Proteggerti mi viene naturale

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Pov's Nic
Da bambino la sera mi faceva sempre paura ma poi crescendo ho capito quanto lei sia bella. Dai 16 anni in poi la sera in orfanotrofio la passavo steso sul letto mentre riflettevo sul senso della vita. Ora a 18, in questa serata di luglio nel quale fuori piove, la sera mi fa paura, il buio mi fa paura ma soprattutto il futuro mi fa paura.
Cosa ne sarà di me? Cosa ne sarà di questa casa che in questi mesi ho costruito? Cosa ne sarà dei Miserabili? E cosa ne sarà di Irene, di noi?
"Ti prego salvati per l'amore che provi per tua mamma Adele e per Irene"
Sono queste le parole che mi risuonano per la testa mentre i miei occhi sono pieni di lacrime e il mio cuore pieno di tristezza. Faccio gli scatoloni nel bel mezzo del salotto mentre cerco di capire cosa potrebbe essermi d'aiuto in questa fuga da Roma ma ogni cosa che trovo, voglio portarla con me. Ogni oggetto di questa casa mi ricorda qualcosa, qualcosa di mamma, qualcosa dei miei amici, qualcosa di lei...
Inaspettatamente mi alzo per andare in camera e quando apro l'armadio mille lacrime mi scendono sul viso. Devo scappare perché qualcuno mi vuole uccidere e solo questo pensiero mi fa sentire un protagonista di qualche film e quando ripenso alla persona che mi vuole uccidere e cioè mio padre, diventa qualcosa di ancora più surreale.
"Mi ha portato via la cosa che più amavo" È stata questa la giustificazione che Aurora ha letto sul computer e subito io ho capito. Gli ho portato via mamma, gli ho portato via la donna che più amava al mondo e che amava più di suo figlio. Mamma è morta per salvarmi e questo papà non me l'ha mai perdonato e queste sono le conseguenze: morte, sangue, fuga.
Stringo al mio petto una felpa lasciata da Irene ancor prima di partire per la nostra vacanza e piango come un bambino. Dopo aver scoperto del piano di Fabrizio, ho chiesto ad Aurora di dire a Irene che non sarei potuto andare al nostro primo appuntamento perché avevo un improvviso mal di pancia che mi aveva fatto addirittura vomitare e non è del tutto una bugia, prima ho vomitato tutto quello che avevo in corpo per l'ansia e la paura.
Aurora mi ha raccontato che lei mi aiuterà in tutto, anche a trovare un alloggio fuori Roma ma mi ha anche detto che questo piano di Fabrizio è un qualcosa di davvero troppo grande e ho capito che non ci sono solo io di mezzo, c'è davvero tanto ed è anche per questo che non c'è la polizia ad indagare su Fabrizio ma c'è qualcuno di ancor più superiore e per quei pochi secondi nel quale ho avuto lucidità, ho subito pensato che Aurora fosse una di loro ma subito ho negato con il capo.
Aurora è l'ex moglie di Fabrizio, non potrebbe mai far parte di qualche servizio segreto Italiano...

Rabbrividisco quando sento il campanello suonare e subito mi fermo perché la paura cresce ogni secondo che passa. E se fosse Fabrizio? Se avesse scoperto che ormai so tutto? Ho paura, tanta paura.
Ho addirittura paura di soffrire perché proprio ora che avevo trovato stabilità, ora che avevo trovato me stesso mi trovo di nuovo da capo a fondo.
Vado verso la  porta e grazie al buco riesco a vedere dei capelli biondi a caschetto e mi metto una mano in viso. Irene.
Irene si trova davanti la mia porta e io vorrei solo sprofondare. Non posso farmi vedere in questo modo e non posso nemmeno dirle che non mi vedrà mai più.

"So che stai a casa" Esclama lei e subito il mio cuore sprofonda. Lei sa che io sto qua, sa che teoricamente non siamo potuti uscire perché io sto male ma mai mi sarei immaginato di ritrovarmela qui davanti ma non posso farle vedere come realmente sto, non posso farle capire che c'è qualcosa dietro perché lei ama Fabrizio, lo vede come un supereroe e non voglio rovinarle tutto perché lei non merita ciò.
"Ti prego fammi entrare, voglio sapere come stai" Mi supplica poi lei e io subito chiudo gli occhi

"Sono in condizioni pietose ma sto bene, tranquilla" Le rispondo io, cercando di non far trapelare il tremolio della mia voce.

"Resto qua fuori fin quando non mi farai entrare" Esclama Irene e subito io sospiro. La conosco e so che dormirebbe sul mio pianerottolo fino a domattina e proprio per questo cerco di darmi un certo contegno per poi aprire e quando apro lo porta, subito lei mi corre incontro per abbracciarmi e stringermi a lei e io non posso non scoppiare in un pianto che parla da solo.
Non riesco a vivere in questo modo, a correre contro qualcosa di grande per me. Prima l'orfanotrofio e l'abbandono, poi l'adattamento alla nuova vita e alla fine il piano di Fabrizio per uccidermi.

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