Capitolo 23 - Sara

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Sara

Che diavolo stai facendo Sara, devi parlare con lui, devi decidere se perdonarlo e andare avanti o chiudere, fidarti o meno, non scappare.
Qualunque cosa sia successa quella notte nella sua vita non ha a che fare con te.

"Allora, me lo vuoi dire perché stiamo scappando dallo stallone?"
Sbuffo, è la terza volta che Daniele me lo chiede, siamo in viaggio e ormai manca poco per arrivare a Roma.
Volevo chiamare le ragazze nonostante sia un giorno di festa e senza badare all'ora, ma poi lui mi ha scritto così presto per chiedermi dettagli piccanti e l'ho scongiurato di venirmi a prendere.
Ero bloccata lì dato che la mia macchina è stata prelevata dal carroattrezzi ieri e non potevo scappare a piedi, l'unica soluzione era chiamare un taxi.
"Dany per te sono tutti stalloni?"
Alzo gli occhi al cielo.

"Lo hai guardato? É la definizione di stallone, cerca sul dizionario."
Fa spallucce e continua.
"Grazie a voi ragazze sono circondato da stalloni, io vi sopporto solo per questo."
Lo guardo male per l'ultima frase mentre lui sorride e non arresta la tortura verso la sottoscritta.
"Quindi, perché scappiamo dopo una notte di sesso? Dimmi almeno che è stato strepitoso."

Non avrei dovuto chiamare lui e sperare di non avere il terzo grado.

"Non sto scappando, e poi che ne sai che siamo andati a letto insieme?"
Mi volto di scatto verso di lui con tutto il busto.

"Se fossi bloccato con il mio ex in una baita mentre nevica, vorrei sottolineare che il mio ex in questo caso si tratta di Christian lo stallone, che ancora mi vuole, io ci farei sesso su tutte le superfici orizzontali e verticali."
La mia bocca si spalanca per lo schock mentre lui continua a guidare tranquillamente.

Arrivo a casa, il silenzio mi avvolge e sembra sbattermi in faccia la cazzata che ho fatto, sono andata nel panico, il risveglio è stato dolce ma mi ha riportata ad avere paura, sentivo i timori di quella mattina di quattro anni fa.
Questa volta lui era ancora con me, io ero fra le sue braccia, certo, ma cosa ne sarebbe di me se mi facesse di nuovo a pezzi?

Flashback
Apro gli occhi, le sue braccia mi avvolgono, i nostri corpi sono stretti, alzo la testa e le sue labbra sono di nuovo ad una manciata di millimetri dalle mie.
A ripensare a ciò che è successo solo poche ore fa mi sembra di sentire addosso ancora le sue mani, le sue labbra sulla pelle, i nostri corpi fusi, i sospiri spezzati dal piacere.
Sposto con delicatezza il suo braccio e cerco di alzarmi senza svegliarlo, Christian dorme tranquillo, le labbra semi aperte, il viso rilassato.
Vorrei accarezzare i suoi capelli e rannicchiarmi di nuovo al suo fianco.
Mi siedo e lo osservo, i miei occhi accarezzano i suoi lineamenti e cerco di combattere le paure che lottano per farmi il lavaggio del cervello.
Immagini di Christian che nuovamente sparirà come se nulla fosse, con facilità, si insinuano nella mia testa diventando vivide, mi vedo sul pavimento del mio appartamento in un angolo a versare ancora lacrime e raccogliere cocci di un cuore già frantumato.
Ho impiegato troppo tempo per rimettermi in piedi, lui è andato via in un attimo, pensando solo ai suoi guai, alla sua vita, mai a me.

Perché non potrebbe rifarlo?

Il panico ormai ha vinto questa battaglia, come sempre non riesco a fidarmi di lui, di quello che siamo stati stanotte, del suo cuore, non abbastanza da sconfiggere queste paure almeno.
Devo andare via di qui, devo proteggere ciò che resta del mio cuore, chiunque potrebbe farmi del male, ma lui, proprio lui me ne ha fatto già troppo.
Quando gli ho donato il mio cuore mi ha tradito, cosa dovrebbe essere cambiato stavolta?

Il suono dell'arrivo di un messaggio mi distrae.

Messaggio di Daniele:
"Saretta, buongiorno, sono sicuro che il tuo sia stato migliore del mio, ho saputo della tua fuga, voglio i dettagli piccanti."
Credo che questo sia un segno.
Fine Flashback

Come due pezzi di un puzzle. Où les histoires vivent. Découvrez maintenant