Emozioni incontrollabili

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Pov's Nic
Fin da bambino ho sofferto d'attacchi di panico e fin da bambino sono stati il mio peggior incubo.
Mi svegliavano di notte con il sudore sulla fronte, con il petto che mi tremava e con il fiato sospeso mentre le mie lacrime rigavano il mio viso e il mio fiato era corto, come sospeso nel vuoto e in questo momento sono proprio seduto accanto alla finestra alla ricerca dell'aria che mi manca, alla ricerca del respiro ma soprattutto della calma.
Era da tempo che non avevo un attacco di panico così forte ma probabilmente questo attacco è dovuto alle mille emozioni che ho in corpo, quelle stesse emozioni che mi ha creato Irene e che non riesco a gestire per la paura che mi porto dentro e per quel peso sul cuore ma soprattutto per l'odio. Perché è questo il mio problema, l'odio che porto nei confronti di quella persona che mi ha abbandonato, lasciandomi da solo mentre io gli ripetevo "Papà non preoccuparti, possiamo stare insieme anche con i problemi" mentre lui si avvicinava sempre di più a quell'edificio che ha visto i miei peggiori pianti e le mie peggiori crisi perché io all'apparenza potrei sembrare il bravo ragazzo, che con solo le sue forze è riuscito a crearsi una nuova vita ma dentro sono rotto, dentro sono un bicchiere di vetro che si è spaccato troppe volte e oggi davanti a Irene mi sono completamente rotto, con i suoi occhi nocciola e lucidi davanti ai miei, con le sue parole e con i nostri mostri.
Quei maledetti mosti, quei maledetti mostri che Irene ha capito con un solo sguardo ma che ha cercato di annientarli facendo solo peggio ma è proprio questo il problema per me e lei. Vogliamo troppo, vogliamo fare cose che non potremmo mai fare, vogliamo provare quelle sensazioni forti e che ti fanno venire il brivido.
Io le voglio provare con lei ma non posso, non possiamo e entrambi lo sappiamo.

"Uno... Due..." Inizio a contare io, con le lacrime sul mio viso e il respiro che mi manca.
In orfanotrofio, una ragazza che rimarrà per sempre nel mio cuore, mi disse di contare ogni volta che avevo un attacco di panico e respirare, cercando di pensare solo a delle cose belle e inevitabilmente riesco a pensare a mamma.
Lei che nonostante tutto mi starà sempre accanto, lei che se fosse qui mi verrebbe vicino per dirmi "Va tutto bene, devi solo pensare al tuo cuore" per poi abbracciarmi e nonostante io non abbia mai visto il suo sorriso, sono sicuro che se avesse avuto un giorno in più per sorridere sarebbe stato il sorriso più bello che io avessi mai potuto vedere in tutta la mia vita ma ora come ora, mi basta anche vederla in una foto e accarezzare il suo viso angelico.

"Tre... Quarto" Continuo a contare, questa volta mettendomi una mano sul viso. Mamma non mi vorrebbe vedere così, non verrebbe vedermi con l'odio verso papà e con il dolore per una ragazza e probabilmente, dato che è la figlia dell'uomo che ha sempre amato, la odierebbe pure ma sono sicuro che appena la vedrebbe mi verrebbe vicino per dirmi "È bellissima" e poi stringermi forte, consapevole anche lei di star pensando a qualcosa di assurdo.

"Cinque... Sei" Dico io, continuando a contare ma soprattutto a pensare.
E se non avesse scelto me quel giorno? Se avesse scelto la sua vita al posto della mia? Cosa sarebbe successo? Sicuramente io non sarei qui ma probabilmente lei avrebbe ancora l'amore della sua vita accanto e altri figli che avrebbe amato con tutta se stessa, proprio come ha fatto con me per quel poco ma immenso tempo.

"Sette... Otto" Penso, penso a me, alla mia mamma e penso ad Irene, costatando di sentirmi solo dentro e probabilmente lo sono.
Io da persona fragile con con l'odio dentro, io persona forte ma con la rabbia, io persona che vorrei vivere il futuro ma con il passato sempre dietro le spalle.

"Nove..." Zero, zero emozioni vorrei.
Non vorrei amare, non vorrei odiare, non vorrei soffrire e non vorrei pensare a niente.
Vorrei solo una cosa, la libertà di poter fare quello che più amo, la libertà di poter amare una persona che non posso amare e soprattutto la libertà di poter tornare indietro e di rivivere il sorriso di mamma.
Lei che dalle foto era così bella, così solare e così piena di vita.

"Dieci" E il respiro torna ma ad un prezzo troppo elevato per me.
Ho rivisto tutto me stesso in quest'attacco di panico, ho rivisto tutte l'emozione che io stesso non riesco a gestire ma soprattutto ho rivisto lei, la mia bellissima mamma..

. . .

Pov's Irene
"Irene fermati" Mi richiama mia mamma mentre io percorro il corridoio in lacrime. "Irene" Continua lei, questa volta alzando il tono di voce quando sente la porta di camera mia sbattette mentre io mi stendo subito sul letto con un cuscino sulla testa per cercare di soffocare le lacrime.

"Lasciami mamma ti prego" Dico io a mia mamma quando quest'ultima si siede accanto a me proprio sopra il mio letto ma io non voglio che mi veda così, non voglio che lei veda sua figlia piangere per poi pensare a chissà quale ragioni e scusarsi per non aver fatto un buon lavoro da mamma soprattutto riguardante la separazione con papà ma lei è sempre stata così, si fa ricadere addosso delle colpe assurde e che non c'entrano niente.

"Vieni qui piccola mia" Dice lei, prendendo il mio corpo tra le sue braccia e subito io scoppio nuovamente a piangere sul suo petto.
Mi sento come se fossi in una bolla nel quale c'è solo sofferenza, nel quale l'amore è una cosa a cui non ci si può aggrappare perché quest'ultimo è un'amore proibito nel quale nessuno può fare niente, nemmeno un piccolo accenno.
E mi sento così stupida per aver pensato a chissà cosa con quel ragazzo, stargli accanto, cercarlo di capire per poi urlarci contro e piangere ognuno per conto suo.

Ho passato tutto il viaggio di ritorno su un taxi a piangere, guardando il mio vestito smeraldo e la città che piano piano andava avanti dal finestrino. La città che in quel momento mi è sembrata davvero troppo piccola per due ragazzi come noi. Una città con mille problemi ma con mille cose belle, un po' come me e Niccolò. Abbiamo mille cose brutte dentro di noi, mille difetti ma anche cose così belle da farci sognare ma questa è una città troppo grandi per due giovani come noi che, nonostante tutto, ci ha reso solo ed esclusivamente soli più di qualunque altra cosa.
E fuori piove e la città si rinchiude nelle loro case, probabilmente sbuffando pensando "È giugno, dev'esserci un sole da far spaccare le pietre" ma non è sempre così, non è mai una vita piena di rosa e fuori ma è costituta anche da spine.

"Perché fa così male?" Chiedo inevitabilmente io ad alta voce e mia mamma subito sospira accarezzandomi i capelli.
Perché fa male nonostante sapessi tutto? Nonostante sapessi dal primo momento che sarebbe stata una delle cose più complicate della mia vita? Nonostante, con i suoi panni ancora addosso e la sua felpa con il quale ho cercato di pulirmi ogni lacrime dal viso io lo senta così lontano ma allo stesso tempo così vicino?

"È la verità quella che ci fa più male" Mi risponde mia mamma, asciugandomi le lacrime per poi soffermarsi sui panni che ho addosso e guardarmi nuovamente sospirando.
Ha ragione, la verità è la cosa più cruda che ci sia al mondo. La verità di sapere tutto e di avere la vita sotto controllo ed era ciò che io stessa avevo prima dell'arrivo di Niccolò ma da quando quest'ultimo è entrato nella mia vita, è come se fosse stata manipolata da chissà quale magia.

"Posso intuire da chi sei stata questa notte" Inizia a parlare mia mamma e io subito la guardo con gli occhi pieni di lacrime. Questa che porto ora è la stessa felpa che Niccolò portava il giorno nel quale io e mamma siamo andate a casa sua per poi prendere insieme un caffè. "E non sono qui per farti la ramanzina perché il cuore non si comanda" Continua poi lei, questa volta abbassando lo sguardo e io intravedo i suoi occhi lucidi ma non sono emozionati, sono malinconici di qualche ricordo passato. "Però ti chiedo solo una cosa. Sta attenta e guardati attorno amore mio" Finisce di parlare lei, abbracciandomi con tutta la forza che ha lasciandomi completamente spiazzata e con ancora con le lacrime sul viso.
Molti dicono che al cuor non si comanda ma alla testa? Quest'ultima? Ma queste due cose fondamentali dovrebbero essere un minimo collegate ma proprio non ci riescono, il mio cuore viaggia ad una velocità troppo veloce per seguirlo e la testa quasi non c'è la fa più. Ha troppi pensieri e troppe emozioni per quel ragazzo che in questo momento si trova lontano e chissà se la città ha lasciato spazio anche al suo cuore e alla sua testa.
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Angolo Autrice
Ecco a voi un nuovo capitolo della nuova storia🗯💁🏻‍♀️
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🧠 Ahhhh le mille emozioni di questi due ragazzi...
Cosa ne pensate di tutta questa situazione?
PS: Non potete immaginare le lacrime per scrivere il pov's di Nic
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⭐️ Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo.  Come fare ciò? Mettendo una stellina e un commento, ci tengo davvero tanto <3
Al prossimo capitolo <3

Proteggerti mi viene naturaleWhere stories live. Discover now