Le mamme

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Pov's Nic
Sono passati tre giorni da quando Irene ha scoperto tutta la verità sul suo passato e sono tre giorni che si è chiusa in se. Non parla più con nessuno e non risponde più alle chiamate che le persone le inviano. È come se si fosse chiusa in una bolla nel quale nessuno può entrare, nemmeno io che la osservo da lontano soffrendo con lei. Non doveva scoprire tutto ciò in questo modo, ho sbagliato a parlare senza pensare due volte a quella frase e queste sono le conseguenze. Siamo ancora più lontani di quello che eravamo nei giorni scorsi, come se tra noi si fosse aperta una crepa difficile da cucire ma non voglio abbattermi ora, non voglio vederla vivere nel silenzio e nella sofferenza e proprio per questo esco dalla camera per andare da lei e trovarla sul divano che guarda la tv.

"Ire" La richiamo io ma lei non si volta, continua a guardare le figure che si susseguono davanti i suoi occhi e io subito sospiro. Si è chiusa nei suoi sentimenti e nelle sue paure...
"Voglio parlarti" Continuo io, cercando di ricevere un minimo della sua attenzione sedendomi accanto a lei.
Voglio dirle tutto, è arrivato il momento di dirle tutta la verità.

"Dipende, cosa vuoi dirmi?" Chiede lei, ancora guardando la tv e io subito mi torturo le mani. Erano anni che non aprivo il mio cuore a qualcuno di diverso dai Miserabili e da Noemi ma anche Irene è diventata importante per me, anche lei amo e anche lei deve sapere la verità su di me, su Niccolò.

"Voglio rivelarti la verità su tutta questa storia" Esclamo con la voce tremante e quando il suo capo si gira verso il mio sento quasi una pugnalata sul petto vedendo nei suoi occhi quell'oscurità che non le ho mai visto.

"C'è qualcos'altro che io non so?" Chiede lei ironica e io subito mi metto una mano sulla nuca, come se dovessi proteggere i prossimi passi da fare per parlare con lei civilmente.
Siamo sempre state due teste calde che in preda ad un momento come questo sono capici di scoppiare in un litigio come in passato succedeva ma ora non posso scoppiare e urlare, ora devo farle capire chi sono io.

"Intendo su di me, la verità su di me" Dico io, marcando molto bene le parole e Irene quasi ha un sussulto a questa mia frase, come se si sarebbe aspettata tutto tranne che questo.
"È... È da anni che non parlo di ciò" Inizio a parlare piano io, torturandomi le pellicine dei pollici ma subito mi fermo chiudendo gli occhi per il dolore 'Non farlo Niccolò!' sento urlarmi nella testa da quelle suore dell'orfanotrofio.

"Niccolò" Mi richiama lei e io subito alzo il capo quando sento il suo tono addolcito e decido di ringraziarla con gli occhi. Ha abbassato per un attimo quella corazza che si era creata nei giorni precedenti solo per difendersi da altri colpi e so che l'ha creata anche per me, per quell'amore che non sappiamo può reggere.
"Sta tranquillo" Mi dice lei, accarezzandomi piano la mano e io faccio un piccolo sorriso quando le nostre pelli si toccato e mi dimentico tutto quello che ho attorno.
Mi dimentico di ogni cosa, di Fabrizio, delle lacrime e del vomito di Irene, del dolore di Aurora dopo la mia chiamata di 3 giorni fa per comunicarle di Irene e mi dimentico addirittura di mamma o meglio, mi ricordi di lei felice che mi guarda dall'alto.

"Quando... Quando tu mi hai puntato la pistola contro, ti ho detto di aver ucciso mia mamma" Dico io con gli occhi bassi e lo sparo invisibile che mi è arrivato dietro sul petto si fa sempre più grande arrivando fino ai miei occhi che diventano lucidi. Non avrei mai voluto dire una cosa del genere ma purtroppo è la verità, purtroppo sono stato io perché lei ha scelto me, ha scelto di far vivere la sua piccola gioia.

"Niccolò" Mi richiama Irene, anche lei con gli occhi lucidi perché so che si è ricordata benissimo di quel momento, so che il ricordo della pistola, delle lacrime e delle urla vive impresso dentro di lei. "Non devi..." Dice piano lei ma io la fermo nuovamente.

"Io devo" Ribatto io ormai con una lacrima sulla guancia e so che ha pronunciato ciò solo perché sa il mio dolore e questo quasi mi rincuora perché non vuole vedermi soffrire, non vuole vedermi piangere per il mio passato nonostante a lei serva per capire meglio questa storia. "Devo perché non posso più proteggerti come meriti" Continuo io e inevitabilmente prendo le sue mani nelle mie. Quelle barriere che abbiamo creato e che principalmente ha creato lei sono cadute nel momento esatto in cui i nostri occhi lucidi si sono riuniti dopo giorni di silenzio.

Proteggerti mi viene naturaleWhere stories live. Discover now