Capitolo 32 - Disintossicazione... affettiva

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Dopo aver salutato Mora - agitata, super emozionata e pronta a raggiungere Mad a Encino - sono risalita in camera.

Ho messo apposto la valigia, cambiato le lenzuola e dato un po' di ordine generale alla stanza.

E, pur avendo un bisogno impellente di prendere un'altra pillola, ho preferito non cedere.

In quel frangente ho scelto di indirizzare tutte le energie che mi restavano nella costruzione di una strategia da attuare per portare avanti il mio obiettivo.

Una volta delineato il mio piano, sono scesa in palestra con la borsa piena di tutti i flaconi di pillole in mio possesso.

Mancando davvero poco all'orario di chiusura, sono stata costretta a lasciare rapidamente tutte le mie scorte nell'armadietto di Kate - sono fortunata che lei non ricordi mai nessuna combinazione e perciò le affidi tutte a me - e poi sono risalita il più in fretta possibile in camera.

L'idea è quella di portare il mio corpo allo stremo, attuando una disintossicazione parziale.

Per fare ciò non dovrò fare altro che prendere una sola pasticca la mattina appena sveglia, così da non intaccare il mio rendimento universitario e potermi quantomeno recare tranquillamente a lezione. Potendo poi passare la restante parte della giornata nei dormitori, fin quando, con lo scorrere del tempo, non mi sentirò abbastanza sicura di uscire senza aiuto farmacologico.

Niente che non abbia già fatto ovviamente, non è la prima volta né sarà l'ultima.

Essendo praticamente una drogata alla quale sarebbe mancata improvvisamente la propria dose, per non cadere in tentazione, non mi sembrava il caso di avere tutti quei flaconi a mia disposizione, perciò l'opzione palestra è stata un lampo di genio.

Alla fine, infatti, non solo la struttura è chiusa di domenica, rendendomele di fatto totalmente inaccessibili, ma ha anche orari di accesso per gli altri due giorni molto serrati e non sarebbe comunque semplice per me in piena crisi d'astinenza andarle a recuperare, nemmeno se me lo autoimponessi con tutta la forza.

Ne ho tenute soltanto tre, basteranno fino a martedì mattina quando tutti torneranno alla Usc. Poi le affiderò tutte alle mie amiche e saranno loro ad aiutarmi, esattamente come già è accaduto lo scorso anno.

In quell'occasione, però, tutto è stato molto più semplice, da una parte perché avevo una dipendenza molto più lieve, avendo a disposizione soltanto poco più di una dozzina di pillole al mio arrivo negli Usa, dall'altra perché quello che ho fatto è stato ripulirmi totalmente, riuscendo a ripartire da zero. Adesso non credo sarei in grado di fare una cosa del genere neppure se ci mettessi tutta la forza di cui dispongo. Credo a questo punto sia più giusto andarci con i piedi di piombo piuttosto che strafare e ritrovarmi poi nella medesima situazione in cui sono ora tra qualche mese.

Per tutta la serata ho avuto forti tremori, inappetenza, vomito, caldo e freddo allo stesso tempo. Credo di aver sudato i miei vestiti una quindicina di volte e di essermi asciugata per poi bagnarli nuovamente.

Una sola notte senza prendere nulla e già arrivo a livelli simili.

Ho guardato il cellulare incessantemente mentre non riuscivo a chiudere occhio. Non ho ricevuto neppure un messaggio, a eccezione delle foto di Kate in vacanza.

Mi sono ripromessa di non raccontare nulla a nessuno dei miei amici, né tantomeno di contattare quelli che sapevo fossero alla Usc. Sophie, Rick e Nick non sono a conoscenza di questa parte della mia vita e non voglio assolutamente renderli partecipi. Non perché me ne vergogni, ormai ho imparato a conviverci, ma vorrei fingere almeno quando sono in loro compagnia di essere una persona normale, senza che loro debbano controllare ossessivamente quante pillole ho ingoiato o entrare in panico se provo a bere o fumare erba dopo averne assunto una.

The Art Of Being ArtWhere stories live. Discover now