«Che razza di coglione!» sbottò, scuotendo la testa.

«Oh aspetta, non hai ancora sentito la parte migliore.» risi, senza il minimo divertimento. «Lui è anche stato la mia prima volta. La sera prima del ballo.» confessai, spalancando gli occhi e assottigliando le labbra in una linea.

«Non può averlo fatto davvero.» sentenziò Michael, sempre più incredulo. «Che coglione.» ripeté.

«Lo ha fatto, invece.» risi ancora, sempre amaramente.

Un confortevole silenzio scese tra di noi ed io mi limitai ad osservare il via vai dei ragazzi che si stavano recando al ballo e a cercare di captare parti dei loro discorsi, solo per pura curiosità.

«Vieni con me.» sentenziò improvvisamente Mike, balzando giù dalla panchina e tendendomi una mano. Almeno questa volta non avrei avuto dubbi su come camminare accanto a lui.

«Dove vuoi andare ora?» gli sorrisi, non afferrando ancora la mano che stava tendendo verso di me.

Lui sospirò e distolse lo sguardo dal mio viso solo per un attimo, poi tornò a guardare esattamente nei miei occhi. «Melanie Rose, mi concederesti l'onore di venire al ballo di Natale insieme a me?» domandò a quel punto, rivolgendomi un sorriso buffo ed imbarazzato.

Inutile dire che sentii quasi il cuore schizzarmi fuori dal petto per l'emozione e per la sorpresa. Quello strano ragazzo dai capelli colorati e la barba ancora sfatta di qualche giorno mi stava davvero chiedendo di partecipare clandestinamente ad un ballo del liceo mentre indossavo un maglione di almeno due taglie più grandi e avevo ancora i capelli legati nella disordinata treccia con cui avevo dormito?

«Mike, esistono dei biglietti a pagamento per queste cose.» Non ero mai stata ad un ballo, ma almeno quello lo sapevo anche io.

«Il bidello era mio amico quando venivo a scuola qui.» sbuffò, senza muoversi di un millimetro.

«Eri amico del bidello?» ridacchiai, alzando le sopracciglia.

In realtà non volevo fare altro che saltare giù da quella panchina ed afferrare la sua mano per permettergli di accompagnarmi al ballo, ma tormentarlo era davvero divertente e volevo continuare a farlo almeno ancora per un pochino.

«Moe, stai rovinando un momento estremamente romantico, te ne rendi conto vero?» sospirò fingendosi esasperato, abbassando poi la mano ed avvicinandosi invece alla panchina.

A quel punto, mi alzai in piedi su di essa, superandolo in altezza solo di una manciata di centimetri, e allacciai le braccia intorno al suo collo. «Prometti che non mi lascerai all'ultimo minuto per andare a ballare con la ragazza più carina della festa?» gli sorrisi, accarezzando i capelli più corti che si trovavano sulla sua nuca.

«Non ci sarà nessuna ragazza più carina di te.» sorrise a sua volta, alzando il viso per strofinare il naso contro il mio. «Ma non posso prometterti nulla riguardo a Paul.» rise brevemente, senza allontanarsi dal mio viso.

«Paul?» domandai perplessa, aggrottando le sopracciglia.

«È il bidello.» mi spiegò, ridendo di nuovo. «Ho sempre pensato che fosse gay e che avesse una piccola cotta per me.»

«Quanto sei deficiente.» risi a mia volta, spostando una delle mie mani sulla sua guancia leggermente ruvida a causa della barba e specchiandomi per l'ennesima volta nei suoi perfetti occhi chiari.

«Ma non hai ancora risposto alla mia domanda, Melanie Rose.» finse di imbronciarsi nuovamente, spostandosi un pochino più indietro per potermi vedere meglio in faccia.

«Certo che vengo al ballo di Natale con te, Michael Gordon.» sorrisi caldamente, subito prima che lui mi sollevasse e mi facesse girare tenendomi tra le braccia, proprio come se fossimo in un film.

Shiver || Michael CliffordWhere stories live. Discover now