Sul finale

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Pov's Nic
Per giorni Irene non mi ha parlato, sotto shock per tutto quello che stava succedendo nella sua ma anche nella mia vita. Fabrizio era stata arrestato per il crimine che stava commettendo e che, da quel poco che avevo capito ma soprattutto sentito dagli agenti, anche per altri reati fatti in passato ma quello che aveva più ucciso Irene era proprio Aurora in un letto d'ospedale.
Per giorni ha lottato tra la vita e la morte ma fortunatamente ormai da 48 ore, era fuori pericolo e ricordo che solo ieri, alla notizia del dottore, Irene mi ha finalmente guardato ed è scoppiata a piangere tra le mie braccia e io sono sicuro che quel momento ha scritto un prima e un dopo della nostra storia. Ci siamo lasciati alle spalle tutti gli equivoci che ci sono successi e siamo andati avanti, mano nella mano, oltre tutte le difficoltà e soprattutto oltre il dolore che avevamo per Aurora.

"Perdonerai mai Fabrizio?" Mi chiede di punto in bianco Irene, seduta sulle mie gambe davanti la porta della camera da letto dell'ospedale nella quale si trovava Aurora. Andavamo via solo la sera, andavamo a casa mia, facevamo la doccia, ci mettevano a letto e dormivamo per poi rialzarci la mattina e tornare qui. Questa era ormai la nostra routine da due settimane.

"No" Rispondo schietto io.

"Nemmeno io" Continua Irene, lasciandomi un bacio sulla mandibola. Nonostante la difficile situazione, la ragazza dai capelli biondi a caschetto è riuscita a eliminare completamente quell'uomo dalla sua vita ma conoscendola so che dentro di se ci sta male perché nonostante tutto per 17 anni l'ha chiamato papà e lo trattava come un supereroe.

"Siete voi i parenti della signora Aurora?" Chiede di punto in bianco un dottore, uscendo proprio dalla camera davanti i nostri occhi e subito io e Irene ci alziamo dalla sedia di ferro.

"Sono la figlia e lui è il mio ragazzo" Risponde Irene e io faccio un piccolo sorriso di circostanza. Per la prima volta Irene diceva a qualcuno d'estraneo della nostra relazione e se non ci fosse Aurora distesa su un lettino d'ospedale sarei stato il ragazzo più felice al mondo.

"La signora sta bene, si è ripresa benissimo e come sapete era da giorni che non stava più in pericolo di vita" Ci spiega il dottore e subito Irene sorride, questa volta con un sorriso sincero perché sua mamma era riuscita a salvarsi da tutta quella situazione. "Da oggi iniziano le visite per lei quindi potete entrare ma non sforzatela troppo" Continua il dottore e subito sia io che Irene saltiamo di gioia. Non vedeva l'ora di sentire questa notizia perché ad entrambi mancava quella donna ma senza il consenso dei medici, non potevamo vederla.

"Andiamo dai" Incito la bambina che ho accanto sorridendo e lei subito annuisce. Qualche volta, soprattutto in un momento come questo quando la gioia la travolge completamente, mi sembra proprio una bambina che non sa gestire le proprie azioni.
Dopo qualche secondo, Irene subito mi stringe la mano per poi dirigersi verso la porta, aprire e appena varchiamo la soglia un odore di farmacia e di amuchina mi invade le narici.

"Mamma!" Esclama Irene, risvegliandomi da tutti i pensieri che avevo da qualche secondo in mente e vedendo il sorriso e gli occhi lucidi di Aurora, inevitabilmente sorrido pure io. So quanto sono legate e so quanto entrambe hanno sofferto e ora che siamo giunti alla fine di tutta questa storia, mi sembra surreale rimanere insieme a loro senza avere paura.

"Ciao piccola mia" La saluta lei, lasciandole un bacio sulla fronte e Irene si siede sul letto accanto a lei, prendendole la mano senza ago della flebo e io, guardando tutti quei macchinari accanto al corpo di Aurora, subito sospiro perché so che tutto ciò è colpa mia, so che ha lottato per me e so anche che ci sarei dovuto essere io su quel letto.

"Niccolò" Mi richiama proprio la donna con un piccolo sorriso e io a passi lenti e con il capo chino mi avvicino a lei. "Non ne abbiamo ancora parlato ma per favore, non dire che ci saresti dovuto stare tu perché non è vero" Continua lei come se mi avesse letto nel pensiero e io faccio spallucce.

Proteggerti mi viene naturaleWhere stories live. Discover now