Capitolo 63

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Chris

É una settimana che mi sveglio con il profumo dei suoi capelli, che mi addormento con il suo corpo stretto al mio, abbiamo subito ritrovato la complicità mai persa in fondo, stiamo vivendo in simbiosi nel suo appartamento.
Mi accorgo che a volte Sara è persa nel suo mondo, vorrei capire i suoi pensieri fin dove volano, altre volte mentre la abbraccio mi è capitato di sentirla sospirare e in quel momento lei puntualmente rafforza la presa.
Mi domando ogni volta se nutre dubbi sulla sua scelta di darci una possibilità, l'ennesima, probabilmente la paura di essere ancora delusa da me è viva nel suo cuore, solo sepolta da qualche parte.
Questi giorni insieme erano proprio ciò di cui avevamo bisogno ora, riappropiarci del nostro equilibrio, chiudere il mondo fuori per un attimo, risanare i nostri cuori l'uno con l'altro e sentirci forti, pronti ad affrontare la realtà.
Una realtà che in passato ci ha diviso, trovandoci fragili, inesperti, una realtà che si è presa gioco di noi e dei nostri cuori, ancora una volta, pronta a calpestarci dall'alto dei suoi tacchi, una realtà che ha dei crudeli occhi azzurri ed ha un nome.
Sto per suonare al campanello di casa di questa realtà che continua a voler distruggere questo amore, ma stavolta dovrà arrendersi.

Gabriella mi apre la porta e mi sorride appena, la nostra ultima conversazione non è stata piacevole quindi non mi aspettavo che mi accogliesse in modo caloroso, soprattutto dopo averle detto che sarei venuto a prendere Stefany per un pomeriggio con Sara.
Entro in casa con addosso una tensione che mi si posa sulle spalle, le sue pozze gelide  mi scrutano e come al solito non promettono niente di buono.
"La piccola?"
Chiedo stranito non vedendo mia figlia e non sentendola neanche.
La donna davanti a me con calma raccoglie i capelli sulla spalla e si siede comodamente sul divano accavallando le lunghe gambe magre.
"É da mio padre, noi due dobbiamo parlare."
Monta nel mio stomaco una rabbia che mi divora, il suo viso è inespressivo, mentre il mio si contorce per la frustrazione di dover ancora combattere contro una donna che non capisce quale sia il suo ruolo nella mia vita.
Chiudo gli occhi per cercare di concentrare la mia attenzione sulla respirazione, inspiro ed espiro, l'aria entra fredda dalle narici ed esce tiepida, i muscoli contro la mia volontà continuano via via a irrigidirsi.
Porto entrambe le mani sul viso e poi scorrono indietro fra i capelli che iniziano ad essere più lunghi, mi dico di non fare scenate, ma è davvero complicato.
"Ti ho chiamata questa mattina per informarti che Stefany avrebbe passato il pomeriggio con me e Sara, quindi perché è da tuo padre?"
Scandisco bene ogni parola e probabilmente il mio tono è un tantino minaccioso, ma non mi importa, e comunque, lei non mi sembra intimorita.
" Te l'ho detto, voglio parlare. "
Continua con la sua solita pacatezza di chi ha tutto nelle sue mani.
Poso le mie sullo schienale della sedia davanti a me, stringo, devo sfogare in qualche modo questo fastidio che sento.
"Io, vado a prendere la bambina, poi quando la riporterò a casa parleremo civilmente, e non giocarmi più uno scherzo simile."
Mi sono stancato, cosa vuole ottenere sabotando un pomeriggio con Sara?
Sono pronto ad andare via, ma le sue parole mi fanno perdere il controllo.
" Christian, non hai capito che..."
Sbatto i piedi della sedia che ancora stringo fra le mani sul pavimento, questo tonfo interrompe le sue parole sterili, sgrana gli occhi fissando le mie mani che sono bianche per la forza con cui stringono questo legno.
"Una settimana fa, ho detto tutto quello che dovevo, la mia decisione è presa, spetta a te  ora comportarti da madre e pensare al bene di nostra figlia anziché alle tue inutili gelosie."
Le sputo addosso veleno non rendendomene conto, in cosa mi sono trasformato?
Come se mi avesse letto nei pensieri lei mi pone la stessa domanda.
" Chi sei diventato? "
Sul volto della donna che ho davanti leggo un misto fra disgusto e cosa? Paura?

Mi rendo conto di aver ultimamente qualche piccolo scatto d'ira, ma solo con lei, e comunque, non farei mai del male a nessuno.
La verità è che tutta la pressione a cui mi sottopone questa donna mi trasforma in una persona che non sono e non voglio essere.

Come due pezzi di un puzzle. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora