Capitolo 6 - Il primo giorno del secondo anno

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Il suono della sveglia mi fa sobbalzare nel letto.

Kate grugnisce da sotto le coperte e, con uno strano lamento, mi intima di spegnere quel rumore infernale. 

Ho scelto per il primo giorno le maniere forti, per essere sicura di svegliarmi. Ho impostato come suono quello di un allarme nucleare, così, giusto per cominciare la giornata con serenità.

È così presto che non ho neanche avuto il tempo di sognare la scala a pioli, ma oggi, per quanto sono eccitata, nemmeno quella mi avrebbe fermata. 

La prima lezione della giornata sarà quella di Management delle imprese culturali, il primo corso che in comune con Luke da quando sono iscritta alla Usc, sarà divertente avere qualcuno in aula con cui seguire. Subito dopo, alle dodici, frequenterò il corso che aspetto da tutta la vita: Storia dell'arte medievale del Professor Caulfield. 

La mamma, anche se ero soltanto una bambina, non faceva altro che parlarmi dell'incredibile talento di quello studioso e di quanto lei si fosse sentita fiera nel momento in cui lui le aveva proposto di lavorare insieme. Anni dopo, quando ne ho avuto la capacità, ho letto alcuni studi del professore e sono rimasta profondamente colpita dalle sue ricerche, sebbene il suo campo non sia propriamente quello in cui vorrei specializzarmi. Questo semestre, oltre i due già citati, frequenterò anche un corso di storia - un'altra delle mie grandi passioni. In questo caso non ho notizie certe su quale sarà il programma che porteremo avanti, ma non vedo l'ora di scoprirlo.

Mentre Kate ancora si lamenta e teatralmente mette le mani davanti al viso come se fosse un vampiro ustionato dai raggi del sole, io sono quasi già pronta, mentre saltello qua e là per la stanza. Ho scelto di indossare una camicetta bianca con dei pantaloni neri attillati, nella speranza di sembrare il più professionale possibile agli occhi dei professori. È abbastanza patetico, lo riconosco, ma non ho mai preso meno del massimo in niente e non riesco a non essere impeccabile in queste situazioni.

Esco dalla camera, ancor prima che Kate abbia proferito la prima parola di senso compiuto della giornata.

Sono diretta in mensa.

Come ogni primo giorno che si rispetti prenderò per colazione soltanto una banana che mangerò per evitare di svenire e poi, forse, mi concederò un pasto più sostanzioso a cena, sempre se l'agitazione me lo permetterà. Una delle cose delle quali le mie insicurezze e le mie paure mi hanno privata è senz'altro il cibo. In situazioni di stress non riesco che a concedermi poco più di quello che mi serve per sopravvivere.

Entro nella sala più felice del solito, canticchiando una musichetta improvvisata sul momento.

Vedo JJ e Mad avvicinarsi, mentre sono in fila per prendere l'unico pasto che mangerò questa mattina.

«Buongiorno splendore» mi dice sorridente JJ, anche lui sembra particolarmente felice.

Mad, invece, mi saluta con un pugnetto.

«Buongiorno ragazzi!» riesco a stento a tenere a freno l'eccitazione.

«Non ti ho mai vista così» afferma piuttosto stranito JJ.

«Sono su di giri per i corsi» rispondo, senza riuscire a togliermi dalle labbra un sorriso a trentadue denti.

«Non credo di aver mai sentito nessuno dire un'assurdità del genere» sghignazza Mad «stai bene?» mi tasta la fronte, per assicurarsi che non scotti per la febbre.

«Amo quello che studio» dico trasognata, mentre prendo la banana, la sbuccio e la porto disordinatamente alla bocca.

Entrambi scoppiano in una fragorosa risata, guardandomi mangiucchiare noncurante il frutto.

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