Capitolo 43 - Far combaciare i pezzi

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Sono davanti a un bivio.

A destra i luccichii dei mosaici bizantini, a sinistra il candore dei marmi delle statue rinascimentali; da una parte la pittura grezza e corposa, dall'altra le linee gentili e armoniche.

Sono esattamente al centro.

So verso quale direzione dirigermi, l'ho sempre saputo.

Due scale, però, mi separano da entrambe le destinazioni.

Quale delle due rappresenterà la mia scelta definitiva?

Mi volto verso la prescelta, ma, prima che io possa raggiungerla, la sveglia suona.

Tutto intorno a me crolla.

Sono di nuovo in camera mia, alla mia sinistra c'è Francesco e alla mia destra Kate.

Nessuna scelta da fare, o meglio, una c'è, ma dovrò prenderla al di fuori della mia stanza.

Oggi è il giorno che stavo aspettando da tutta la vita.

***

«Signorina Neri, il professor Caulfield l'attende nel suo ufficio, può entrare» l'assistente del docente mi fa strada, indicandomi con la mano la porta che a breve attraverserò.

Strategicamente ho preso la pillola il giusto quantitativo di ore prima, in modo che potesse fare effetto nel migliore dei modi. Sono abbastanza tranquilla, per quanto possa esserlo una ragazza come me: con l'intestino costantemente in subbuglio e con il cuore sottoposto a una continua aritmia.

Il professore siede scomposto su una sedia girevole, mentre ossessivamente aggiusta la sua pesante montatura gialla.

«Oh, buongiorno» alza lo sguardo dal computer, quando si accorge che sono entrata.

Ricambio il suo saluto cordialmente, prendendo posto proprio davanti a lui.

«In genere come saprà, scelgo i miei futuri assistenti in base al corso di Arte Medievale... preferisco farlo di solito al secondo anno proprio perché in questo modo i ragazzi hanno tempo prima della laurea di formarsi a dovere. Ho il 99% di successo per i miei studenti, in pochi anni sono tutti capaci di diventare miei colleghi. Non è certamente un segreto il perché io l'abbia convocata qui oggi, giusto?» mi domanda retoricamente, non dandomi neppure il tempo di rispondere.

«In ogni caso la proposta è questa: il prossimo anno andrà a studiare all'Università di York in UK, abbiamo un accordo tra dipartimenti che va rispettato in un'ottica di scambio, e poi, se vorrà, potrà completare parte dell'ultimo anno in Italia, dovunque lei voglia, ho colleghi medievisti in ogni università. In estate poi, sebbene non sia un'archeologa, c'è una campagna di scavo in Turchia che mi piacerebbe lei seguisse con me... mi rendo conto che è un grande sacrificio, ma è anche un'opportunità. Se lei è completamente dedita alla disciplina, le posso assicurare sarà una passeggiata».

Mi perdo a seguire tutto ciò che mi sta elencando.

Penso a mia madre e a quanto tutto questo sarebbe stato per lei un sogno, quello stesso sogno che in parte sono stata io a spezzarle. Se non avesse mai avuto me, avrebbe potuto vivere quei quasi sette anni in più di vita all'inseguimento delle sue passioni in giro per l'Europa, invece che passarlo in una piccola cittadina, potendo studiare quello che amava soltanto negli ultimissimi periodi della sua vita.

Questi ultimi giorni, però, rispetto a questo argomento, mi hanno aiutata a raggiungere nuove consapevolezze.

Ho finalmente imparato a leggere e interpretare i miei sogni in modo nuovo.

The Art Of Being ArtWhere stories live. Discover now