Potresti fasciarmi il cuore

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[Anche questo capitolo sarà in terza persona, buona lettura <3]

Era passata una settimana da quando i due ragazzi si trovavano nella Marche, precisamente a Senigallia. Era cambiato tutto per entrambi ma soprattutto era cambiato tutto per Irene. Non si sarebbe mai aspettata di dover fingere in quel modo, di dover rispondere alle chiamate del padre e sorridere dicendo di essere felice con le amiche in chissà quale posto sperduto nel mondo quando in realtà stava male e il suo cuore andava in pezzi ogni volta che incrociava lo sguardo di Niccolò. I due quasi non si parlavano più, le parole erano state assorbite dal dolore e non si baciavano nemmeno più, quello era diventato solo che un bellissimo ricordo.
Ora i due si trovavano a tavolo, ognuno immerso nei proprio pensieri, Niccolò a pensare al futuro e al domani mentre Irene a osservare il piatto di pasta in bianco che aveva davanti. Non riusciva quasi a vederlo, anche l'odoro del cibo era diventato un qualcosa di assurdo per lei e ogni volta che Niccolò notava le smorfie quando Irene entrava in quella piccola cucina di quella casa, quasi voleva rubarle l'anima per farla stare bene perché lui sapeva quanto quel brutto mostro che aveva dentro le faceva male, aveva vissuto ciò insieme a Noemi e ora lo stava rivivendo con Irene...

"Uno Ire, almeno uno" Supplicò Niccolò alla ragazza, guardandola con i suoi supplichevoli occhi nocciola. Lei gli aveva promesso che avrebbe mangiato solo per rimanere in forze per un'eventuale altra fuga ma anche quella promessa era stata sventolata al vento. Ora non poteva fare a meno di leggere le calorie su tutto ciò che mangiava e Niccolò, di tanto in tanto, prendeva lo scotch nero per attaccarlo sopra i numeri che pian piano uccidevano la ragazza che nel profondo del cuore amava. Odiava vederla soffrire così tanto perché lui sapeva che gran parte della causa era proprio lui. Lui che non gli voleva dire il perché di quella fuga, lui che non gli voleva dire il motivo per il quale Fabrizio lo voleva uccidere e lui che non gli diceva che quel legame di sangue che tanto li aveva uniti in passato in realtà non esisteva.

"Se mangio un po' dopo vediamo Manny tutto fare?" Chiese lei quasi sussurrando e Niccolò non potè fare a meno di sorridere. Erano ormai due giorni che i due nei momenti liberi guardavano alla tv quel cartone animato che entrambi vedevano da piccoli e nonostante a Niccolò ricordasse l'orfanotrofio, lo guardava solo per vedere Irene felice.

"Certo, dobbiamo finire la puntata di ieri" Gli disse lui e Irene annuì, prendendo tra le sue mani la forchetta e la sua mano iniziò a tremare ma quando riuscì ad ingoiare il primo fusillo quasi sorrise.

"Vedi che sei bravissima" Sorrise anche Niccolò perché pian piano, entrambi stavano facendo dei piccoli passi insieme ma nemmeno a farla apposta, il telefono di Irene iniziò a suonare scatenando rabbia e frustrazione da parte di Niccolò.

"È...è" Irene non riuscì nemmeno più a dire quel nome di quel familiare, le sembra così distante e così diverso... "È Fabrizio" Disse solo.

"Rispondi e cerca di capire se sa qualcosa di più" Continuò Niccolò. A quest'ultimo importava delle chiamate solo ed esclusivamente per cercare di capire i passi che l'uomo stava facendo perché nonostante le rassicurazioni di Aurora che ogni tre giorni andava lì a trovare i due ragazzi per raccontare a Niccolò i passi che Fabrizio stava facendo, al ragazzo non bastava e non a caso aveva sempre pronte le pistole nel armadietto nonostante Fabrizio fosse ancora lontano da Senigallia. In fin dei conti pensò 'Meglio prevenire che curare'

"Ciao Papà" Saluto Irene, cercando di fingere un tono felice e sereno, praticamente da solita ragazza in vacanza con le amiche. "Come stai?" Chiese poi è quando pose questa domanda a Fabrizio Niccolò subito fece una smorfia. Odiava sapere lo stato d'animo di quell'uomo perché voleva vederlo soffrire e la risposta 'Va alla grande' lo faceva solo ribollire di rabbia.

"Come va la vacanza con Angelica e le altre?" Chiese il padre e Irene subito sospirò. Le sue amiche ma soprattutto Angelica le mancavano davvero tanto. Angi non sapeva ancora niente o almeno, lei sapeva che era partita con Niccolò semplicemente per una vacanza quando era tutto tranne che una vacanza.

Proteggerti mi viene naturaleWhere stories live. Discover now