Capitolo 29 - Christian

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Chris

" Forse noi potremmo iniziare... "

"Schhh!"

Poso le mie labbra sulle sue interrompendola così da evitare di illudermi per le sue parole e per rubarle almeno un ultimo bacio.
La stringo il più possibile, fonderei i nostri corpi, i nostri cuori, le nostre anime se solo ne avessi il potere, ma sono solo un inutile e comune povero mortale.
L'unica cosa che posso fare è amarla, indipendentemente da come andrà, anche se non vorrà più vedermi, anche se dovrò vivere di ricordi e rimpianti, ma nulla potrà spegnere questo fuoco che arde.
Vorrei fermare il tempo, non dover affrontare quello che mi aspetta, ma ho rimandato troppo.
Un bacio disperato, è ciò che rimarrà di noi se dopo la mia verità non vorrà più vedermi.
Assaporo le sue labbra, le nostre lingue si accarezzano danzando ad un ritmo sensuale, lento, brividi attraversano la mia pelle, le sue mani mi tengono stretto a sé.

Forse anche lei non vuole lasciarmi andar via.

Mi stacco piano, con riluttanza e capisce subito che qualcosa non va, i suoi occhi sono preoccupati e il suo viso ad un tratto è angosciato.
"Christian che succede?"
Il suo è quasi un sussurro, oppure sono io che percepisco tutto il mondo intorno a me ovattato per la tensione che mi divora da dentro.
Non so dove ma trovo la forza e mi allontano lentamente, le faccio segno di sedersi sul divano, faccio lo stesso prima che le gambe cedano.

Come si fa a dire alla donna che ami che le hai spezzato il cuore perché saresti diventato padre, tutto questo trafiggendolo anche ora?

" Sara, io non avrei mai voluto lasciarti quattro anni fa, quella notte é successo qualcosa che ha cambiato la mia vita, una telefonata che mi ha distrutto."
Prendo un grosso respiro mandando giù il groppo che mi si è formato in gola.
"Si, me lo hai detto che non ha a che fare con me, però devi anche capire che per provare a lasciare tutto il passato alle spalle ci vorrà del tempo e soprattutto ho bisogno di sapere il motivo del tuo abbandono."
Posa la mano sulla mia e continua dolcemente, mi sento in colpa nel vedere tenerezza in quegli occhi che neanche immaginano ciò che accadrà fra un istante.
"Quando te la sentirai, anche se sono cose private, ho bisogno di sapere, mi hai abbandonata Christian, è lecito ciò che ti chiedo."
Mi stacco da lei e strofino le mani sulle gambe semplicemente facendo cenno di sí con la testa bassa.
Mi alzo, le do le spalle, evidentemente sono un codardo, ma deludere per l'ennesima volta la donna che ami e vederla ancora sparire come fumo che si dissolve nell'aria, fa troppo male.
Sono sopravvissuto una volta, sopravviverò ancora, ma è diverso, me ne ero fatto una ragione, avevo rinunciato a lei, all'amore, perché Sara era lontana.
Ma farlo di nuovo, ora che l'ho ritrovata, ora che è qui, proprio adesso che posso toccare la felicità, assaporare l'amore, è devastante.

Mi avvicino alla finestra e le luci del traffico avvolgono la città, Stark viene vicino i miei piedi, mi abbasso e inizio a coccolarlo mentre cerco le parole giuste per confessarle tutto.
Non c'è un modo, quindi lo faccio e basta, di getto.

"Quella notte ho scoperto che sarei diventato padre."
Mi sollevo e mi volto, lei è immobile con occhi sbarrati, per qualche minuto regna il silenzio, credo sia sottoshock e non posso biasimarla.
Decido di avvicinarmi, i miei passi verso sono lenti, sinceramente non so proprio come comportarmi, cerco di osservare il suo viso, studiare ogni minimo movimento. Vorrei leggere il suo pensiero per scoprire cosa le passi per la testa, credo non abbia neanche battuto le ciglia da quel momento e mi sto preoccupando.
"Sara."
Niente, non mi risponde, sembra totalmente assente, risucchiata in chissà quali pensieri, dovrebbe condividerli con me, perché non so se questa reazione sia un bene.
Non saprei cosa fare neanche se mi urlasse contro, ma almeno interagirebbe, si sfogherebbe, butterebbe fuori la rabbia, ma questo, ovvero il nulla, come lo combatto?

Come due pezzi di un puzzle. Where stories live. Discover now