensivi.

«Scusa se ti ho svegliata», la tranquillizzo con un piccolo sorriso.

«Cosa stavi sognando? Eri molto agitata.»

«Non mi ricordo.»

Non capisco perché le stia mentendo. Non ho nulla da nascondere, anche perché continua a rimanermi sconosciuta l'identità del ragazzo. Non faccio altro che sognarlo e non mi permette mai di spegnere il cervello, neanche mentre dormo. La mattina non ci penso più di tanto soltanto perché c'è un altro ragazzo a tenere in ostaggio la mia mente.

Edward. L'affascinante tirocinante misterioso che mi segue nella mia fisioterapia. Da quando l'ho incontrato non fa che essere una presenza costante tra i miei pensieri. Non vedo l'ora di andare alle sue sedute. Sentire le sue mani che mi toccano e la sua voce che mi rassicura.

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora