CAPITOLO 11

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They say before you start a war
You better know what you're fighting for
The Cab – Angel With A Shotgun

Kristen prima

16 novembre 2018

Dopo aver salutato Manuel, torno al tavolo dagli altri, dove tomba il silenzio più assoluto. Sento gli occhi di tutti puntati addosso e comincio ad arrossire. Faccio il giro tornando al mio posto e poi rompo il silenzio: «Allora di che parlavate?»

Si lanciano tutti delle occhiate, ma solo Archie, che non ha peli sulla lingua, si fa portavoce: «Del tuo ragazzo.»

Che lo show abbia inizio!

«È un po' troppo silenzioso», ci va piano Alisha.

«Possiamo dire che con te non c'entra nulla», si aggiunge Meryl.

Come posso dargli torto? Io e Manuel siamo gli opposti. Due persone più diverse di noi non credo che esistano. Se prima le nostre differenze ci avvicinavano, adesso ci sono parti di lui che non riesco più a sopportare, ma non lo ammetterò mai. Non davanti a tutti, soprattutto a Damian.

Quest'ultimo non sembra interessato alla nostra conversazione, ci ignora deliberatamente, parlando con Courtney.

«Di solito non è così – mento – è solo un po' timido.»

Gli altri non se ne accorgono ma io colgo immediatamente lo sguardo che si lanciano Ana e Roxy. Loro sanno benissimo che Manuel è proprio come lo stanno descrivendo, anzi, ne avrebbero di cosa da aggiungere.

«Non devi giustificarti o giustificarlo, è la tua vita Kri, se stai bene con lui, non ti deve importare il resto», Drew sembra l'unico ad essere dalla mia parte. Le sue parole, però, mi fanno riflettere. Sto bene con Manuel?

«Grazie», sorrido al mio amico che porta un suo braccio intorno alle mie spalle, lasciandomi un bacio sulla fronte.

Quando tutti gli altri iniziano a ballare, io vado fuori a prendere una boccata d'aria. Non sono dell'umore per scatenarmi. Sento un peso sullo stomaco, come se avessi bisogno di liberarmi di qualcosa, ma non capisco cosa. Dovrebbe essere una serata tranquilla, per divertirsi, per non pensare alla quotidianità, invece, ho la testa intasata.

«Sento gli ingranaggi del tuo cervello che si muovono anche con la musica alta», la voce di Damian, mi fa voltare verso la porta.

Non ce la faccio ad affrontare anche lui, spero che ignorandolo torni dentro. La porta si richiude e non sento nessuno muoversi dietro di me. Quando mi rigiro, però, lui è lì che mi osserva in silenzio.

«Non ho voglia di parlare, Damian», sbotto.

«Nemmeno io. Sigaretta?», mi chiede mettendosi al mio fianco.

Apre il pacchetto con il pollice e me lo porge. Non dovrei fumare, so che a Manuel dà fastidio la puzza del fumo, ma lui non è qui; quindi, ne sfilo una dal pacchetto e ne prende una anche Damian.

Tira fuori l'accendino, lo aziona per me ed io mi fisso a guardarlo mentre accende la sua. Ha un nonsoché di affascinante pure mentre compie un gesto così semplice, come accendere una sigaretta. Per i primi due tiri rimane in silenzio, ma non riesce a trattenersi oltre.

«Smettila di guardarmi», mi ammonisce sorridendo.

Solo quando me lo fa notare, mi accorgo che ha ragione. La sua presenza è una calamita per i miei occhi. Evito comunque di rispondergli e gli do le spalle allontanandomi di qualche passo.

«Il tuo ragazzo ti ha mangiato la lingua?»

A quella domanda, la sigaretta quasi mi cade dalle mani. Torno da lui e, puntandogli un dito contro, a denti stretti sibilo: «Non parlare di lui.»

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora